Il caso bocciodromo approda in Consiglio. La minoranza: "Evitare la chiusura, è un centro di aggregazione"
Il gruppo di minoranza ha interpellato il sindaco chiedendo di evitare la chiusura del bocciodromo di Canonica d'Adda.

La chiusura del bocciodromo di Canonica d'Adda passerà dal Consiglio comunale, il gruppo di "ColoriAmo Canonica" interpella il sindaco, e chiede la sospensione immediata del provvedimento di sgombero imposto alla Bocciofila Canonichese.
La chiusura del bocciodromo fa discutere
Nei giorni scorsi, il gruppo guidato in Consiglio comunale da Clara Previtali ha interpellato il sindaco Paolo Arcari sul tema, chiedendo di poterne dibattere durante la prossima seduta consiliare. Com’è possibile leggere nel testo redatto dalla minoranza, il gruppo chiede al sindaco di sospendere la chiusura del bocciodromo.

"La bocciofila è attiva da oltre quarant’anni in paese: non è solo un’associazione sportiva, è una realtà di aggregazione sociale, sportiva e ricreativa, un vero e proprio presidio sociale e generazionale che da anni si fa carico della manutenzione ordinaria degli spazi, inclusi il taglio del verde, la pulizia e la gestione di una struttura che, altrimenti, sarebbe probabilmente abbandonata. Pur comprendendo le criticità legate alla convenzione scaduta e allo stato di manutenzione della struttura, riteniamo che una chiusura forzata e immediata non sia la soluzione adeguata né rispettosa dell’impegno di tanti volontari".
La minoranza interpella il sindaco Arcari
Per questo motivo, la chiusura del bocciodromo disposta da Arcari il 15 luglio scorso è stata, secondo l’opposizione, troppo tempestiva e improvvisa, con il rischio di danneggiare irreversibilmente una realtà storica del territorio.
"E’ vero che la convenzione che regolava l’utilizzo dei locali è scaduta da anni, ma si evidenza che l’Amministrazione non ha mai formalizzato alcun atto di disdetta, né ha manifestato l’intenzione di recuperare l’immobile fino alla recente comunicazione di sgombero – fanno notare Previtali e i suoi – Risulta pertanto inopportuno, sproporzionato e non conforme alla buona amministrazione un provvedimento di sgombero forzato entro sette giorni, senza alcun percorso di mediazione o alternativa offerta".
Per questo, il gruppo ha interpellato il sindaco per sapere se sia stata svolta un’istruttoria completa e documentata circa le conseguenze sociali, sportive e associative derivanti dalla chiusura dell’attività, e chiedendo se siano state esplorate soluzioni alternative quali il rinnovo, la rinegoziazione o la stipula di una nuova convenzione. Oltre a ciò, il gruppo richiede la sospensione del provvedimento di sgombero e un approfondito riesame della questione attraverso un tavolo tecnico e politico con i rappresentanti dell’associazione. Infine, si domanda perché l’ente non abbia preso parte al recente bando regionale per la messa in sicurezza e riqualificazione degli impianti sportivi, pubblicato lo scorso 3 giugno e scaduto il 15 luglio.