I giochi di una volta arrivano a scuola grazie ai custodi delle tradizioni
Venerdì si è svolta l’iniziativa al plesso Rodari di Antegnate, organizzato da Comune, Ant Art e Comunità Ludica del Pirlì.

Venerdì si è svolta l’iniziativa al plesso Rodari di Antegnate, organizzato da Comune, Ant Art e Comunità Ludica del Pirlì.
Le tradizioni
I nonni creano un ponte tra passato e presente per insegnare ai più piccoli i giochi di una volta. Nella palestra della scuola primaria Gianni Rodari di Antegnate, l’amministrazione comunale, grazie alla collaborazione di preziosi nonni, Franca, Francesco e Gianni e di alcuni volontari della "Comunità Ludica del Pirlì" di Bergamo, dell’associazione culturale "ANT ART, Antegnate arte e cultura" e delle insegnanti, ha organizzato due pomeriggi di gioco alternativo per i bambini della scuola primaria.
"E’ un progetto che abbiamo proposto alle insegnanti della scuola primaria le quali hanno aderito con entusiasmo; hanno deciso di proporre l’esperienza alle classi 1° 2° e 3°. - ha detto l’assessore Laura Poma - I nonni e i volontari sono venuti a scuola per due pomeriggi ed hanno spiegato ai bambini che una volta, quando loro erano piccoli, passavano la maggior parte del loro tempo all’aperto e che i giocattoli se li costruivano da soli, sia per divertimento ma anche perché molto spesso i loro genitori non potevano permetterseli e quindi, a partire da materiali di riciclo o di scarto e con un mix di immaginazione e creatività se li realizzavano in autonomia".
L’evento
Dopo aver raccontato come si svolgevano i giochi, i bambini hanno potuto giocare con alcuni giochi che erano stati allestiti nella palestra della scuola dai volonterosi nonni. I ragazzi hanno potuto giocare con il gioco del tam tam, il gioco delle biglie, il gioco al tiro dei bersagli con dei piccoli bastoncini in legno simili a dei fucili con degli elastici, il gioco degli Sciangai giganti, il gioco lancia dischetti in legno, le racchette in legno con un pallina appesa a un piedistallo, i trampoli in legno. Tra tutti, il gioco più apprezzato dai bambini, il gioco del "Pirlì" che ha una storia tutta sua, di un nonno ma anche di un bidello in pensione che purtroppo è mancato due anni fa, ma che avrebbe voluto tanto esserci.
Il custode del "Pirlì"
Lorenzo era un uomo semplice, di quelli che si alzano all’alba e tornano a casa quando il sole è già calato. Bidello in una scuola di Milano, viveva in un piccolo paese della Bergamasca, il che lo costringeva a una vita da pendolare. Ogni mattina, con la sua borsa di pelle consumata, prendeva il treno delle 5:45 diretto a Milano. Il viaggio era sempre uguale: le facce assonnate dei lavoratori, il rumore metallico delle rotaie, il finestrino appannato nelle mattine d’inverno. Lorenzo conosceva ogni fermata a memoria, ogni annuncio gracchiato dagli altoparlanti, ogni variazione d’orario, tanto da poter anticipare il ritardo prima ancora che venisse annunciato. Arrivato a scuola, si trasformava nel custode silenzioso della vita scolastica. Conosceva i nomi di tutti i bambini e le loro abitudini, era il confidente di qualche genitore stanco e il punto di riferimento per qualche ritardo che gli permetteva di accudire i figli. La sua giornata finiva con un altro viaggio in treno, questa volta più rumoroso, con i pendolari che si scambiavano racconti sulla giornata. Lorenzo, invece, ascoltava in silenzio, godendosi quel momento di pausa prima di rientrare a casa, dove lo aspettavano la sua famiglia, una moglie e due figlie, una minestra calda e il tepore della sua casa.




