Mille morti sul lavoro da gennaio a novembre 2024, ma la provincia di Bergamo è tra le più sicure
Undici i decessi nella bergamasca con un'incidenza del 22,4%, peggio Brescia con 31 vittime
Sono già mille le morti bianche registrate da gennaio a novembre 2024, con un aumento del +3,3% (32 decessi in più) sull'anno precedente (a novembre 2023 si contavano 968 decessi), un record negativo che ha fatto piombare un terzo del paese in zona rossa nella mappatura realizzata dall'Osservatorio sicurezza e ambiente Vega. Ma non Bergamo: la provincia si posiziona agli ultimi posti, in zona bianca, con 11 decessi e resta tra le più sicure del Paese.
Mille morti sul lavoro nel 2024
Si chiude un anno nero (mancano ancora i dati di dicembre) per la sicurezza sul lavoro in Italia con 731 morti sul lavoro (14 in meno sul 2023) e 269 persone (46 in più sul 2023) - uomini e donne - che hanno trovato la morte in strada mentre si recavano o rincasavano dal loro posto di lavoro. Una conta devastante che colpisce in particolare stranieri e ultrasessantacinquenni.
“Sono soprattutto i cantieri a uccidere (147 le vittime) - ha commentato Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre - E ancora, come nel passato, i lavoratori stranieri fanno rilevare un’incidenza infortunistica ben superiore alla media nazionale. Dobbiamo proteggere in modo molto più efficace i lavoratori stranieri, lavorando sulla formazione per superare le frequenti difficoltà legate alla comprensione della nostra lingua e a un background culturale molto diverso dal nostro”.
L'identikit del lavoratore a rischio
L'Osservatorio Vega di Mestre ha elaborato, anche per il 2024, l'identikit dei lavoratori più a rischio (attraverso le incidenze di mortalità per milione di occupati). Un dato su tutti: il rischio di morte sul lavoro continua a essere più che doppio per gli stranieri rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 69,1 morti ogni milione di occupati, contro i 26,7 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro. L’incidenza più elevata si registra poi nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 131,5), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 49,7). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (254 su un totale di 731).
Alla fine di novembre del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi: sono 147. Seguito da Trasporti e Magazzinaggio (99), dalle Attività Manifatturiere (94) e dal Commercio (51). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro tra gennaio e la fine di novembre 2024 sono 50, mentre 30 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 164, mentre sono 45 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il martedì risulta essere anche a fine novembre il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi undici mesi dell’anno (20,2%).
Stabili le denunce di infortunio
Le denunce di infortunio totali crescono circa dello 0,09% rispetto a novembre 2023; erano 542.568 a fine novembre 2023, nel 2024 sono passate a 543.039. La maggior parte arriva dalle Attività Manifatturiere (65.777), seguono: Costruzioni (34.414), Sanità (33.660), Trasporto e Magazzinaggio (31.958) e Commercio (30.385). Le denunce di infortunio totali delle lavoratrici da gennaio a novembre 2024 sono state 193.606, quelle dei colleghi uomini 349.433. Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono 452.413 a fine novembre 2024: 150.316 le donne e 302.097 gli uomini. Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 358.200, mentre degli stranieri sono 94.213. La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 120.258 denunce (il 22,1% del totale).
Bergamo è zona bianca
A finire in zona rossa a fine novembre 2024 con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 31,0 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono Basilicata, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia. In zona arancione: Molise, Puglia, Emilia-Romagna e Calabria. In zona gialla: Liguria, Abruzzo, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Toscana. In zona bianca: Veneto e Marche.
Fa meglio rispetto alla media regionale la provincia di Bergamo che chiude l'anno all'81esimo posto in classifica tra le regioni italiane in zona bianca. Undici i decessi sul lavoro (su 490.985 occupati) con un'incidenza del 22,4%. Ben lontano dal 96,7% di Potenza che di casi ne ha contati 12 ma con una densità di popolazione e di lavoratori nettamente inferiore. Lontano anche dai 31 decessi della provincia di Brescia che si classifica dodicesima con un'incidenza del 56,5%, peggio di Napoli (33), Roma (43) e Milano (28).