Salute

Denti bianchi: meglio un trattamento sbiancante o le “faccette”? Facciamo chiarezza

Il dottor Paolo Piacentini fa il punto sulle soluzioni a disposizione per un sorriso che risponda a standard di bellezza sempre più elevati

Denti bianchi: meglio un trattamento sbiancante o le “faccette”? Facciamo chiarezza
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I trattamenti odontoiatrici negli anni si sono sempre più evoluti per poter soddisfare al meglio le aspettative e le richieste estetiche dei pazienti, con standard di bellezza sempre maggiori.
Tuttavia capita che il paziente non sia adeguatamente informato riguardo quale possa essere il trattamento o la terapia più adeguata per lui e per raggiungere il risultato auspicato.

Se si volessero ottenere dei denti bianchi e più allineati possibili, come tanti pazienti chiedono al loro odontoiatra di fiducia, le strade da percorrere sono principalmente due e ben distinte!
Innanzitutto, bisogna premettere che i denti da trattare non devono avere lesioni cariose in corso e tutte le eventuali terapie curative come ricostruzioni e devitalizzazioni devono essere state eseguite.

A questo punto è fondamentale valutare il sorriso nella sua integrità, capire quanto il trattamento vuole essere cosmetico, ovvero non invasivo, da interpretare come temporaneo, che non stravolge l’estetica originale ma semplicemente ne esalta le qualità senza alterarne la struttura, oppure ricercare qualcosa di radicale e più duraturo nel tempo ma da ottenere con un iter ben diverso, sicuramente più invasivo e costoso ma con risultati che possono essere stupefacenti.

Nel primo caso stiamo introducendo una terapia cosmetica di sbiancamento dentale, trattamento dalle molteplici sfaccettature ma che sostanzialmente descrive la pratica di depigmentare tutte le impurità residue, post igiene professionale, trattenute dalla superficie dello smalto dentale. Sono proprio queste impurità che portano gli elementi dentali ad assumere tonalità antiestetiche. Solitamente lo sbiancante più utilizzato è il perossido di carbammide a diverse percentuali di concentrazione in base al trattamento da eseguire, spesso applicato sulla superficie dentale ed attivato mediante lampade al plasma, led o laser, in modo da massimizzare la reazione chimica che permette tale depigmentazione.

Personalmente la tipologia di trattamento che prediligo è lo sbiancamento domiciliare. Con questa metodica, il paziente, ben preparato dall’operatore in studio, è in grado di gestire a casa il trattamento, in modo graduale e personalizzato, senza usare percentuali di prodotto troppo elevate. Il perossido, a concentrazioni elevate può sensibilizzare il dente o renderlo troppo poroso. Situazioni che potrebbero essere fastidiose o non permettere al paziente, nei giorni successivi al trattamento, di mangiare cibi con alto contenuto di pigmento o poter assumere bevande colorate o fumare (abitudine che sarebbe comunque molto meglio non avere). I trattamenti sbiancanti comunque non sono da considerarsi a lunga durata, due, quattro, otto mesi al massimo, poi vanno reiterati e mantenuti altrimenti il risultato decade. Ovviamente, forma e posizione non vengono modificati. Solo il colore viene reso più chiaro.

Se invece si vuole ottenere una forma dei denti armonizzata, un colore bianco, fino a raggiungere tonalità assolute, anche non possibili da ritrovare in un dente pur bianco ma naturale, avere un risultato duraturo negli anni e non deteriorabile dall’utilizzo di alimenti e bevande pigmentate ed un allineamento ottimale, bisogna ricorrere a dei rivestimenti chiamate faccette.
Per quanto riguarda l’allineamento, va esclusa la possibilità di intervenire mediante una terapia ortodontica che, attraverso l’utilizzo di apparecchi dentali fissi o con allineatori trasparenti, raddrizzerebbe i denti, correggendo la masticazione ed armonizzando il sorriso. Questo perché personalmente se l’unico obiettivo è l’allineamento dentale, sarebbe un’invasività troppo alta ottenerlo mediante applicazione di faccette dentali.

Le faccette dentali sono manufatti che possono essere progettati in modo molto diverso ,in base alla tipologia di rivestimento e di risultato estetico che si vuole ottenere, ed alla tipologia di superficie sulla quale deve essere posizionato. Le faccette possono avere spessore ridottissimo, paragonabile ad una lente a contatto, fino a spessori anche superiori al millimetro. La preparazione della sede dentale che ospiterà una faccetta potrà dover essere limata e sagomata a dovere, o semplicemente nei casi di rivestimenti puramente additivi la superficie dentale non verrà nemmeno levigata ,rimarrà quindi intonsa, solo detersa, ed in questo caso il trattamento potrà addirittura essere da considerarsi reversibile.

I materiali di pregio con cui solitamente vengono confezionate le faccette dentali sono la ceramica, la zirconia ed il disilicato di litio, Tuttavia anche il materiale composito (lo stesso con cui vengono eseguite le otturazioni ) anche se in modo nettamente meno performante e duraturo nel tempo, può dare buoni risultati. La pratica quotidiana odierna, mediante l’utilizzo di scanner intraorali e progettazioni personalizzate Cad CAM, permette di eseguire lavorazioni di rivestimenti con faccette anche solo con due singole sedute in poltrona per il paziente. Le sedute, eseguite in tempi molto ravvicinati, risultano poco invasive e portano in breve tempo a risultati eccellenti.

Tuttavia la lavorazione una volta ultimata porta il paziente a dovere accettare che il proprio dente deve essere percepito come più delicato. L’attenzione nella masticazione, la necessità di proteggere ancora di più gli elementi dentali da abitudini viziate come l’onicofagia o se il paziente è un soggetto bruxista, la necessità di applicare durante il sonno un bite di svincolo, una volta raggiunto il risultato auspicato ,saranno solo un piccolo sacrificio, ma da tenere sempre ben presente se si vuole mantenere integra la lavorazione per più tempo possibile. Qualsiasi scelta terapeutica si decida di intraprendere, terrei comunque come monito ,il principio di dare precedenza all’ integrità della masticazione prima di prendere in considerazione la parte estetica del sorriso.

Perché come in tutte le cose, è più importante la sostanza che l’apparenza, ma se si riesce ad avere entrambe… probabilmente si ha trovato un bravo dentista.

Dott. Paolo Piacentini

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