Biometano

Digestore brignanese, Coita (PD) lamenta scarsa comunicazione e chiarezza nell’operazione

Nei giorni scorsi anche il segretario PD brignanese Simone Coita ha preso la parola sulla realizzazione del digestore di via Spirano

Digestore brignanese, Coita (PD) lamenta scarsa comunicazione e chiarezza nell’operazione
Digestore di biometano, anche Simone Coita (PD) prende posizione: “Troppe le cose non dette riguardo l’impianto”. A margine della discussione in aula, il segretario PD locale ha detto la sua sull’impianto in costruzione in via Spirano, a Brignano.

L’intervento di Coita

Simone Coita, segretario Pd brignanese.
“La costruzione del nuovo biodigestore ha fatto molto discutere in paese. In molti abbiamo chiesto un’assemblea pubblica per avere informazioni certe e la maggioranza ha accettato di portare in Consiglio la convenzione invitando il rappresentante della società costruttrice e il progettista. Un’assemblea pubblica, però, avrebbe permesso l’intervento di tecnici imparziali e consentito ai cittadini di fare domande – ha fatto notare il referente del circolo – In Consiglio si è parlato di burocrazia e autorizzazioni, con un rimpallo tra Regione, Provincia e Comune. Certo è che l’ok del Comune è stato dato a metà gennaio, coi lavori preliminari iniziati a maggio e il cartello esposto a luglio, dopo che una domanda in Consiglio comunale ha svelato l’opera. Il rappresentante delle cooperative socie del digestore, Gabriele Lanfredi, ha presentato la società, che ha decine di impianti simili a questo muovendosi seguendo contributi Pnrr e di altri enti che le permettono di coprire i costi all’ottanta per cento del totale”.

Un impianto tecnologico, ma non solo per le aziende locali

Quanto all’impianto di via Spirano, Coita lo riconosce come “tecnologicamente avanzato e poco inquinante”, ma ha anche sottolineato alcuni dati importanti emersi grazie agli interventi delle minoranze consigliari:
“I soci della proprietà sono sei: quattro agricoltori brignanesi e due cooperative, che contano rispettivamente 5000 e 500 soci. Ciascuno di essi ha diritto a conferire nell’impianto, anche se si chiede loro di produrre il materiale nel raggio di 10 km – fa notare Coita – Certo è che leggendo la convenzione non c’è traccia di questo vincolo, che è solo un auspicio e non una regola. Si è inoltre appurato che non c’è limite all’ingresso e all’uscita di nuovi soci, mentre l’unico vincolo riguarda la produzione massima di 250 metri cubi di metano all’ora. E se la proprietà stima il passaggio di un’autobotte all’ora, nonostante diverse perplessità a riguardo, è certo che le torri/silos saranno alte otto metri, schermate da una doppia fila di alberi inizialmente alta meno di quattro metri e che riguarderà solo la parte visibile dalla strada. Le minoranze, poi, han chiesto di installare una centralina di controllo dell’inquinamento, trovando la ferma opposizione di sindaco e tecnici: un dato che mi spiace molto, perché se il GSE controllerà la produzione e l’Arpa le acque e gli odori, l’inquinamento sarà affidato solo al buon funzionamento dell’impianto. Infelice, infine, la dichiarazione del sindaco secondo cui case e terreni limitrofi acquisteranno addirittura valore perché l’aria sarà più pulita”.

Il Comune avrebbe potuto ottenere di più

Quanto al dato economico, Coita ha parlato dei 15mila euro annui che il Comune si è garantito oltre agli interventi di valorizzazione al parco della Madonna dei Campi, per i quali non è stato però specificato alcun importo o descrizione. “Da quanto ho appurato nelle mie ricerche, posso dire che impianti paragonabili al nostro hanno ottenuto contributi quasi doppi, ne ho le prove – ha concluso – Sono veramente deluso dal modo in cui Comune e costruttore si sono comportati: Brignano non è un covo di estremisti. Se le cose vengono fatte e spiegate bene, la popolazione le capisce. Mettere la gente davanti al fatto compiuto, però, è un pessimo precedente”.