Vuoi pernottare in paese? paghi l'imposta di soggiorno
L'Amministrazione Drago sdogana il tributo anche nella Bassa bergamasca e l'anno prossimo conta di incassare poco meno di 30mila euro

Nella Bassa il Comune di Cologno al Serio fa da apripista e introduce l’imposta di soggiorno: 2,50 euro per chi pernotta negli alberghi e 2 euro per chi invece sceglie B&B, esercizi di affittacamere, per locazioni brevi in appartamenti turistici ammobiliati e ogni altra tipologia di struttura ricettiva non alberghiera.
L'imposta di soggiorno arriva anche nella Bassa
Sebbene Cologno sia uno splendido borgo, l’Amministrazione è consapevole che non può paragonarsi a Comuni che fanno del turismo una delle principali risorse, ma per far quadrare i conti questa entrata sarà utile perché, secondo l’Ufficio turistico della Provincia, nel 2023 i turisti sono stati diecimila l’anno e il pernottamento medio è stato di 13 notti. A definirla una "boccata d’ossigeno" è l’assessore al Bilancio Daniele Pezzoli che, in una delle ultime sedute consiliari, ne ha parlato presentando il Documento unico di programmazione (Dup) e il Previsionale 2025-2027 , seguiti dal regolamento che di fatto la istituisce a partire dal primo giugno. Contrarie le minoranze, astenuto il consigliere indipendente Francesco Basile.
Bilancio in sofferenza
"Il Bilancio è in sofferenza, in particolare sulla parte corrente - ha spiegato Pezzoli - gioco-forza per questioni di equilibri di bilancio dobbiamo introdurre questa imposta che non grava sui cittadini ma ci permette una piccola boccata di ossigeno. Una delibera regionale infatti definisce Cologno Comune turistico: evidentemente non siamo un paese che si affaccia sul lago né un paese di montagna e non siamo paragonabili a città capoluogo come Bergamo, tuttavia siamo un bel borgo che merita anche questo tipo di attenzione e quindi facciamo leva anche su questo aspetto. Nel circondario l’hanno introdotta i Comuni di Grassobbio, Zanica, Mozzo e Stezzano".
Il regolamento
Pezzoli ha presentato in sintesi il regolamento che istituisce la nuova imposta.
"Il presupposto è il pernottamento in qualsiasi struttura ricettiva e immobili destinati alla locazione breve - ha affermato l’assessore - il gettito è destinato a finanziare gli interventi in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, gli interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali, nonché i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti”.
Poi ha precisato che "la misura dell’imposta è determinata per persona e per pernottamento, articolata in maniera differenziata tra le strutture ricettive in modo da tener conto delle caratteristiche e dei servizi offerti, ed è stabilita da una delibera di Giunta".
Pubblicata in questi giorni sull’albo pretorio. Tra gli esenti, oltre ai cittadini residenti, ha citato i minori entro i 18 anni accompagnati da una persona che paga l’imposta, in ogni caso è necessario presentare un’apposita certificazione.
"I gestori delle strutture sono i responsabili del pagamento e rilasciano quietanza - ha concluso - per omesso o ritardato o parziale versamento è prevista una sanzione pari al 25% dell’importo non versato ma è possibile il ravvedimento operoso".
Per eventuali altre irregolarità scatteranno "sanzioni da 25 a 500 euro" e "i rimborsi non sono previsti sotto i 12 euro".
I dubbi delle minoranze
Una scelta che ha sollevato non poche perplessità in Aula. Il leghista Marco Picenni ha sottolineato la necessità di un periodo di transizione e ha paventato un possibile effetto boomerang "perché chi viene a dormire qui lo fa per ragioni di comodità e allora potrebbe farlo in Comuni adiacenti" e poi ha chiesto se gli operatori del settore fossero stati sentiti in merito. Il collega Thomas Picenni ha invece espresso scetticismo sugli incassi previsti (13mila euro da giugno a dicembre e fino a 29mila per il 2026), suggerendo anche di "destinare una parte dei soldi alle associazioni e alle attività che incidono sul turismo di vicinato". Ancora più duro il capogruppo di "Cologno Concreta" Massimiliano Del Carro:
"Non ho mai sentito un progetto, un’idea che invogli gli imprenditori a investire a Cologno e stasera mi sento presentare un regolamento che istituisce un’imposta di soggiorno che pagheranno proprio questi imprenditori perché al di là delle domeniche dei 'Castelli aperti' coloro che dormono qui lo fanno per ragioni di lavoro e verranno di nuovo penalizzati e sono quelli che portano lavoro. Capisco che c’è necessità di fare cassa ma bisogna tener conto del messaggio che passa all’esterno. Non posso pensare che per incassare quei soldi non abbiate un’altra idea...".
Pezzoli, dal canto suo, ha chiarito che "per istruire e valutare la modalità di gestione dell’imposta c’è tempo fino al primo giugno", che la riscossione sarà affidata all’esterno "per non gravare sugli uffici", che "è stata mandata un’informativa alle associazioni di categoria" e che i fondi "potrebbero finanziare la convenzione con la Pro loco e la manutenzione del fossato". Poi ha esplicitato la ratio che sta dietro la decisione di istituire la nuova imposta.
"Non sono i 13mila euro che risolvono i problemi ma nel 2026-2027 introiteremo quasi 30mila euro, non è poco - ha osservato - denaro che potrebbe garantire manutenzioni a rischio taglio, e che invece potrebbero aiutare il nostro paese a diventare più attrattivo, un luogo dove è bello venire a fare una passeggiata".
Parole che non hanno convinto le minoranze, contrarie, mentre il consigliere indipendente Francesco Basile si è astenuto.