Partirà il 24 agosto la 37esima edizione di "Segnali Experimenta"
L'Auditorium e la Rocca Albani, a Urgnano, sono pronti a ospitare tanti spettacoli per tutti, fino al 21 settembre

Trentasettesima edizione per il Festival Internazionale del Teatro di Gruppo “Segnali Experimenta” la manifestazione teatrale più longeva della provincia di Bergamo, con i suoi 380 spettacoli proposti e un’utenza complessiva di 40mila persone. L'Auditorium e la Rocca Albani, a Urgnano, sono pronti a ospitare tanti spettacoli per tutti, a partire dal 24 agosto 2025.
Segnali Experimenta, i grandi del teatro
Artisti di ogni tipo hanno confermato, negli anni, la sua fama e la sua lungimiranza progettuale. Tra loro Danio Manfredini, pluripremiato Ubu teatrale, Moni Ovadia, prima del suo exploit al "Piccolo", il Marco Paolini del celebrato "Vajont", il Teatro delle Albe con le sue proposte multietniche, il boliviano Teatro de los Andes di César Brie e Naira Gonzalez ad Urgnano col loro primo tour europeo, Aurelio Grimaldi e il suo scandaloso "Le buttane" prima del successo di Cannes, l’osannata clownerie dell’italo-danese Paolo Nani e del cosmopolita Leo Bassi, e poi ancora i Cantieri Teatrali Koreja, il Teatro Tascabile di Bergamo, Alfieri Magopovero, Teatro Persona, Tanya Khabarova, Fattoria Vittadini, Don Andrea Gallo, Marcido Marcidorjs, Babilonia Teatri, Teatro Nucleo, Antonio Attisani, Mariano Dammacco, Scena Verticale, Teatr Novogo Fronta, per finire con l’Odin Teatret, faro indiscusso del teatro di ricerca mondiale.
Al via la 37esima edizione
Con tali prerequisiti e dopo aver festeggiato, da poco, i “50 anni” di vita del Laboratorio Teatro Officina, ente organizzatore della manifestazione, - con la collaborazione del Comune di Urgnano, la locale Pro loco e la Fondazione della Comunità Bergamasca onlus - è stato decisamente complesso stilare un programma all’altezza di una tale prestigiosa storia.
Si parte con la questione femminile, vista sotto lo sguardo coraggioso di “Affoga nel mio corpo non nel mare” di Silvia Briozzo, e Carmen Pellegrinelli (24.08 alle 21.30) che ci parla del significato di essere una donna italiana sposata ad un uomo senegalese e ci racconta, in modo crudo ed esplicito, il modo intimo della relazione: la scoperta del corpo dell’altro, l’intimità del calore nell’atto inaspettato di riconoscersi.
A seguire il reading “Altre storie”, seconda parte del monologo “Ninna nanna” di e con Gianfranco Bergamini (27.08 ore 21.30) che racconta alcuni momenti della vita dell’autore. L’infanzia con i bagni di sole e i “gaggi” all’asilo, e suor Candida, con i suoi viziacci segreti. Si prosegue con l’infanzia e l’esperienza della colonia estiva; la pubertà con la frequentazione della cascina materna e l’adolescenza con le vacanze dagli zii nel bresciano. Chiude la lettura “La morta ingioiellata”, vero archetipo delle storie di paura tipiche della tradizione popolare bergamasca.
Ritorna, a furor di popolo, dopo il successo dello scorso anno, “La Notte dei sogni” del gruppo teatral-musicale Enten Hitti (30.08 dalle 23.30 alle 6), un’originale pratica performativa che prende spunto dalle veglie sonore tipiche di alcune tradizioni mistiche (sufi e tibetane) e dall’esperienza degli sleeping concerts. Sono azioni rituali e coreografiche che si articolano lungo tutta una notte con l’obiettivo di sperimentare l’evocazione di ricordi, immagini e suoni nello stato di confine fra veglia e sogno.
Con il quarto appuntamento del Festival si tocca il tema della vita di strada narrata, in modo realistico e senza lieto fine - tra danza hip-hop e canzoni d’autore - da “Quattro storie improprie” di Giuseppe Goisis, in collaborazione con la Cooperativa "Il Pugno Aperto" (03.09 alle 21.30). Si continua con “Un atleta del cuore” di Mario Barzaghi del milanese Teatro dell’Albero (06.09 alle 21.30), una pregevole dimostrazione-spettacolo che, partendo dal teatro Kathakali indiano, finalizza la sua ricerca alla creazione di una serie di ponti tra Oriente e Occidente. Si inizia con un un frammento di Kathakali su Hanuman il re delle scimmie, e, si continua con la svestizione dell’attore e la spiegazione della storia narrata, per finire con l’interpretazione di alcuni momenti tratti dall’Inferno di Dante, nella modalità espressiva del Kathakali. Un grande momento di pedagogia teatrale.
Capolavoro assoluto del teatro contemporaneo, presentato a Segnali, due anni orsono, come prova aperta, torna ad Urgnano “Re Lear è morto a Mosca” di César Brie (13.09 alle 21.30) che, con un manipolo di straordinari giovani attori, racconta la storia di uno dei più grandi teatri del Novecento, il Teatro Ebraico di Mosca, il Goset, e dei suoi due straordinari attori-autori, Solomon Michoels e Veniamin Zuskin, assassinati per ordine diretto di Stalin. Lo spettacolo parte dall’allestimento del Re Lear, uno dei pochi testi di Shakespeare permessi dal regime sovietico. Durante il montaggio dello spettacolo i due affrontano tutti i temi che hanno costellato la vita del Goset, dai rapporti con il potere alla definizione di una nuova arte dell’attore, dall’ebraismo e la lingua yiddish all’assillante imperativo del “realismo socialista”, dal contrasto tra comunismo e fascismo, al bisogno di creare spettacoli critici, divertenti e non censurabili.
Teatro in famiglia
Per la sezione “Teatro in Famiglia” è la volta di “Il mio letto è una nave” ultima produzione del Teatro Tascabile di Bergamo (14.09 alle 16.30). Il luogo dello spettacolo è una stanza abbandonata, forse una soffitta. Un posto in cui giocare, sognare, inventare. In cui avere paura, in cui incontrare fantasmi e vivere avventure. Le storie presentate provengono dai racconti di Stevenson e Colette. I personaggi in scena condividono un tempo sospeso tra immaginazione e magia racchiuso tra i rintocchi di un orologio.
Laboratorio Teatro Officina
Chiude il Festival, il reading teatrale degli allievi del Laboratorio Teatro Officina (21.09 alle 21.30), dedicato, quest’anno, al tema de “La veglia di stalla” così come, un centinaio d’anni orsono, veniva fatta dai contadini nelle cascine della Bassa Bergamasca. Le stalle diventavano il centro della vita sociale del casale e, con il caldo delle mucche e un lume a petrolio, erano l'occasione per incontrarsi, stare insieme e conoscersi. Durante la veglia, si lavorava: i maschi sistemavano gli attrezzi agricoli, intrecciavano i cesti di vimini, costruivano scope di saggina; le donne riprendevano il lavoro di filatura e tessitura, facevano lavori domestici, rammendavano i panni vecchi e le maglie della famiglia e preparando guanti e sciarpe. Mentre le mani erano occupate in cento cose, fiorivano i racconti, ispirati a narrazioni o a storie di paura che incantavano tutti i partecipanti alla veglia, soprattutto i più piccoli. Proprio sui temi della “veglia di stalla” è prevista, infine, un’esperienza formativa gratuita per adulti gestita dal Teatro Officina e strutturata su due fine settimana - nei mesi di maggio (2/3/4) e settembre (19/20/21) di 15 ore l’uno e su una lettura finale pubblica.
Tutti gli eventi proposti da “Segnali Experimenta” sono gratuiti. Essendo i posti disponibili molto limitati - da 40 a 100 presenze - la prenotazione è obbligatoria. (scarica qui il programma dettagliato)