Dopo la dipartita dell’onorevole Ettore Pirovano sono arrivati innumerevoli messaggi di cordoglio, che hanno ricordato la sua brillante carriera politica, il ruolo suo nelle istituzioni. Ma la moglie, Silvia Del Secco, fa emergere di lui il lato più umano, più intimo, dell’uomo, non del politico.
La serenità ritrovata in Toscana
La salma dell’onorevole Pirovano è rientrata a Caravaggio ieri, giovedì 18 settembre, nel pomeriggio, ed è stata ricomposta dalle onoranze funebri “Bosco-Cavalli” nella sala del commiato di via Circonvallazione Specchio. Al seguito la consorte, che ne ha dipinto un ritratto inedito.
“In quest’ultimo periodo ho accompagnato Ettore con serenità – ha raccontato – e l’ho seguito in auto nel suo ultimo viaggio fino a Caravaggio… non è stato facile tornare nella città dove l’avevo conosciuto 20 anni fa, per la sua scomparsa. E’ bello vedere che tutti lo ricordano per le tante cose che ha fatto. Io sono una pittrice e nel 2005 abitavo qui, allora organizzavo spettacoli ed eventi e proprio lui, che era il sindaco, mi consegnò il ‘Premio città di Caravaggio’. Aveva la sua famiglia e io la mia vita, ma tra noi nacque un’amicizia che è sempre rimasta viva. Poi qualche anno fa ci siamo rivisti, era pieno di vita. Entrambi vedovi, lui da sei anni io dal 2004. Entrambi soli e con i capelli bianchi, così nel novembre del 2022 alla fine abbiamo deciso di sposarci e vivere sulle colline in Toscana, la mia terra. Un bel posto ma un po’ isolato, allora ho proprosto di spostarci al mare, lui ha apprezzato l’idea e in un mese abbiamo trovato casa”.
Un uomo che aveva cominciato una seconda vita lontano dai riflettori.
“La sua fiducia e la sua stima mi hanno aiutato a fronteggiare anche l’aspetto pubblico della sua vita – ha spiegato – mi imbarazzava non poco essere presentata come la moglie del senatore. E vorrei che le tante persone che lo hanno apprezzato come politico potessero conoscerlo un po’ meglio anche come uomo. Quello che aveva recuperato la semplicità della vita: le sue amicizie, le sue chitarre, le passeggiate sulla spiaggia dove suonava davanti al mare il suo amato blues… Una persona molto diversa da quella che appariva quando vestiva i panni del parlamentare. Era golosissimo e si era innamorato della cucina toscana. Gli piaceva uscire con il cappello di paglia e aveva il vezzo del codino, indossava vestiti di lino come nel deserto di quell’Africa che era rimasta nel suo cuore: lui infatti aveva lavorato in Algeria e in Congo. Ne riviveva i sapori e aveva ritrovato la sua autenticità. Sembrava ringiovanito di 20 anni”.
La malattia e il coraggio di affrontarla
Purtroppo però il dramma della malattia ha spezzato troppo presto la serenità della coppia.
“Due anni fa lo ha colpito un tumore ma aveva reagito molto bene, tanto che l’oncologo lo considerava un miracolato – ha affermato ancora la moglie – lui era convinto di farcela, mi diceva ‘Sono più forte io ma quanto alle cure occupati di tutto tu, così non ci penso’. E così abbiamo fatto. Un giorno mentre ero occupata fuori per lavoro mi ha raggiunto a piedi per farmi una sorpresa… Sempre con il cappello di paglia in testa, aveva stupito tutti con la sua intraprendenza e stravaganza. Negli ultimi tempi faticava a rimanere seduto ma non ha mai lasciato la sua chitarra, la musica era la sua seconda vita e quando suonava il suo bleus aveva le lacrime agli occhi… diventava un’altra persona, il suo viso si distendava. Purtroppo il suo fisico ha ceduto prima ancora che potesse cominciare la seconda parte della terapia. E’ morto nel sonno in una casa di cura dove è stato necessario ricoverarlo, non ha sofferto. L’infermiera che si era recata da lui vedendo sul suo volto il suo sorriso beffardo era convinta che dormisse. Chissà, forse stava sognando di suonare la sua musica… Sono felice di aver potuto godere dell’animo puro di Ettore, la nostra è stata una storia quasi fiabesca ma è durata troppo poco… “.
La salma ha prima riposato nella sala del commiato a Viareggio, quindi è rientrata in città.