A tu per tu con Valerio Fasolini: l’Archimede di Martinengo
Già mezzo secolo il 72enne aveva inventato la bici a batteria, un triciclo "ecologico" con cassone per raccogliere l’erba
Anche Martinengo ha il suo Archimede, un inventore che dai tempi dell’infanzia si cimenta in imprese complesse e al suo attivo ha parecchie opere, è Valerio Fasolini.
L'Archimede della città di Martinengo
Già mezzo secolo fa Fasolini, 72 anni, aveva inventato la bici a batteria, un triciclo "ecologico" con cassone per raccogliere l’erba, si era costruito un argano e mille altri marchingegni. Ma tra le altre, l’opera che spicca è un orologio a pendolo con un meccanismo molto diverso da quelli che si vedono abitualmente. In Comune, parrocchia e Pro loco sono presenti degli esemplari.
"Questo orologio artigianale è nato da una mia idea e da una grande passione per questo tipo di meccanismi che risale ai tempi della mia gioventù, precisamente all’ormai lontano 1965 - ha raccontato - i divertimenti allora erano pochi e la domenica, insieme ad altri ragazzi, davo una mano al campanaro, che era anziano e ci lasciava salire sul campanile per suonare durante la celebrazione dei battesimi. Ricordo che c’era la coda davanti alla porticina di accesso... aspettavamo con impazienza quel momento".
Ed è in quelle occasioni che, grazie al suo spirito di osservazione, Fasolini ha cominciato ha elaborare il suo progetto.
Un orologio speciale
"Mi fermavo a guardare il grande meccanismo dell’orologio e così, a furia di osservare e pensare, dopo un po’ di tempo costruii il primo meccanismo con il materiale e i mezzi che avevo allora: legno e traforo. Per la verità funzionò per poco... però funzionò. E dopo qualche anno lo rifeci in metallo, sempre usando il traforo. Iniziai il primo prototipo nel 1976 per finirlo nel 1980, lavorandoci quando avevo del tempo".
Il salto di qualità arriva nel 1995.
"Acquistai un vecchio tornio, una fresatrice e trapani a colonna, insieme a un notevole numero di attrezzi per la lavorazione dell'ottone e dell’acciaio - ha spiegato il 72enne - Da allora cominciai un grandissimo lavoro di progettazione con disegni e appunti su ogni componente, dal più piccolo al più grande, per un totale di 181. Un impegno davvero gravoso. Iniziai a realizzare anche tutte le dime e le maschere di foratura e di fresatura, nonché i divisori per fare ruote dentate... Inutile dire che dietro a tutto questo lavoro ci sono stati tanta pazienza, errori, delusioni e sacrifici. Quello che conta tuttavia è la soddisfazione di vedere l’opera funzionante, com’è attualmente".
L'orologio realizzato secondo le teorie di Fasolini è al di fuori degli schemi e delle regole dell’orologeria comune.
"Richiama i meccanismi che si costruivano nel 1600, quando si lavorava a mano e senza fretta, facendo le cose con cura - ha concluso - In futuro ho in programma di realizzarne altri, con un pizzico di fortuna e tanta buona volontà".
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