Cultura

"Ballate per disoccupati", l'urlo del trevigliese Alessio Accardi

L'artista trevigliese, classe 1984, sogna un tour in India

"Ballate per disoccupati", l'urlo del trevigliese Alessio Accardi
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"Ballate per disoccupati", si intitola così l'ultima L’ultima fatica discografica dell’artista trevigliese Alessio Accardi. Il disco ha  visto la luce lo scorso sabato, al termine di un percorso musicale iniziato nel lontano 2011, che negli anni lo ha visto partecipare e salire sul podio di diversi concorsi canori locali, nazionali e internazionali, tra cui spiccano il «Singer Contest» all'Hard Rock Cafè di Lisbona e «Area Sanremo».

Da Branduardi, Guccini, De Andrè e Neil Young...

Una passione, quella per la musica, che ha accompagnato Alessio fin dalla tenera età, non abbandonandolo mai, malgrado con il tempo abbia coltivato anche altri interessi, come quello per le auto d’epoca e quello per i viaggi.

«Da bambino – ha ricordato – mi sono sempre avvicinato alle band e alle orchestre locali perché ero incuriosito dagli strumenti. Ricordo che quando vedevo un cantante in televisione, dicevo sempre che da grande sarei diventato come lui. Crescendo poi, si sono delineati i miei gusti musicali. Al mio passato punk-rock ho sempre unito l’ascolto di Branduardi, Guccini, De Andrè, Neil Young, anche se i Nirvana sono sempre stati i miei idoli assoluti. Di recente inoltre, ho iniziato a sperimentare nuovi sound e ad avvicinarmi ad altri generi, come l’elettronica e lo sperimentale».

Un tale background musicale non poteva che trovare libero sfogo nella sua discografia.

«Ho pubblicato il singolo "Le faremo sapere" nel 2018, prodotto da Andrea Tripodi. Nel 2019, l’EP "Rivollusione", prodotto da Marco Giuradei, ha preceduto la pubblicazione di una raccolta di bside, a cui nel 2022 e nel 2023 hanno fatto seguito altri tre album, ovvero “1984”, “Universi & Metaversi” e “Pluriversi & Multiversi”. Lo scorso sabato infine, è uscito il mio ultimo lavoro “Ballate per disoccupati”, che rappresenta un mio ritorno al mondo folk e rock».
Composto da sette brani, «Ballate per disoccupati» è stato pensato e realizzato come un disco di protesta.

«In esso ho voluto portare e indagare a fondo la mia visione sul mondo moderno, analizzando temi come l’amore e lo scenario musicale attuale. Il titolo che ho scelto è una provocazione, ma anche una metafora. Vorrei che fossero gli ascoltatori a trovarne il significato in ogni traccia, magari cercando le varie citazioni che mi sono divertito a spargere nei diversi brani. Questi ultimi sono completamente realizzati da me. Ho scritto testi, musica e arrangiamenti. L’intero disco è interamente autoprodotto nel mio studio amatoriale, che si chiama “Vinello Studio”, mentre il mix e il master sono stati fatti al “Trinacria Studio” di Gessate».

... all sogno dell'India

Esibizione dopo esibizione, Accardi spera di calcare un giorno i palcoscenici dell’India, che con la sua cultura e le sue tradizioni ha conquistato un posto speciale nel suo cuore durante uno dei suoi tanti viaggi.
«Il mio sogno nel cassetto è tenere un concerto a Varanasi, città che ho già visitato e che è stata in grado di trasmettermi sensazioni ed emozioni uniche. Per il mondo della musica invece, sogno che ci sia una svolta e un ritorno all’arte nobile che era in passato, con la valorizzazione di artisti in grado di cantare con la propria voce, senza l’ausilio di strumenti come l’autotune, di cui ultimamente troppi cantanti stanno abusando».

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