La Città fa rumore per Gaza: un boato di solidarietà rompe il silenzio
Campane, sirene, pentole e voci unite per dire no al genocidio: la comunità di Romano risponde all’appello de L’Ultimo Giorno di Gaza, con il sostegno della chiesa parrocchiale e Pax Christi.

Campane, sirene, pentole e voci unite per dire no al genocidio: la comunità di Romano risponde all’appello de L’Ultimo Giorno di Gaza, con il sostegno della chiesa parrocchiale e Pax Christi.
Un boato contro il silenzio
Campane e pentole: rumore per Gaza. Domenica 27 luglio alle ore 22, Romano ha risposto con forza e cuore all'appello de L’Ultimo Giorno di Gaza. In piazza, dai balconi, nelle strade e persino sulle spiagge per chi era lontano dal centro, la cittadinanza ha scelto di non restare in silenzio. In una manifestazione spontanea, collettiva e potente, si sono levati suoni, rumori, grida, campanacci, pentole battute con energia e ogni altro strumento possibile per accompagnare simbolicamente le sirene delle ambulanze di Gaza. Un’onda sonora nata da un appello civile e urgente, che denunciava la fase estrema del genocidio in corso nella Striscia. La popolazione di Romano ha voluto rendere visibile – e udibile – il proprio dissenso contro il massacro, rompendo il muro dell'indifferenza.
Il suono delle campane di Santa Maria Assunta
Ad amplificare il gesto collettivo della comunità, anche le campane della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta hanno risuonato a lungo nella notte, in segno di solidarietà e condivisione del dolore di Gaza. Un segnale chiaro che la coscienza cristiana e civile non può restare indifferente di fronte allo sterminio di un popolo. L’adesione di Pax Christi, rete internazionale impegnata per la pace e la giustizia, ha dato forza e legittimità all’iniziativa, contribuendo a mobilitare anche le comunità ecclesiali, spesso troppo silenziose in momenti drammatici come questo. A Romano , la chiesa ha scelto di esserci, di far sentire le proprie campane accanto al grido laico e popolare che saliva dalle strade.
Una comunità che non si gira dall’altra parte
Quella di Romano non è stata una protesta, ma un atto di coscienza collettiva. Una città che si è fermata per ricordare, denunciare e gridare. Per dire a Gaza che non è sola. Per dire ai potenti che il silenzio è complicità. E per ribadire che anche da un piccolo centro della provincia italiana può levarsi una voce che supera confini e barriere. “Non rimarremo in silenzio, mentre la gente di Gaza viene sterminata” era scritto nell'appello. Romano ha risposto con forza, il silenzio è stato rotto, e così domenica notte, il rumore della solidarietà ha parlato più forte di qualsiasi complicità muta.




