Quattro giovani baristi rampanti per riaccendere la movida cittadina
Una nuova generazione di giovani imprenditori punta su locali che offrano novità per attirare pubblico, anche da fuori
La movida caravaggina negli anni si è spenta? E allora una nuova generazione di giovani imprenditori punta su locali che offrano novità per attirare pubblico, anche da fuori.
Una nuova generazione di baristi si affaccia in città
Negli ultimi tempi sono quattro i novelli baristi sulla piazza: Michele Colpani, che è subentrato alle vecchie titolari del "Papa Joe" che adesso si chiama "L’angolo di Michi"; Simone Botti e Denise Bianchi, nuovi titolari del "Cordiale"; Giulia Grieco, subentrata all’ex titolare della "Taverna del Caravaggio", che ora è diventata "Let it be". Storie diverse eppure simili, di ragazzi che hanno voglia di mettersi in gioco e puntano a rendere unici i locali che gestiscono, mettendoci passione e sacrificio.
Michele Colpani: "Ho fatto la gavetta e poi mi sono buttato, è bellissimo"
"A 14 anni mi sono iscritto all’alberghiero di Treviglio, l’'Abf', in particolare facevo sala bar - ha raccontato Michele, 21enne di Fornovo, con un viso da bravo ragazzo e tanta voglia di sfondare - sin dalla prima superiore ho cominciato a fare stages nel mondo del lavoro a Treviglio: prima alla casa di riposo 'Anni Sereni', dove facevo il caffè agli anziani ospiti e li accompagnavo in ascensore; poi alla mensa dell’Istituto salesiano in mensa, dove ero impiegato come aiuto cuoco e in sala davo da mangiare ai bambini, impiattavo e preparavo le vaschette per l’asporto, accompagnando anche chi le portava fisicamente alle altre scuole. Esperienze che mi hanno dato molto".
Quindi si è cimentato in un lavoro vero.
"Al ristorante e pizzeria 'La barca a vela' di Brignano ho fatto il cameriere, il barman e un po’ di tutto per sei anni. Nel frattempo per un anno sono passato al ristorante pizzeria 'Da Bassano' di Caravaggio e poi alla 'Bassanina' di Fornovo, dove mi occupavo anche di catering per i matrimoni".
Nonostante la giovane età l’esperienza maturata lo ha poi convinto a fare il grande salto.
"Conoscevo i vecchi gestori del locale e così, con l’aiuto dei miei genitori, quando ho saputo che vendevano la licenza mi son fatto avanti - ha detto con un sorriso - la proposta era allettante e mi sono buttato".
Rinnovato l’interno, ha aperto un paio di settimane fa.
"I primi giorni ho dormito due ore a notte - ha spiegato - l’impatto però è stato bellissimo. Per adesso offriamo colazioni e aperitivi ma punto a inserire anche i pranzi di lavoro. La sera stop alle 22.30, nel weekend alle 24. Non più tardi perché la mattina la sveglia suona presto, le brioches le farcisco io. È dura ma non mi spavento, perché amo questo lavoro".
Simone e Denise: "Puntiamo sulla particolarità dei nostri drinks"
"Io ho 29 anni e Denise 25, siamo subentrati alla vecchia gestione il 26 giugno di quest’anno - ha detto Simone, sicuro di sé - Io sono di Lurano e mi sono diplomato ai Salesiani in una scuola professionale con indirizzo operatore dei servizi commerciali, mentre lei di Pagazzano, diplomata allo 'Zenale Butinone' sempre di Treviglio, indirizzo turistico. La mia conoscenza del bar la devo tutta al maestro Ezio Falconi della 'Champagneria' di Treviglio, il mio percorso da barman inizia li. Dopo qualche anno di esperienza nei locali della Bassa e poi a Milano, con Denise ci siamo ritrovati al 'Bv rooftop' di Brignano: siamo stati fidanzati per quattro anni e poi, anche se le nostre strade si sono divise, essendoci grande stima reciproca a livello professionale abbiamo deciso di subentrare insieme alla vecchia gestione del 'Cordiale'".
Un locale per appassionati.
"Noi puntiamo sulla particolarità dei nostri drinks - ha rimarcato - io ho portato la mia esperienza nel campo di quella che oggi si chiama mixology, le ricette dei cocktails infatti sono mie, mentre Denise si occupa della sala. Il nostro locale è frequentato da gente che viene per l’80% da fuori, anche da Bergamo, Brescia e Milano. Clienti appassionati del genere: l’unico modo per emergere è diversificarsi dagli altri e offrire qualcosa che non c’è. Inoltre è fondamentale curare anche l’impatto visivo: oggi i giovani hanno bisogno di mostrare agli altri le esperienze condividendole sul web: non basta più il passaparola, prima si guardano le immagini, quindi investiamo anche sui social media. Abbiamo scelto il 'Cordiale' perché era già affermato, ma aprire un bar come il nostro è più facile nelle grandi città: nei paesi la gente è ancora legata allo standard di 20 anni fa e i prezzi dei nostri prodotti, in cui c’è un investimento notevole di tempo e materia prima, sono più alti. Chi si vuole impegnare nel settore ha prospettive ma rispetto ai tempi di mio padre, che gestiva il 'Sombrero', ci sono molte più restrizioni a livello di impatto acustico, per la musica dal vivo e il dj, sia per far ballare le persone, con più costi e burocrazia".
Giulia Grieco: "Ho lasciato un posto sicuro per lanciarmi in questa esperienza e sono stata ripagata"
"Non ho frequentato una scuola per fare questo lavoro ma è sempre stato il mio sogno aprire un locale - ha spiegato Giulia, 27 anni, caravaggina dalle idee ben chiare - il 4 febbraio dell’anno scorso ho colto l’occasione di realizzarlo nella città in cui sono nata - Prima avevo trovato lavoro come dipendente all’Autogrill dell’autostrada Brebemi, mi hanno assunto a tempo indeterminato ma dopo cinque anni ho capito che volevo creare qualcosa di mio, un posto che le persone che mi vogliono bene potessero chiamare 'casa'. Uno dei punti di forza del mio locale infatti è che i clienti si sentono coccolati anche solo per i consigli che offro sul caffè, su un drink, sul vino o una birra diversa dalle solite. Lasciare un posto sicuro per lanciarmi in questa nuova esperienza è stata una scelta coraggiosa ma sono stata ripagata. Ce l’ho fatta grazie all’aiuto della mia famiglia, delle mie amiche e del mio fidanzato. Proponendo cose nuove e serate a tema, con dei gadgets, la risposta della città c’è stata e sono molto contenta. Per lavorare bisogna pensare a eventi mirati che possano attirare diversi tipi di clientela. Il bar non lo fa la posizione ma la persona che lo apre".