"Che fine ha fatto il nuovo stadio San Defendente?"
Il piano di opere pubbliche triennale presentato dall'Amministrazione comunale di Romano ha scatenato lo scontro in Consiglio.
Il piano di opere pubbliche triennale presentato dall'Amministrazione comunale di Romano ha scatenato lo scontro in Consiglio.
Stop alla cittadella dello sport e via al sintetico del Comunale
Nel Consiglio Comunale di giovedì scorso, la Lista Civica "Paola Suardi sindaca" e il Partito Democratico hanno presentato tre emendamenti ad integrazione del Piano Triennale delle Opere Pubbliche. Tutti e tre sono stati respinti al mittente. Uno di questi riguardava la costruzione del nuovo Polo Sportivo a nord della Città dove ci sono 80 mila metri quadri che l’Amministrazione Nicoli ha destinato: "ad uso sportivo" e di cui il Comune è già proprietario per 15 mila metri quadri. Area quest’ultima che dovrebbe ospitare ilo nuovo stadio san Defendente dopo che il vecchio impianto è stato dismesso per i veleni trovati nel sottosuolo del campo da gioco. L’emendamento è stato esposto dal consigliere Giovanni Allevi che ha spiegato motivi che ha spinto i gruppi a contestare il piano triennale di opere pubbliche presentato dall’Amministrazione guidata dal sindaco Gianfranco Gafforelli.
"Abbiamo chiesto che si mettesse l’avvio dell’opera del “nuovo polo sportivo” indicando la necessità di realizzare un primo lotto fatto da un campo in sintetico per il calcio e il rugby.- ha detto Allevi - La sclta della Giunta è stata quella di privilegiare la realizzazione del sintetico al Campo Sportivo “Zaccaria Cometti”. Oltre a privare la Città dell’unico campo in erba, questa soluzione non risolve affatto il fabbisogno cittadino che richiede più campi, dopo la forzata chiusura del San Defendente. Certo, siamo contenti che qualche squadra in più della Romanese potrà allenarsi al Comunale. Tuttavia, anche in merito al calcio, i bisogni di Romano vanno ben oltre questo. E poi ci sono società sportive che, tra l’altro, resteranno a guardare".
Lo sport di Romano e la necessità di nuovi campi da gioco
"Un campo nuovo, così come da noi proposto, risponderebbe anche ai bisogni delle altre società calcistiche in città, con particolare riferimento a quelle che coinvolgono centinaia di ragazzi che così avrebbero una struttura in più da utilizzare per partite e allenamenti. - ha detto Giovanni Allevi - Inoltre, la nostra proposta prevede un campo che possa essere usato anche per il rugby, uno sport che può essere anche un’alternativa al calcio. La società Romanese avrebbe bisogno anch’essa di un ulteriore campo per gli allenamenti e le partite. Insomma, scegliendo di fare il sintetico al Comunale si perde l’occasione per incominciare a dotare, finalmente, la Città di un “polo sportivo” degno di Romano. Da considerare anche il fatto che, dare il via ai lavori, permetterebbe nel prossimo futuro di concentrare risorse e progetti, anche di privati, in un unico Polo, estendendoli al progetto degli 80 mila metri quadri a nord della città".
Come risolvere il problema delle risorse economiche necessarie?
"Siamo consapevoli che il polo sportivo, nella sua completezza, richiede tempo ed importanti risorse. - conclude Giovanni Allevi - Tuttavia, in Consiglio, facendo riferimento a quanto previsto dal Piano di Governo del Territorio su precise aree che verranno edificate da operatori privati, abbiamo dimostrato che il Comune incasserà più di tre milioni di euro, senza contare quanto si potrà incassare vendendo l’attuale San Defendente, al netto della bonifica. Quindi, ci sono risorse economiche per acquisire i terreni necessari, oltre a quelli già di proprietà e per realizzare, appunto, il primo lotto di questo nuovo “polo sportivo” che, è bene ricordarlo, gode anche di una deroga provinciale sulla legge per il consumo di suolo, in virtù della sua valenza sovra comunale. Ne avanzerebbero anche per sistemare le strutture di proprietà comunale che hanno bisogno di particolari manutenzioni. Sappiamo inoltre che ci sono anche dei soggetti privati che potrebbero ampliare il progetto del polo sportivo che, immaginiamo, non debba essere uno sforzo solo comunale. Pensiamo al palazzetto dello sport, al tennis, al padel o al pickleball che potrebbero attrarre nel tempo anche l’interesse di soggetti privati. Ma è chiaro che è Il Comune che deve avviare l’operazione".