Martinengo

Trenta donne arabe cacciate dall’Oratorio insieme ai propri figli

Lunedì sera movimentato al San Luigi Gonzaga di Martinengo dove ha fatto discutere la decisione presa dal curato

Trenta donne arabe cacciate dall’Oratorio insieme ai propri figli
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Lunedì sera movimentato al San Luigi Gonzaga di Martinengo dove ha fatto discutere la decisione presa dal curato.

Donne cacciate

"Fanno troppo casino, fuori dall’oratorio". Un lunedì sera movimentato quello vissuto a Martinengo all'oratorio San Luigi Gonzaga. Sembrava una serata normale, con le famiglie che, visto il bel tempo, hanno deciso di passare qualche ora all’aperto, portando i propri figli all’oratorio. Ma qualcosa durante la serata è andata storta. Di punto in bianco il curato ha preso una decisione drastica, invitando, in modo diretto e perentorio, più di trenta donne, tutte arabe, con i loro figli ad andarsene dall'oratorio. La motivazione? Perché facevano casino. Increduli mamme e figli hanno chiesto spiegazioni ma il sacerdote inamovibile non ha cambiato idea, neanche davanti alle vibranti proteste di una piccola ragazza di dodici anni che al culmine della discussione avrebbe chiesto: "Per essere accettati dobbiamo essere bianchi?".

Spiegazioni

Il giorno dopo uno dei genitori ha voluto incontrare il curato per chiedere spiegazioni e soprattutto avere prove delle azioni eclatanti che avrebbero disturbato le altre famiglie. «Sono andato dal sacerdote a chiedere perché avesse mandato via tutte le donne con i figli - ha detto -. E soprattutto perché solo gli arabi dato che italiani, rumeni e albanesi erano rimasti a giocare all'interno dell'oratorio. Mi ha risposto che i marocchini facevano casino così gli ho chiesto chi fosse il colpevole, di visionare le immagini delle telecamere di videosorveglianza per individuare i responsabili, e che non era giusto cacciare tutti. Ma lui non ha voluto e basta».

La condanna

Quanto successo a Martinengo è stato aspramente criticato dall'associazione "Unione Musulmani" di Romano.

"Siamo sconvolti da questo tipo di discriminazione - ha detto Adil Lachguer -. Siamo cresciuti all’oratorio di Romano con un curato come Don Simone Pelis che ha sempre promosso l'integrazione e la condivisione. Pensiamo alle conseguenze di quanto accaduto a quanto grave possa essere l'affermazione di una ragazza appena dodicenne che dice: “Per essere accettati dobbiamo essere bianchi”. L'oratorio dovrebbe essere un luogo di condivisione, di educazione al rispetto oltre le razze, le etnie e le religioni. Quanto successo è inaccettabile. Chiediamo un incontro con il curato o con la parrocchia di Martinengo per capire cosa è successo e cosa ha spinto il sacerdote a cacciare così tante famiglie. Una soluzione va trovata e presto, per il bene della comunità che abita in città".

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