Quaranta giorni in bicicletta per raggiungere Capo Nord
L'avventura di Luca Strepparola è raccontata nel docufilm pubblicato sul suo canale YouTube
Da Rivolta a Capo Nord in 40 giorni. E’ l’impresa di Luca Strepparola che, in sella ad una bici da gravel, da Rivolta d’Adda, suo paese natale, ha raggiunto Capo Nord. Una vacanza estiva particolare che ha portato Strepparola a cimentarsi in un’avventura da togliere il fiato che ha raccontato nel docufilm pubblicato la settimana scorsa sul suo canale YouTube.
Il docufilm di un viaggio indimenticabile
In quaranta minuti, questa la durata del video, sono stati racchiusi i quaranta giorni di viaggio: un avventura a cielo aperto tra territori incontaminati, paesaggi mozzafiato e città e paesi dalle mille sfaccettature.
Perché hai scelto di trascorrere la tua pausa estiva in sella a una bici?
"È da un po’ di anni che viaggio in bicicletta e mi sono innamorato subito di questo modo di girare il mondo. Con i miei video racconto le storie di viaggio in bici, ho unito così due miei passioni: il viaggio in bici e il videomaking. Infatti tutte le riprese del video pubblicato su YouTube sono state realizzate da me. Quest’anno sapevo di avere un po’ di tempo a disposizione perché il 30 giugno mi è scaduto il contratto dell’anno scolastico e quindi ho cercato di trovare una meta che mi allettasse e che mi facesse girare un po’".
Il ciclo viaggiatore rivoltano infatti, da poco 29enne, è laureato in Musicologia e sino a giugno è stato docente di sostegno alla scuola media Galmozzi di Crema.
Perché proprio Capo Nord? Era un tuo sogno nel cassetto?
"Ho scelto Capo Nord perché è il patentino del ciclo viaggiatore che abbiamo noi europei, a maggior ragione se si parte dall’Italia, e mi sono messo in testa questa meta. Il viaggio è iniziato il 10 luglio ed è durato circa 40 giorni. Il 19 agosto infatti ho toccato il punto più a nord dell’Europa continentale, Capo Nord in Norvegia. In totale ho percorso 4300 chilometri. Tra mezzi e bicicletta poi, mi sono “allungato” ancora un po’ per visitare una parte della Norvegia che mi interessava, un po’ di Svezia e Danimarca fino a Copenaghen dove poi ho smontato la bici per prendere l’aereo e ritornare in Italia. Quindi in totale sono stato in giro per quasi due mesi".
Un’avventura da togliere il fiato e per questo il 29enne rivoltano ha pianificato tutto nel minimo dettaglio.
Quaranta giorni non sono pochi, come ti sei organizzato?
"Ho cercato di essere più autonomo possibile: tenda e free camping. È stata di grande aiuto un’app molto in voga tra i ciclovaggiatori, attrezzando la bici con sacche per portare di tutto, tenda compresa. Ho infatti viaggiato quasi sempre da solo, tranne sulle Alpi e per qualche incontro con altri ciclovaggiatori. Poi nei Paesi Baltici mi ha raggiunto il mio amico Simone Pasin, che ha pedalato al mio fianco tra Lettonia, Lituania ed Estonia. A lui devo la mia passione per il gravel".
Durante la tua avventura hai avuto qualche difficoltà che ha messo "i bastoni tra le ruote"?
"Ho dovuto affrontare qualche guasto che ho cercato di superare serenamente, alcuni più lievi altri più seri come lo scoppio di un copertone in Lapponia dove non ci sono meccanici e quindi mi sono armato di pazienza e sangue freddo e ho cercato la soluzione più adatta. Altro aspetto complesso è stato il freddo al nord, nonostante fosse estate. Quindi temperature invernali con molta acqua".
Questo non sarà indubbiamente l’ultimo viaggio di Luca: in sella alla sua bicicletta sono ancora molte le avventure che lo aspettano.