Non si placano le polemiche sulla centralissima via Caimi a Vailate. Soprattutto tra coloro a cui il nuovo asfalto, che ha preso il posto dei sempietrini, proprio non va giù. Ed è partita una raccolta firme che mira a far tornare i sampietrini lungo la via portando la richiesta anche ai tavoli del Ministero della Cultura.
Via Caimi, una raccolta firme per riportare i sampietrini
Un tratto di strada e un intero paese divisi tra memoria e modernità. È battaglia per i sampietrini nel cuore di Vailate, dove da settimana scorsa è partita una raccolta firme “per chiedere il ritorno dei sampietrini nel tratto di via Caimi compreso fra piazza Garibaldi e piazza della Chiesa”. Un’iniziativa che ha acceso il dibattito tra cittadini, amministratori e opposizione, e che punta dritto al Ministero della Cultura. La vicenda parte da una decisione dell’attuale Amministrazione comunale: i sampietrini – posati all’inizio degli anni Duemila – sono stati rimossi perché ammalorati e sostituiti con un asfalto speciale. Una scelta che, però, ha sollevato non pochi dubbi, anche perché l’asfalto in questione, a pochi mesi dalla posa, necessita già di rifacimento. E ora, come se non bastasse, i lavori sono fermi: la Soprintendenza ha bloccato tutto per poter esaminare la pratica, lasciando via Caimi in uno stato di sospensione. A guidare la petizione è Paola Fumagalli, imprenditrice e volto noto del centro storico, titolare del bed and breakfast e del Buddha Bar “Il Loto”.
L’imprenditrice: “I sampietrini sono parte della nostra storia”
Una figura, quella di Paola Fumagalli, attiva da tempo nella valorizzazione del centro storico del paese.
“Per chi, come me, vorrebbe rivedere i sampietrini nel centro storico di Vailate – spiega l’imprenditrice – sto organizzando una raccolta firme da inviare direttamente al Ministero della Cultura, all’attenzione del ministro e del capo di gabinetto. Se anche i vailatesi pensano che i sampietrini siano parte della nostra storia e della nostra identità, li invito a unirsi all’iniziativa. Facciamoci sentire perché insieme possiamo riportare un pezzo di tradizione nel cuore del paese”.
Il testo della petizione è essenziale e diretto, ma carico di significato. “I sottoscritti cittadini, consapevoli del valore storico, culturale ed estetico dei sampietrini, chiedono al Ministero competente di favorire e sostenere il loro ripristino nel centro storico del paese”. Chi vuole firmare può farlo recandosi direttamente al Buddha Bar “Il Loto”. Ma la voce della Fumagalli non è isolata. Anche la politica si muove, e in particolare il gruppo di minoranza “Vailate Nuovi Orizzonti” che si schiera apertamente contro le scelte dell’Amministrazione. I consiglieri Pier Mauro Stombelli e Luciano Aiolfi, in una nota diffusa nei giorni scorsi, puntano il dito sulla gestione dell’intera vicenda. “Con una nota del 26 agosto – scrivono i consiglieri – la Soprintendenza ha disposto il blocco dei lavori e ha detto, a chiare lettere, che non sono state inoltrate le comunicazioni dovute come prescritto dalla legge (“nessun progetto di conservazione e nessuna comunicazione risulta essere stata inoltrata”). Questo aspetto, da solo, la dice lunga sulla correttezza dell’iter e delle decisioni assunte: traspare la volontà della soprintendenza per una conservazione mentre nella realtà la giunta si dirige verso un secondo asfalto. Senza voler minimamente infierire o entrare eccessivamente nel merito, ribadiamo che la soluzione da noi suggerita, ossia di ripristinare i sampietrini, era ed è la migliore. Detto ciò ci limitiamo ad auspicare che la Soprintendenza, in tempi brevi, sblocchi i lavori per alleviare il disagio di tutta la cittadinanza”.
In attesa di sviluppi, via Caimi resta un cantiere sospeso tra passato e presente, tra la pietra che racconta la storia del paese e l’asfalto che promette modernità, ma che – a detta di molti – “non ha retto la prova del tempo”.