Otto marzo, a Treviglio il raduno delle donne in politica e l'affondo dopo il "caso Colombo"
In città le amministratrici di centrosinistra della Lombardia per incoraggiare le donne a far ascoltare la propria voce in politica.

A Treviglio il Partito democratico ha "radunato" le amministratrici di centrosinistra della Lombardia per incoraggiare le donne a far ascoltare la propria voce in politica. Con il dibattito «È tempo per noi», che si è tenuto martedì sera allo Spazio Hub di piazza Garibaldi, la capogruppo del PD trevigliese Matilde Tura ha invitato la sindaca di Bergamo Elena Carnevali e la vicesindaca di Milano Anna Scavuzzo a confrontarsi con tante altre rappresentanti del territorio regionale sul ruolo della donna nella politica locale e nazionale, partendo proprio da quanto accaduto durante l’ultima seduta consiliare con la consigliera di maggioranza Silvia Colombo.
Tura: "Sul caso Colombo un effetto tsunami su tutto il centrodestra"
«La mia era una mozione di puro buon senso – ha esordito Tura – Proponevo di consentire alle donne con gravidanza a rischio e a tutti i consiglieri neo-genitori, sia uomini che donne, di collegarsi da remoto alle sedute consiliari. Quello che la maggioranza si è inventata per bocciarla l’ha sentito tutta Italia, producendo un effetto tsunami su tutto il centrodestra. La vicenda, pur essendo accaduta in un piccolo Comune della provincia di Bergamo, apre riflessioni su temi più importanti, come la natalità, le famiglie sempre più fragili all’interno di una società che invecchia, la conciliazione del tempo per il lavoro con il tempo per tutto il resto, le pari opportunità che arretrano tanto più si affermano le disuguaglianze. Auspico che queste tematiche diventino le pagine di un’agenda per noi del centrosinistra».
«Quello che è accaduto a Treviglio – ha aggiunto Carnevali – ha svelato un retroterra culturale che purtroppo esiste ancora. Viviamo ancora in una provincia in cui su oltre 200mila lavoratori circa 50mila hanno un reddito tra 8mila e 15mila euro all’anno e sono soprattutto donne, che pur essendo quelle che si laureano di più ricoprono pochi ruoli apicali e hanno spesso un lavoro intermittente. Per me è uno spreco di una metà del cielo che il nostro Paese e il nostro mondo hanno. Nonostante questo, non vedo tutto nero, perché per esempio nel Comune di Bergamo ci sono tante donne al suo servizio, che ricoprono anche ruoli di carattere dirigenziale, e questo dimostra che sono stati fatti dei passi in avanti, anche da parte di chi stasera è qui e amministra con dedizione, competenza e capacità».
"Era una mozione per le future generazioni"
Tra queste vi è anche Scavuzzo. «Tura dice che non si aspettava che da quanto accaduto a Treviglio nascesse un dibattito nazionale, mentre io penso che questa sia l’essenza della capacità di portare un contributo originale e metterlo a disposizione di tutti - ha detto la vice di Beppe Sala a Milano - Che venga da una città importante o da un piccolo borgo, da nord o da sud, se c’è di mezzo un valore, abbiamo il dovere di valorizzarlo. Abbiamo bisogno di raccogliere tutte le istanze di ogni contesto e di far crescere l’unità, stabilendo delle alleanze non solo tra noi donne, ma anche tra noi e gli uomini, per non creare lo squilibrio che noi stesse subiamo. La mozione di Matilde non era una mozione per le donne, era una mozione per le future generazioni che possono contare su genitori che si occupano di loro e del loro villaggio. Così, diventa la battaglia di una società sana che sa di avere bisogno di uomini e donne e riconosce l’importanza di dedicare del tempo ai più piccoli».
La necessità di stringere alleanze è stata poi ripresa da Chiara Drago, sindaca di Cologno al Serio.
«L’episodio di Treviglio è la dimostrazione di tutti gli stereotipi con cui la politica spesso ci mette di fronte, intendendo la politica come un modo per affermare se stessi contro l’altro. Questo non invoglia tante donne a fare politica locale perché spesso si sentono urlare contro “Stai zitta!”. Eppure, se oggi diverse donne ricoprono determinati ruoli, vuol dire che anche tutte le altre possono ricoprirli. Ma per farlo, dobbiamo lavorare sulle alleanze che possono portare a una politica diversa, che non è solo lo scontro di tanti ego dove si opprime e si umilia l’altro».
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