Treviglio domani

Il coraggio mite di cambiare le cose

Il parroco di Treviglio si racconta: "Sono fondamentalmente un buon democristiano. Ma a volte il presente non mi basta e lavoro di fantasia, di creatività"

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«Monsignore ma non troppo» titolava il Giornale di Treviglio sul numero del 2016 che presentava l’arrivo in città del parroco monsignor Norberto Donghi. Avvicinandosi l’ora dei saluti - a settembre è atteso il classico «giro» di nuovi incarichi per la Diocesi di Milano - è tempo per un primo «bilancio».

Monsignor Donghi: un innovatore mite

Allergico al «si è sempre fatto così», Donghi (si schermisce a farglielo notare) è stato probabilmente il più innovativo (e quindi anche il più criticato) parroco degli ultimi decenni. In dieci anni, sotto la sua guida, la Comunità pastorale, del resto, ha cambiato volto e ha abbracciato progetti - il Museo del Polittico sopra tutti - di respiro decisamente importante e coraggioso. Molti di questi sono metamorfosi di lungo periodo, che segneranno ancora per parecchio tempo la storia della città.
Ci accoglie, sorridente come al solito, nel grande studio di via San Martino, dietro alla grande scrivania di legno, ordinatissima. Un crocifisso, un presepe colorato, lo schermo del pc. Dietro, sul muro, una riproduzione del San Martino di Zenale e Butinone, dal Polittico.

Treviglio domani

Treviglio Domani è un progetto multimediale a puntate, realizzato dal Giornale di Treviglio in occasione dei suoi 25 anni. Ogni settimana, un trevigliese racconta come la città è cambiata (e come cambierà) nel proprio ambito di lavoro e di vita.

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