Cronaca

Da Napoli a Martinengo per amore, ma il cancro lo strappa alla famiglia a soli 46 anni

Un colpo di fulmine tra cielo e mare aveva portato Ciro Supino a trasferirsi in città 14 anni fa. Lascia una bimba di quattro anni

Da Napoli a Martinengo per amore, ma il cancro lo strappa alla famiglia a soli 46 anni

Un colpo di fulmine tra cielo e mare, una famiglia bellissima e poi un destino crudele che strappa a soli 46 anni Ciro Supino all’affetto dei suoi cari. Una tragedia indicibile, che in un mese e mezzo ha distrutto sogni, speranze e serenità della moglie Federica Lamera, non ancora 40enne e della loro figlioletta Isabel, di quattro. I funerali si sono celebrati mercoledì 3 settembre, nella chiesa parrocchiale a Cortenuova di Sopra, frazione di Martinengo, dove è cresciuta Federica.

Ciro Supino

Un’amore nato in crociera

“Ci siamo conosciuti nel maggio del 2011, su una nave da crociera dove Ciro lavorava come animatore – ha raccontato con il cuore pieno d’amore – io ero in vacanza con i miei genitori e una delle mie sorelle sul Mediterraneo. Ci tenevo tantissimo ad andare… Ci siamo conosciuti e non ci siamo più persi, anche dopo la crociera: non appena ha concluso il suo contratto a settembre lui è tornato a Napoli dai genitori e abbiamo cominciato a vederci nei fine settimana. Doveva imbarcarsi di nuovo a dicembre ma non riuscivamo a stare lontani, era nato sin da subito un grande amore e quindi abbiamo deciso di convivere. Eravamo praticamente sconosciuti, tanti non avrebbero scommesso un euro su di noi: due caratteri differenti, cresciuti in due mondi diversi, lui al sud e io al nord, invece superate le prime difficoltà non ci siamo più lasciati”.

La nascita di una bimba e le nozze su una nave

La nuova casa di Martinengo e poi, dopo aver provato diversi lavori, la stabilità come come rappresentante di impianti fotovoltaici, quindi l’arrivo di una bimba. Tutto sembrava sorridere a Ciro.

“Nel 2020 è nata Isabel, che a dicembre compirà cinque anni – ha continuato Federica, che lavora come operaia in una tintoria cittadina – poi, terminata la pandemia, abbiamo ripreso a viaggiare: Ciro voleva che nostra figlia vedesse il mondo con i suoi occhi, non nei documentari. Era un uomo che sorrideva sempre, adorava portare felicità agli altri, aveva sempre una parola positiva e rifuggiva dalla tristezza e dal silenzio… infatti nella camera ardente ho voluto ci fosse della musica. Lui amava soprattutto quella italiana e così abbiamo messo brani di Eros Ramazzotti, Antonello Venditti, Elisa… ma anche Robin Williams. Ho voluto che le esequie fossero celebrate nella Parrocchiale di Cortenuova di Sopra, che considero la mia chiesa”.

Una coppia felice, che a Natale non rinunciava alla crociera e proprio su una nave come quella sulla quale si erano conosciuti, Ciro e Federica hanno deciso di convolare a nozze nel 2023.

Ciro Supino

Il cancro ha spazzato via tutto

“Abbiamo scelto di sposarci con il rito sulla nave, la nostra è stata una storia d’amore bellissima che purtroppo è durata solo 14 anni – ha detto con l’angoscia nel cuore – a metà giugno Ciro accusava affanno nella respirazione così è stato ricoverato in ospedale una prima volta a Romano. Sottoposto a broncoscopia è emerso un tumore ai polmoni. A metà luglio poi sono sopraggiunte due embolie e ci siamo recati in Pronto soccorso all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo”.

Un pugno nello stomaco per tutta la famiglia, ma Ciro non ha perso il suo ottimismo.

“È stato trattato benissimo ed eravamo fiduciosi, lui era convinto di farcela, mi diceva di pensare positivo, che avrebbe combattuto e sarebbe tornato più forte di prima ma il suo era un adenocarcinoma al quarto stadio – ha spiegato – alla prima immunoterapia come effetto collaterale ha contratto una polmonite e un’infezione che non gli hanno lasciato scampo… È spirato in terapia subintesiva… medici e infermieri sono stati meravigliosi… Si è fatto voler bene da tutti perché era una bellissima persona. Diceva ai genitori che sarebbe guarito, che era curato benissimo, ma vista la situazione ho fatto in modo che venissero a trovarlo sia loro che la sorella: papà e mamma sono rimasti dieci giorni e lui è mancato il giorno prima della loro partenza per tornare a Napoli”.

Una fine prematura, che ha spazzato via tutti i progetti in cantiere.

“Avevamo trovato un secondo reddito con un’attività americana, ‘Una vita da diamante’ – ha concluso in lacrime – mi piacerebbe portare avanti il suo sogno, per lui e per nostra figlia. Lui era un omone, un gigante buono e la mia bimba è certa che lui non sia una stella in cielo, ma la Luna. Mi ha chiesto: ‘Come si può vivere senza papà?’. Le ho risposto che neanche io lo so, impareremo a farlo insieme. Dobbiamo andare avanti, Ciro non avrebbe mai voluto vedermi troppo triste”.

Le ceneri del 46enne riposano nella sua casa di Martinengo.