Piccoli comuni a confronto, ma all'incontro si presentano in pochi
Dei 250 sindaci invitati solo una ventina si sono presentati al convegno di questa mattina con l'Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani.
Oltre 250 inviti, ma all'incontro si presentano in pochi. Il tavolo di confronto, svoltosi venerdì mattina a Capralba, è stato comunque ricco di spunti d'interesse per i sindaci dei piccoli Comuni coinvolti, che hanno potuto discutere dei problemi delle proprie realtà.
L'associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani
Ad interagire con i sindaci presenti, quasi tutti provenienti dai paesi limitrofi, sono stati il sindaco ospitante del convegno Gian Carlo Soldati, la presidente dell'associazione Franca Miglio e l'altro relatore della giornata, Andrea Soregaroli.
Miglio e Soregaroli, in particolare, hanno fatto il punto della situazione circa le condizioni sempre più critiche in cui versano i piccoli comuni italiani, e hanno esposto un resoconto delle richieste avanzate dall'Anpci nelle "sale dei bottoni" di Roma.
Condizioni sempre più critiche per i piccoli Comuni
Sconfortante quanto emerso dal confronto tra i sindaci presenti. «Dal 2011 a questa parte noi piccoli Comuni abbiamo subito tagli del 48% - ha lamentato Soldati - ma nonostante questo siamo ancora in regola. Servono però delle semplificazioni, la politica nazionale deve essere diversa per i piccoli centri».
«Dal 2010 a questa parte - gli ha fatto eco Soregaroli - tutti coloro che hanno governato hanno scelto che il debito lo dovessero pagare i Comuni. I nostri bilanci sono sani, allora perché controllarli così rigidamente? Quando l'ho chiesto ai funzionari ministeriali mi è stato detto che si teme che i bilanci siano falsi. Mi chiedo come mai la Corte dei Conti sia così fiscale con i piccoli Comuni, ma poi ci siano grandi città con debiti di svariati milioni di debiti, come Catania. Un tempo le ispezioni ministeriali avevano valore, perché non le fanno più?».
La presidente dell'associazione, Franca Miglio, ha preferito porre invece l'accento sulle fusioni tra Comuni, spesso imposte e non sempre utili. «La politica è sempre più lontana da noi - ha dichiarato - e sta perdendo il proprio valore, sempre più tesa alla ricerca del potere personale piuttosto che del bene pubblico. Alle ultime amministrative per la prima volta ci sono stati Comuni senza alcun candidato, direttamente commissariati. La Corte dei Conti ha dichiarato il flop delle unioni di Comuni, dimostrando che esse non portano a risparmi, ma ciò nonostante si sta procedendo in questa direzione anche quando manca queste fusioni non sono utili né volute. Eppure Mattarella ha dichiarato che le unioni servono solo là dove siano convenienti e utili a migliorare la vita della popolazione, ma l'intento al momento sembra quello di far sparire i piccoli Comuni, probabilmente perché tra tutti gli enti siamo i meno identificabili».
I problemi comuni e la lettera alla Regione
Al termine dei discorsi dei relatori sono stati numerosi e concitati gli interventi dei sindaci presenti. Il sindaco di Campagnola, Rocco Guerini, ha lamentato l'assenza della Regione in occasione del nubifragio che aveva colpito il paese ad inizio giugno. «Abbiamo speso 230mila euro per rifare il tetto delle scuole, ancora inagibili, e la Regione non si è più fatta sentire. Mi han detto che se ci andrà bene riceveremo 30 o 40 mila euro, è una vergogna. Per fortuna mi hanno aiutato i sindaci dei paesi vicini, Pianengo e Cremosano».
Il primo cittadino di Agnadello, Giovanni Calderara, ha invece posto l'accento sui problemi legati alle emergenze: «Soprattutto sul sociale capitano delle emergenze - ha spiegato. - Sono cose che non si possono prevedere, ma come posso io sistemare queste spese senza attingere all'avanzo di bilancio, che è di 800mila euro. Ho i soldi, ma non posso usarli, e barcamenarmi tra questa burocrazia è impossibile». Calderara ha poi coniato quello che è stato eletto dalla sala come il motto dell'associazione: "Siamo stanchi di subire".
Dal confronto è emersa poi la volontà di reagire: «Noi non molliamo» ha dichiarato Franca Miglio. I sindaci presenti hanno infatti convenuto di scrivere una lettera in cui saranno raccolte tutte le problematiche varie legate in particolar modo al sociale e alle emergenze. La lettera sarà poi inviata alla Regione, con la speranza di ottenere un incontro alla presenza dell'Ancpi.
Emblematica anche un'affermazione di Franca Miglio: «La colpa di queste sempre maggiori imposizioni dall'alto è di chi le propone, certo, ma anche di chi le subisce in silenzio, di chi tace». Sicuramente non è stato un riferimento voluto, quello della presidente, tuttavia in un'aula dove su 250 sindaci invitati se ne sono presentati circa 20, si tratta di una considerazione che fa riflettere.