Cassano

E' ancora disperso il 25enne inghiottito dall'acqua dopo un tuffo nella Muzza a Cassano

Ancora un incidente, l'ennesimo nella zona del ponte Pecchio, tra Adda e Muzza

E' ancora disperso il 25enne inghiottito dall'acqua dopo un tuffo nella Muzza a Cassano
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Un ragazzo di 25 anni che risulterebbe residente a Treviglio (anche se dai primi riscontri non risulta registrato in anagrafe), è disperso nelle acque della Muzza dal pomeriggio martedì 9 luglio. Si trovava sulla sponda cassanese del canale parallelo all'Adda, insieme ad un gruppo di amici, quando si è immerso in acqua, all'altezza del ponte Pecchio dell'isola Borromeo, non distante dal Dopo Lavoro, quando la corrente l'ha trascinato via ed è sparito tra i flutti.

 

Ennesimo incidente sui fiumi, 25enne disperso

Il giovane, di origine egiziana, si sarebbe tuffato forse per recuperare un pallone, come riporta Primalamartesana.it. Ha chiesto aiuto, ma in pochi secondi la forte corrente del canale l'ha trascinato via.  Immediato l'allarme, lanciato dagli amici, ma nessuno ha potuto evitare che il 25enne fosse trascinato via dall'acqua, in un tratto in cui la corrente è notoriamente importante e in cui le operazioni di recupero sono complicate dall'orografia del fiume, in quel tratto in cui la Muzza si getta nell'Adda. Sul posto si sono portati un'automedica, i Carabinieri della Compagnia di Pioltello e la Polizia Locale di Cassano d'Adda, insieme al nucleo SAF dei Vigili del fuoco di Treviglio e ai Sommozzatori del Nucleo di Treviglio. Con loro anche due ambulanze ed un'automedica. Le perlustrazioni della zona, sia sulle sponde che in acqua, e non hanno però avuto frutto, e ora si teme il peggio. Le generalità del ragazzo non sono state ancora rese note, mentre continuano le ricerche.

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Pochi giorni fa recuperato il cadavere di Claudio Togni

A poche settimane dall'incidente sul lavoro costato la vita all'operaio Claudio Togni, l'Adda miete dunque un'altra vittima, stavolta - come troppo spesso accade - tra i tanti ragazzi che nonostante i divieti di balneazione decidono di tuffarsi in acqua, magari per affrontare un pomeriggio di caldo come quello di  ieri.

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Ogni anno la stessa strage sui fiumi, quasi sempre straniere le vittime. "Osservate i divieti"

Ogni anno, la stessa micidiale strage. Arriva l’estate, scoppia il caldo, e ad ogni weekend i fiumi della Bassa si popolano di bagnanti improvvisati. Giovani, soprattutto. Perlopiù stranieri, che trascorrono con amici e parenti gli afosi pomeriggi tra le lanche e le spiagge dell’Adda, oppure lungo il Serio, o anche accanto all’impetuoso Oglio che separa la Bergamasca dal Bresciano.

Balneazione vietata, ma i divieti non si rispettano

Inutile dire del resto che nella stragrande maggioranza di questi luoghi, splendidi ma pericolosi, la balneazione è tassativamente vietata.  Eppure, troppo spesso non si resiste alla tentazione di un bagno, e si sopravvalutano le nostre scarse capacità natatorie. Così basta davvero pochissimo: un piede in fallo che fa perdere l’equilibrio. Un malore improvviso causato dall’acqua gelida. Un’improvvisa ondata di piena, che nel giro di pochi secondi travolge spiaggette e isolotti. Oppure, fatalmente, il panico che coglie il bagnante quando la corrente diventa all'improvviso forte e nonostante le bracciate ci si rende conto che non ci si sposta di un solo metro. In un attimo si è esausti, e uscire dall’acqua diventa impossibile.

Il background culturale e quel pericolo atavico sconosciuto

Molto spesso - e la statistica in questo caso è davvero inchiodante - le vittime di questi incidenti sono stranieri. Forse per scarsa conoscenza dei luoghi, oppure più probabilmente per la mancanza, nel proprio atavico background culturale, di quegli insistenti e martellanti rimproveri di nonni e genitori: «Stare sempre lontano dal fiume» dicevano. E avevano ragione.

Travolto e ucciso da più veicoli in transito: cos'è successo stanotte su Brebemi

Quello che si sa è l'esito, agghiacciante: un giovane di 21 anni travolto e ucciso da più veicoli, in piena notte. Ma su come sia potuto accadere, è ancora fitto il mistero. Il giovane  Michele Luzzardi si trovava sull'asfalto, ma non è chiaro come sia potuto essere stato sbalzato fuori dal suo stesso veicolo - una Volkswagen Polo -  dato che il parabrezza è integro e l'urto laterale con il guard rail sembra essere stato sì sufficiente ad arrestare il veicolo ma non eccessivamente violento. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti c'è quella per cui la vittima possa aver abbandonato l'auto dopo l'incidente, magari per chiedere aiuto, e sia stato quindi travolto da un altro veicolo.

Riprese le ricerche del trevigliese disperso nella Muzza

Sono riprese questa mattina le ricerche del ragazzo di 25 anni disperso da ieri pomeriggio a Cassano d'Adda. Le operazioni sono particolarmente difficili, in quel tratto del canale Muzza che proprio all'altezza del ponte Pecchio si getta nell'Adda. Sul posto i Sommozzatori di Treviglio, che stanno al momento effettuando una ricognizione visiva delle sponde e del canale, perché la forte corrente rende impossibile mettere in acqua il gommone per le ricerche in profondità, e tantomeno l'immersione degli uomini-rana.

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