Si è spenta Gigliola Baruffi, medico, insegnante e ricercatrice di fama internazionale
Questa mattina, lunedì 19 febbraio, si sono celebrati i funerali. Aveva 90 anni.
Una caravaggina che si era fatta strada nel mondo Gigliola Baruffi, senza però dimenticare la sua città dove ha voluto tornare. E' mancata venerdì 16 febbraio, lascia le sorelle Marta e Paola, i nipoti e i parenti tutti.
Gigliola Baruffi: una cittadina del mondo con Caravaggio nel cuore
Una vita all'insegna dell'intraprendenza quella di Baruffi, che ha vissuto la maggior parte della sua esistenza all'estero ma senza perdere i contatti con Caravaggio, dove ha voluto tornare per il suo ultimo viaggio. Nata in Eritrea, era arrivata in città con la famiglia, dove era cresciuta maturando la sua passione per la professione medica. Una mente brillante e la voglia di spendersi per gli altri l'hanno portata a frequentare la Facoltà di Medicina negli anni '50. Il suo lavoro nel campo della sanità pubblica è iniziato quando, da giovane medico in India, si è resa conto che gli stessi bambini che curava continuavano a tornare nella sua clinica: capì che quello che serviva era impedire che sviluppassero queste malattie. L'esperienza l'ha spinta a conseguire il Master in Sanità pubblica alla Johns Hopkins University a Baltimora, negli USA e, successivamente, si è recata in Bangladesh e ha lavorato per l'Organizzazione Mondiale della Sanità e la Banca Mondiale nel campo della salute della madre e del bambino e della pianificazione familiare. Professoressa emerita di sanità pubblica dell'Università delle Hawaii a Mānoa, quartiere della capitale Honolulu, ha vinto un premio per il suo lavoro permanente nel campo della salute della mamma e del bambino, insignita nel 2020 del Maternal and Child Health Lifetime Achievement Award dalla US Health Resources and Services Administration per il suo impatto sul campo. Ottenuta la cattedra all'Università delle Hawaii nel 1984, è diventata responsabile della borsa di studio per la formazione sulla salute materna e infantile alla School of Public Health. Qui ha lavorato come professoressa, ricercatrice, mentore e modello per 21 anni. Onore anche in Italia: nel 1995 ha ricevuto l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Il ricordo del nipote Vanni Pozzoli
A celebrare le esequie è stato il parroco don Giansante Fusar Imperatore, che nell'omelia ha ricordato Baruffi come "una cittadina del mondo, che ha vissuto la sua vita in tanti luoghi dove la vocazione, la sua professione e le sue attenzioni l'hanno portata di volta in volta". Una donna che però ha deciso di concludere la sua esistenza "nella sua città d'origine anche se non natale, qui in quelle relazioni parentele che sono quelle che sempre ci fanno sentire a casa. Anche se la nostra dimora sulla Terra è provvisoria".
Prima di dirle per sempre addio il nipote Vanni, membro della "Unione Corale Don Domenico Vecchi" , è salito sull'altare per leggere un pensiero pieno d'affetto per la zia.
"La nostra zia Gigliola, ha trascorso una vita intensa - ha detto - piena di grande impegno, di studio e di lavoro, ponendosi obiettivi sempre più importanti da perseguire, mai appagata appieno da quelli già raggiunti, sempre protesa verso nuove e impegnative sfide. La sua personalità indipendente l'ha spinta a trascorrere una vita affascinante, portandola a varcare i confini e le frontiere di tanti Stati del mondo, dove ha accumulato significative esperienza umane, entrando in stretto contatto con persone umili e povere, così come con quelle colte e potenti. Verso tutti ha però usato il medesimo rispetto e attenzione, qualunque fosse il suo ruolo in quel momento. Arrivò a Caravaggio da Asmara in Eritrea, insieme alla sua famiglia d'origine. Da subito però, il suo spirito intraprendente e coraggioso l'ha portata a svolgere la professione di medico in India e Bangladesh e poi, come insegnante e ricercatrice, in alcune università degli Stati Uniti. Da qui infine, circa sei mesi fa, ha compiuto il suo ultimo viaggio. Caravaggio era il luogo della sue radici, ma il mondo era la sua casa. A noi ha donato l'affetto mai sopito nonostante la lontananza: le sue lettere, i suoi messaggi augurali e le sue visite durante l'estate accorciavano le distanze, così come l'accoglienza nella sua casa per noi sempre aperta. I viaggi compiuti hanno sempre avuto un'andata e un ritorno. Ora, invece, il viaggio ha un'unica destinazione. Il saluto di oggi ha emozioni diverse rispetto alle altre volte. Ti ringraziamo. Gigliola, per tutto l'affetto che ci hai donato. Sarai ancora in noi e tra noi, nel cuore e nelle preghiere, con l'ammirazione e il ricordo gioioso della tua persona. Chiediamo a Dio di essere Lui ora ad accoglierti nel Suo regno di luce e di pace, senza più passaporti e permessi da mostrare e l'amore che ti ha accompagnata in tutta la vita, sia anche il nostro conforto. Così sia".
La salma è stata composta nella sala del commiato in circonvallazione Specchio e, dopo il rito funebre, la salma è stata cremata.