La storia

Le sei "major" dei Ferrario: due fratelli di Rivolta in corsa a Tokyo

Giuseppe e Federico, 59 e 52 anni, ora guardano ai sentieri delle Dolomiti

Le sei "major" dei Ferrario: due fratelli di Rivolta in corsa a Tokyo
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Un inizio di marzo a gonfie vele per il Camisano Running: tanti gli atleti impegnati in diverse manifestazioni e gare sportive locali e internazionali, arrivando fin nel Paese del Sol Levante. È proprio in Giappone infatti che i due fratelli di Rivolta Giuseppe (59 anni) e Federico (52 anni) Ferrario hanno partecipato alla Maratona di Tokyo, conquistando la medaglia tanto desiderata delle sei Mayor, un encomio prezioso riservato a pochissimi che riceve solo chi corre nelle sei maratone più prestigiose del pianeta.

Fratelli sportivi

Lo sport è sempre stato il fil rouge della loro vita ma l’idea di cimentarsi nella corsa ai due fratelli rivoltani, uno titolare della farmacia Ferrario di Rivolta d’Adda e l’altro giornalista e coordinatore della redazione Sport Mediaset.it, è nata nel 2008, quando hanno partecipato alla prima maratona.

"Corro da quasi trent’anni – ha raccontato Giuseppe – la mia prima maratona fu a Venezia nel 1996. Mio fratello Federico ha cominciato più tardi, per 'colpa' mia. Gli ho regalato la partecipazione alla maratona di New York del 2008. Io di maratone in linea ne ho fatte 36, mio fratello qualcuna meno perché ha cominciato più tardi ma da quel momento non abbiamo più smesso».

Da lì è iniziato un vero e proprio international tour composto da ben sei maratone in giro per il mondo, partendo da quella più classica, a New York. A seguire la maratona di Boston, Chicago, Berlino, Londra e Tokyo.

"La Tokyo Marathon è stata un’esperienza molto bella - ha dichiarato Giuseppe - ma per la verità tutte sono state intense ed emozionanti, per un motivo o per un altro. Corriamo però anche i trail e gli ultratrail come la Lavaredo e quella del Monte Bianco, corse in montagna di lunghezza variabile da 60 a 90 chilometri. Quest’ultima di Tokyo, di domenica 2 marzo, ha chiuso il nostro percorso e ci ha dato davvero molte soddisfazioni".

I programmi futuri

Una gara a cui i due fratelli maratoneti di rivolta hanno potuto partecipare "più tardi del previsto" per diversi motivi:

"Nel 2019 abbiamo avuto un impedimento, poi è arrivato il Covid, quindi non è stato facile reperire i biglietti per partecipare perché per gli italiani i posti sono pochi. Ma quest’anno ci siamo riusciti ed ottenere la Majors è stato un vero privilegio perché non è affatto semplice: si corrono le sei maratone che fanno parte del Circuito Abbott, ovvero New York, Chicago, Boston, Londra, Berlino e Tokyo".

Una forte passione, quella per la corsa, che continuerà ad accompagnarli anche nei prossimi anni. E infatti i due rivoltani hanno già ben in mente le prossime tappe, con qualche novità in vista.

"Sicuramente continueremo a correre e ci piacerebbe rifare quella di New York. L’idea futura però è di correre meno su strada e di più in mezzo alla natura, sui sentieri di montagna, in cui ci esercitiamo durante i mesi primaverili e estivi. In particolare ci affascinano il Monte Bianco e le Dolomiti: di solito questi allenamenti si concentrano da marzo a settembre. L’anno scorso infatti abbiamo corso in alcuni percorsi nel Monte Bianco, quest’anno invece abbiamo in programma le Dolomiti. I nostri prossimi obiettivi? A giugno a Cortina per correre la 90 chilometri dell’ultratrail".

"Finché avremo le forze correremo"

L’idea della maratona non è comunque abbandonata, anzi, il primo pensiero dei due fratelli rivoltani super sportivi va alla Maratona di New York, a cui hanno già partecipato due volte, senza ombra di dubbio la più iconica e affascinante, ma il ricordo di altre esperienze vissute insieme è ancora molto forte e non li abbandonerà mai.

"Di tutte le maratone a cui ho partecipato in questi anni, quella alla quale sono più legato è indubbiamente Boston – ha precisato Federico - perché è stata autentica, suggestiva, vera. Però non nego che anche le altre città ci hanno lasciato davvero tanto".

Valvola di sfogo, contatto con l’ambiente e la natura circostante, benessere fisico e mentale, sensazione di calma e serenità: sono tante le motivazioni che hanno spinto i due rivoltani a iniziare a correre e che non hanno alcuna intenzione di smettere.

"Ora, finché gambe e corpo ce lo permetteranno, faremo ancora tante corse – ha continuato Giuseppe – per noi ogni tratto e corsa insieme rappresenta un momento di grandissima gioia. Certo, gli anni passano per tutti: prima chiudevamo la maratona in tre ore e mezza; adesso siamo sulle quattro ore. Comunque sia, correre per noi è uno stile di vita, che ci dà la possibilità di unire lo sport con la cultura dei vari posti dove stiamo. E questo è bellissimo".

Per loro insomma, ogni maratona non è solo una gara, ma un viaggio che unisce sport, emozioni e la bellezza del mondo che li circonda. E così, tra fatica e passione, i fratelli Ferrario continueranno a correre, inseguendo nuovi sogni e traguardi, sempre insieme, sempre più lontano.

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