Inaugurata la mostra “Nel segno di Bartolomeo Colleoni - Capitano di Ventura”
Uno degli appuntamenti spicco delle celebrazioni in occasione del 550esimo anniversario della morte del condottiero

Inaugurata questa mattina, sabato 3 maggio, la mostra “Nel segno di Bartolomeo Colleoni - Capitano di Ventura” al Filandone di Martinengo. Uno degli appuntamenti spicco delle celebrazioni in occasione del 550esimo anniversario della morte del condottiero, visitabile fino al 2 giugno.
Taglio del nastro in pompa magna
Una sala consiliare gremita quella che ha ospitato l'inaugurazione della mostra sul condottiero che ha segnato indelebilmente la storia di molti Comuni bergamaschi nel 1400, dove ha dominato. Nella splendida cornice del Filandone si sono presentati gli amministratori dei paesi coinvolti (Urgnano, Cologno, Ghisalba, Romano, Covo, Cavernago, Malpaga, Mornico, Scanzorosciate, Solza, Trescore Balneario, Gandino e Bergamo) e i rappresentanti delle più alte istituzioni, di enti sovracomunali e delle associazioni che hanno collaborato: l'assessore regionale a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità Sostenibile Claudia Terzi, il senatore della Repubblica Giulio Terzi, i consiglieri regionali Davide Casati e Pietro Macconi, il delegato della Provincia di Bergamo Erik Molteni, il presidente di "Pianura da scoprire" Giuseppe Togni, il consigliere del "Luogo Pio della pietà Bartolomeo Colleoni" di Bergamo Giuseppe Berizzi, il presidente dell'istituto "Nastro Azzurro" di Bergamo Vito Mirabella, il presidente degli "Amici delle mura" di Bergamo Franco Meani, il presidente dell'Aci Bergamo Valerio Bettoni, il presidente del Parco del Serio Basilio Monaci, il presidente di UCAI Bergamo Giorgio Della vite, il presidente della Pro loco Martinengo Luca Plebani e il vicepresidente del Gruppo folcloristico Bartolomeo Colleoni" di Martinengo Roberto Sassi e con lui figuranti splendidamente vestiti con meravigliosi abiti d'epoca. Tra il pubblico anche il maresciallo dei carabinieri Giovanni Ranieri e il comandante della Polizia locale Antonello Pizzaballa, insieme a tanti cittadini e rappresentanti delle associazioni locali e non solo.
Il colpo d'occhio all'ingresso è stato impagabile: quadri, abiti d'epoca, documenti antichi anche inediti e cimeli che hanno fatto la gioia degli appassionati. Ad accoglierli con un caloroso benvenuto il sindaco Pasquale Busetti e la sua Giunta, che ha subito mostrato agli ospiti un filmato ricco di particolari sulle sorprendenti bellezze della città dovute proprio a Colleoni, realizzato dall’associazione "Ares".
Colleoni non solo uomo d'arme
"L’esposizione rientra nel progetto 'Terre Colleonesche', che da tempo coinvolge enti pubblici e privati alla scoperta del suo lascito, con il coordinamento di 'Pianura da scoprire' e il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Bergamo e 'Luogo Pio della Pietà Istituto Bartolomeo Colleoni' - ha esordito il primo cittadino dopo aver letto un messaggio di saluto del sindaco della città di Venezia Luigi Brugnaro - Martinengo fu per il condottiero un centro strategico e simbolico. Fino alla sua morte nel 1475, contribuì a rafforzarlo sul piano militare, economico e culturale, promuovendo numerose opere civili e religiose e lasciando un’impronta duratura sulla identità del borgo. Colleoni infatti si distinse, oltre che per essere un grande uomo d’armi, anche per la sua attenzione nella cura e nella gestione del territorio: a lui si deve la costruzione dei conventi dell’Incoronata e di Santa Chiara, da sempre legati alla comunità. Già un quarto di secolo prima della sua fondazione il Consiglio del Comune decise di chiedere che venisse fondato un convento francescano, ma si fu necessario attendere lui e sua moglie Tisbe Martinengo".
Poi ha ricordato l’antica rocca all’ingresso del borgo fortificato che venne trasformata dal Colleoni in una residenza privata dove vissero la moglie e le figlie, la sopraelevazione della Torre del castello, l’ampliamento del vallo, la sistemazione della chiesa parrocchiale e dei portici quattrocenteschi che ancora caratterizzano il centro storico. Infine i doverosi ringraziamenti a tutti coloro che hanno collaborato ad organizzare la mostra che rappresenta un "omaggio al condottiero che ha lasciato un segno indelebile, un patrimonio storico di arte, passione e fede".
Il dominio di Colleoni
"Nel 1454 la Repubblica di Venezia gli concesse il borgo in 'feudo nobile e gentile' a un solo anno dalla sua nomina a Capitano Generale - ha ricordato Busetti - il doge Francesco Foscati riconobbe solennemente il dominio di San Marco sulla comunità martinenghese, confermò gli antichi privilegi e nominò come podestà personaggi scelti tra i nobili veneziani, quindi il borgo non dipendeva da Bergamo ma aveva rapporti diretti con Venezia ed era retto da propri statuti. Martinengo rimase sotto il dominio veneto, quasi ininterrottamente, fino alla caduta della Serenissima nel 1797".
Sul palco sono intervenuti alcuni degli ospiti, che hanno portato i loro saluti il grande apprezzamento per una mostra davvero significativa. A loro l'omaggio dell'annullo filatelico e del volume su un altro insigne martinenghese, Gabriele Tadino.
"Parliamo di un grande lombardo oltre che di un grande bergamasco ecco il perché del patrocinio della Regione, che teneva a essere parte di questo grande progetto - ha detto l'assessore Terzi - la mostra così come e i tanti eventi che caratterizzeranno i mesi futuri nel territorio bergamasco e non solo rappresentano anche il lavoro in sinergia tra tanti enti e comuni coordinati da 'Pianura da scoprire, un modo diverso di fare cultura che consente di riscoprire i nostri territori e la loro storia'" .
I cimeli in mostra
In sala sono presenti diversi pannelli in cui sono rappresentati i Comuni in cui Colleoni ha lasciato il segno e opere d’arte di Tito Poloni, i piatti smaltati che rappresentano i luoghi del condottiero, e gli abiti d'epoca del "Gruppo folcloristico Bartolomeo Colleoni".
Davanti al palco la copia di reliquario a urna di Santa Maria Maddalena - bottega veneziana 1621 - che contiene le reliquie della santa, donate alla comunità di Romano dal capitano di ventura (l'originale è esposto al Museo di Arte e Cultura Sacra di Romano). E poi una formella d’epoca con lo stemma colleonesco del periodo 1465-1470, la statua in bronzo realizzata da Andrea Del Verrocchio a fine 800, che rappresenta la copia del monumento equestre a Colleoni sita a Venezia.
Nelle teche documenti d’eccezione, quali lettere originali e autografe provenienti dall’archivio storico martinenghese, finora mai esposte, ma anche rare pubblicazioni come "Città di Bergamo contro Martinengo, raccolta dal 1431 al 1730. E ancora riproduzioni del "bastone di comando", della targa funeraria" e della "spada": gli originali rinvenuti nella bara il 21 novembre del 1969 sono conservati nel "Luogo Pio della Pietà di Bergamo". C'è anche una incisione realizzata dall'ex sindaco Francesco Pavoncelli su carta speciale, da mappe storiche reperite nell'archivio di Stato di Brescia e Milano.
Infine un dipinto olio su tavola risalente a metà 800, ”La morte di Medea”, figlia del condottiero, e la copia della riproduzione dell’affresco "Crocefissione con San Francesco e Bartolomeo Colleoni" del 1475, della collezione conservata al "Luogo Pio della Pietà di Bergamo", strappato dalla sacrestia del Convento dell’Incoronata.









