Femminicidio: l'assassino si è avvalso della facoltà di non rispondere

Disagio mentale e fatti di sangue, una correlazione che può essere la chiave di lettura di diversi fatti di sangue che hanno riempito in questi anni le cronache dei giornali. Ne è convinto lo psichiatra Giuseppe Tavormina, presidente del Centro Studi Psichiatrici (Cen.Stu.Psi.) e e egretario di "EDA" ed "EDA Italia Onlus".

"L’autore del reato di Cologno al Serio era già un paziente che soffriva di malattie dell’umore, come da lunga storia clinica che lo accompagna (già ricoverato negli ultimi 20 anni e seguito dal CPS locale) - ha commentato - Al di là di una valutazione terapeutica (adeguata o meno) che non posso fare, non conoscendola, bisogna senz’altro evidenziare il problema della corretta e costante assunzione delle cure che il paziente non sappiamo facesse (è probabile che non la assumesse correttamente). Le “malattie” depressive, inserite all’interno di un contesto di “umore instabile” (cioè “spettro bipolare” dell’umore), trascinano spesso la mente dentro il gorgo dell’impulsività violenta auto ed etero-diretta, dell’ossessione della vendetta violenta nei confronti del partner, dell’irrazionalità impulsiva accecata dall’odio che porta a perdere l’istinto di vita insito nel genere umano per acquisire quello di morte mai presente nell’uomo se non solo in condizioni di patologia grave. La foga dei pensieri “frullanti a mille” dell’uomo ammalato non riesce a farlo mai soffermare su alcuno degli aspetti sopra citati: lui vi scorre sopra a gran velocità con la rabbia interna che la accelera e ne brucia ogni residuo di sentimento. Eppure basterebbe una valida terapia, dopo un’attenta diagnosi, per rinormalizzare la “velocità eccessiva” di questa mente ammalata, per placare questa impulsività, e ridonare quiete ad una persona che non ce l’ha e non per colpa sua. Una terapia da assumere… La malattia non è una colpa".