Lo studio

Morti sul lavoro, nei primi cinque mesi dell'anno quasi 400 vittime: 4,6% in più del 2024

Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro con 42 decessi

Morti sul lavoro, nei primi cinque mesi dell'anno quasi 400 vittime: 4,6% in più del 2024
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Per garantire la sicurezza sul lavoro c'è ancora molto da fare. A dirlo sono i numeri, preoccupanti, registrati nei primi cinque mesi del 2025. Da gennaio a maggio sono 277 gli infortuni sul lavoro risultati mortali a cui si aggiungono altri 109 decessi avvenuti durante il tragitto. L'analisi dell'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre offre una panoramica inquietante: più della metà del Paese è in zona rossa e arancione: in Lombardia, Veneto, Campania, Sicilia, Puglia e Piemonte il maggior numero di vittime totali.

Morti sul lavoro, +4,6% sul 2025

Anche quest'anno i settori più colpiti risultano essere quelli relativi a Costruzioni (45), Attività Manifatturiere (43), Trasporti e Magazzinaggio e Commercio (33): in calo il numero complessivo delle denunce di infortunio (mortali e non): -1,4% rispetto a maggio 2024.

“Da gennaio a maggio sono ancora tante, troppe, le vittime sul lavoro - ha commentato il presidente dell'Osservatorio Mauro Rossato - Rispetto ai primi cinque mesi del 2024 sono aumentate del 4,6% e si contano già 386 decessi, 17 in più dello scorso anno. Otto regioni sono in zona rossa e altre 3 in zona arancione, le due fasce critiche in cui raccogliamo le regioni con tassi d’incidenza infortunistica superiori alla media nazionale”.

Maglia nera per la Lombardia

A finire in zona rossa a maggio 2025, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 11,6 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono: Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Abruzzo, Sicilia, Puglia e Campania. In zona arancione: Veneto, Calabria e Liguria. In zona gialla: Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Molise e Lombardia. In zona bianca: Emilia-Romagna, Lazio, Sardegna e Marche.

Sono 386 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 277 in occasione di lavoro (9 in meno rispetto a maggio 2024) e 109 in itinere (26 in più rispetto a maggio 2024). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro con 42 decessi. Seguono: Veneto (30), Campania (25), Sicilia (23), Piemonte e Puglia (20), Toscana (19), Lazio ed Emilia-Romagna (17), Trentino-Alto Adige (10), Abruzzo, Umbria e Liguria (8), Basilicata e Calabria (7), Friuli-Venezia Giulia (6), Marche e Sardegna (4), Molise e Valle d’Aosta (1).

“Un cambiamento reale può arrivare solo dalla responsabilità condivisa di imprenditori e figure della sicurezza - ha aggiunto Rossato - Le norme esistono e devono essere applicate con coerenza per ridurre le vittime. Nei primi cinque mesi del 2025 si contano 60 morti sul lavoro nella regione, che resta però al di sotto della media nazionale per incidenza rispetto alla popolazione attiva, un dato essenziale per valutare l'efficacia delle misure adottate”.

Per quanto riguarda le incidenze, in Lombardia emergono due province in zona rossa: Cremona (31,8) e Lecco (20,8). Seguono in zona arancione: Bergamo (14,1) e Sondrio (13,7). In zona gialla, invece, troviamo Brescia (10,8). Seguono in zona bianca: Milano (7,8), Como (7,6), Monza Brianza (7,5), Mantova (5,5), Pavia (4,2), Varese (2,6) e Lodi (0,0).

A fine maggio 2025, la Lombardia conta 60 decessi, in diminuzione rispetto ai 71 dello scorso anno. Tra questi, 42 si sono verificati in occasione di lavoro (6 in meno rispetto al 2024) e 18 in itinere (5 in meno rispetto all’anno precedente). Nonostante il decremento, la Lombardia resta la regione con il numero più alto di vittime, sia totali che sul lavoro.

Aumentano i decessi tra le donne

L’Osservatorio mestrino elabora anche l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età e lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati). Nei primi cinque mesi dell’anno, l’incidenza più elevata si registra nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (30,7) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (19,1), seguita dalla fascia di lavoratori tra i 45 e i 54 anni (12,0). Numericamente la fascia più colpita dagli infortuni mortali in occasione di lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (102 su un totale di 277). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro sono 18, mentre 19 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. In totale sono 37 le donne decedute nei primi cinque mesi (8 decessi in più dello scorso anno).

Rischio raddoppiato per gli stranieri

Sono 87 gli stranieri vittime di infortuni sul lavoro, su un totale di 386 (oltre il 20%): 56 sono deceduti in occasione di lavoro e 31 in itinere. Il rischio di morte sul lavoro risulta essere doppio rispetto a quello per gli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 22,3 morti ogni milione di occupati, contro il 10,3 degli italiani.

Denunce di infortunio in lieve calo

Le denunce di infortunio totali diminuiscono ancora, seppur di poco, rispetto a maggio 2024 (-1,4%). Dalle 251.132 a fine maggio 2024 passiamo alle 247.681 di quest’anno. Anche alla fine dei primi cinque mesi del 2025 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (27.023). Seguono: Sanità (14.227), Costruzioni (14.145), Trasporto e Magazzinaggio (12.556) e Commercio (12.531). Le denunce di infortunio delle lavoratrici a maggio 2025 sono state 91.964 (73.302 delle quali in occasione di lavoro). Mentre sono 155.717 le denunce totali degli uomini (137.158 in occasione di lavoro). Le denunce dei lavoratori stranieri sono 49.313 su 247.681 (circa 1 su 5), mentre sono 41.788 le denunce dei lavoratori stranieri registrate in occasione di lavoro su un totale di 210.460.