Niente certificato di malattia con la Cad, usa le ferie per non avere richiami
Il lavoratore, senza medico di base, non è riuscito nell'emergenza ad ottenere i giorni e ne ha "bruciati" due di ferie per non ricevere una lettera di richiamo
Malato e senza medico di base, non riesce ad ottenere il certificato di malattia attraverso la Continuità assistenziale diurna (Cad) ed è costretto a prendere due giorni di ferie per non incorrere in una lettera di richiamo al lavoro per "assenza ingiustificata". Arriva da Calvenzano un'altra testimonianza di come, soprattutto nelle emergenze, il sistema della Cad abbia delle "falle" da sistemare.
Niente certificato di malattia con la Cad, utilizza le ferie
Ottenere un certificato medico per malattia da presentare al proprio datore di lavoro può diventare un’impresa se chi ne ha necessità si trova, come capita a tanti nella Bassa bergamasca, "orfano" di un medico di medicina generale. Senza il certificato si rischia una lettera di richiamo per "assenza ingiustificata" dal proprio posto di lavoro, altrimenti si è costretti a usufruire di giorni di ferie per tappare una falla nel sistema della Continuità assistenziale diurna che tanti cittadini stanno denunciando al nostro giornale.
"Ho letto sul numero della scorsa settimana (venerdì 23 febbraio, ndr) la vicenda capitata alla signora 50enne di Treviglio che ha ricevuto una lettera di richiamo al lavoro per non aver presentato il certificato medico - ha raccontato Christian Soldà di Calvenzano, responsabile tecnico in una ditta che si occupa di igiene ambientale -. Una situazione analoga stava per capitare a me un mese fa. Sono anche io senza medico di base da settembre dello scorso anno, quando il dottor Walter Lenzi ha lasciato l’incarico nell’ambito di Calvenzano, Caravaggio e Misano. Una mattina mi sono alzato con una forte gastroenterite. Non riuscivo quasi a stare in piedi. Ho così provato, attraverso la farmacia, a trovare un medico che mi potesse certificare la malattia e darmi i giorni da presentare al lavoro. Mi è stato risposto che per avere un appuntamento in zona bisognava prenotare una settimana prima, altrimenti c’era un medico disponibile il giorno successivo a Villa d’Almé. A quel punto, per non incorrere in una lettera di richiamo al lavoro, ho preferito utilizzare due giorni di ferie".
Il nodo del medico di base... fuori provincia
Soldà, nel frattempo, ha trovato un medico a Vailate disponibile a prendersi in carico come pazienti lui e i suoi familiari.
Mi sono informato con la nostra Asst, che mi ha indirizzato all’Ats di Crema che ha competenza sul territorio cremasco - ha proseguito Soldà -. Li ho contattati e mi hanno risposto che ero libero di fare la domanda per quel medico, ma essendo residente fuori provincia la mia domanda sarebbe stata rifiutata. Ok il fuori provincia, ma Vailate è a 2 chilometri da dove vivo, ma se mi serve un medico con la Cad devo andare a Villa d’Almè... Assurdo. Bisogna portare pazienza fino a che non formeranno nuovi professionisti. Io, però, mi chiedo in un mondo dove siamo costantemente connessi con tutti, come fa la pubblica amministrazione ad essere così distante dai problemi della gente. Tutto questo nella moderna e digitalizzata Lombardia. Credo che un po’ di sano e vecchio buon senso non guasterebbe a garantire un diritto sacrosanto come quello alla cura".
Cad e Case di Comunità in aiuto a chi è senza medico
Per quanto riguarda, invece, la prescrizione di ricette farmacologiche o per le visite la situazione sembra migliore.
In questi casi attraverso la Cad qualche medico nelle vicinanze, a Romano ad esempio, o rivolgendosi alla Casa di Comunità di Treviglio lo si trova - ha concluso il cittadino calvenzanese -. Le emergenze, però, sono un problema da gestire. Va peggio alle persone anziane, rimaste senza medico, che non hanno dimestichezza con le App o con internet e i computer. Per loro avere accesso ai servizi sanitari, senza un supporto, può diventare un’impresa impossibile".