Biometano

Digestore di via Spirano, approvata la bozza di convenzione: “Al Comune solo le briciole”

La convenzione per il digestore brignanese è passata a maggioranza, ma ha fatto molto discutere il Consiglio comunale.

Digestore di via Spirano, approvata la bozza di convenzione: “Al Comune solo le briciole”

Digestore in via Spirano, la convenzione tra il Comune di Brignano e “GranMetano Bergamo” passa a maggioranza: porterà al Comune 15mila euro l’anno per quindici anni e la sistemazione del parco giochi in via Madonna dei Campi.

Approvata la convenzione, minoranze contrarie

L’opera, dal valore compreso tra i 12 e i 13 milioni di euro, su una superficie di circa 50mila metri quadrati, avrà una potenza da 250 metri cubi di biometano l’ora. I lavori per la sua realizzazione, come ben noto, sono iniziati a luglio, mentre il permesso di costruire rilasciato dal Comune alla società, composta da quattro aziende agricole brignanesi e da due cooperative di livello nazionale, risale addirittura al gennaio scorso. La convenzione che normerà l’accordo tra le parti, però, è passata in Consiglio solo lunedì sera, a giochi sostanzialmente già fatti, come han lamentato entrambi i gruppi di minoranza all’interno dei propri interventi. Approvazione inoltre arrivata per un solo voto di scarto, dopo l’uscita dall’aula della consigliera di maggioranza Cassani Moretti, direttamente coinvolta tra le aziende proponenti.

Noemi Galimberti, consigliere di “PrimaVera Civica”.

“Credo che l’impianto possa essere un’opportunità per l’agricoltura, ma la convenzione è di fatto stata presentata già blindata da accordi precedenti, senza alcuna possibilità per noi di vedere accolte le nostre proposte” la dichiarazione della consigliera di “PrimaVera Civica” Noemi Galimberti, che avrebbe voluto una centralina di monitoraggio dell’aria, una centralina mobile per il controllo delle emissioni e, tra le opere di urbanizzazione, la ciclopedonale dal semaforo di via Spirano sino al confine con il Comune limitrofo.

Invece, nella proposta di delibera leggiamo come in seno al procedimento autorizzativo il Comune si sia già espresso favorevolmente alle misure di compensazione proposte dalla società. Ha semplicemente accettato quel che veniva offerto, senza proporre alcun intervento di miglioramento ambientale e mitigazione degli impatti sul territorio” ha concluso la consigliera, motivando così il voto contrario.

Chi confluirà veramente nell’impianto?

Del resto, qualche nodo sull’impianto è già venuto al pettine con il rappresentante di “GranMetano” Gabriele Lanfredi che ha smentito quanto precedentemente dichiarato circa il fatto che a conferire nel digestore saranno solo le aziende brignanesi, bensì “aziende agricole in un raggio di massimo 10 chilometri”; una postilla che “Brignano al Centro” ha chiesto di mettere nero su bianco in convenzione, ma che proprio la società ha rifiutato. E se per il sindaco Bonardi e i suoi le contropartite ricevute sono già più che sufficienti, diversamente la pensa proprio “Brignano al Centro”, che ha lasciato l’aula dopo la discussione e valuta l’impugnazione della delibera.

“L’Amministrazione si è accontentata delle briciole”

Beatrice Bolandrini, capogruppo di “Brignano al Centro”.

“Vediamo che l’Amministrazione ha accettato passivamente una convenzione ridicola, con il presidente delle cooperative seduto al tavolo del Consiglio a dettare tempi e regole. Tutte le nostre richieste e proposte, ovviamente, sono state bocciate, mentre il Comune ha raccolto le briciole e sindaco e vicesindaco sono pure gongolanti di quanto “portato a casa” – ha sottolineato la capogruppo Beatrice Bolandrini, affiancata dal consigliere Stefano Moro – Il progetto è datato 9 agosto 2024, e per quasi un anno gli amministratori han taciuto in merito: mi chiedo come possano ancora guardare in faccia i nostri concittadini, che si trovano un paese devastato, case e terreni svalutati, problemi di viabilità, rumori e odori in cambio di briciole”.

Queste le parole della consigliera, che ha ribadito a sua volta come l’aver portato la convenzione in Consiglio nove mesi dopo il rilascio del permesso di costruire abbia di fatto annullato il potere contrattuale dell’ente nei confronti della controparte.