Redazione 8 dicembre 2016
Si svolta oggi la cerimonia di insediamento del nuovo parroco mons. Norberto Donghi
Ha pronunciato le parole solenni «Sì, lo voglio», ripetendo così le promesse fatte il giorno dell’ordinazione. Poi, il decano si è rivolto ai fedeli, stretti in un Santuario affollatissimo: «Ecco il vostro parroco». E per monsignor Norberto Donghi è letteralmente esplosa la festa.
E’ stato un giorno storico quello di oggi, per l’ingresso ufficiale in città del nuovo parroco.
Monsignor Donghi è arrivato alle 16, per la cerimonia di insediamento che ne fa ufficialmente il nuovo pastore della chiesa trevigliese, da dodici anni guidata da monsignor Giovanni Buga. Dopo la cerimonia e l’aspersione con l’acqua benedetta dell’immagine della Madonna delle lacrime, nel santuario del miracolo simbolo di Treviglio, monsignor Donghi ha raggiunto in corteo la piazza, dove ha incontrato il sindaco Juri Imeri e la sindaca di Castel Rozzone Giusy Finardi (il paese fa parte della comunità pastorale trevigliese), per i saluti di rito. Entrambi i primi cittadini hanno detto di voler «lavorare insieme per la comunità. Quindi la messa in Basilica.
Chi è il nuovo parroco?
Monsignor Donghi fino a pochi giorni fa, è stato uno dei responsabili degli uffici della Diocesi di Milano, con il ruolo di direttore dell'ufficio Amministrativo della curia arcivescovile. Classe 1963, ha celebrato la sua prima messa nel 1988. Poi, da sacerdote, è stato otto anni in provincia di Lecco e altri sei anni nella prestigiosa parrocchia milanese di Sant'Ambrogio. Quindi il trasferimento in Brianza: sette anni nella periferia di Lissone e poi tre anni e mezzo a Giussano. Dalla primavera 2014 il trasferimento nella sede dell’Arcidiocesi. Quindi la nomina a monsignore e la decisione del cardinale di destinarlo nel capoluogo della Bassa.
Proprio settimana scorsa, il Consiglio comunale aveva invece salutato monsignor Buga, che andrà a Varese dopo dodici anni alla guida della comunità pastorale che comprende le cinque parrocchie cittadine (San Martino, San Pietro, San Zeno, Conventino e Geromina), e quella di Castel Rozzone.