Gli agricoltori in protesta contro le direttive europee e un governo sordo
La manifestazione continuerà anche nei prossimi giorni quando gli agricoltori decideranno come proseguire nella loro protesta
Agricoltori in protesta a Cologno per difendere il valore dei loro prodotti. Si sta tenendo in queste ore il sit-in organizzato nel parcheggio della piscina di Cologno a cui stanno prendendo parte moltissimi agricoltori della Bassa e non solo.
Agricoltori in presidio
Un importante dispiegamento di Forze dell'ordine ha accolto, questa mattina, 30 gennaio 2024, gli agricoltori che hanno voluto prendere parte alla manifestazione nazionale portando la loro voce (e i loro trattori) per difendere gli interessi di un settore in crisi. Tante le iniziative simili che si stanno tenendo in contemporanea non solo in Lombardia, ma in tutto il Centronord e in Sardegna. Presente a Cologno anche l'assessore regionale Paolo Franco.
"Siamo un movimento autonomo spontaneo, apolitico, di giovani agricoltori, partito dal basso con lo scopo di dar vita a nuovo riscatto agricolo italiano - si legge sul comunicato diffuso dal coordinamento nazionale Riscatto Agricolo - La nostra identità richiama i valori intrinseci degli agricoltori, che si riconoscono nel lavoro, nella famiglia, nelle tradizioni, nel talento, nella passione e nei valori dei nostri territori. Siamo creatori di benessere e prosperità, capaci nei millenni di consolidare le nostre produzioni come le migliori al mondo, nel rispetto dell'ambiente e del valore della biodiversità, che vede il nostro Paese primo sul pianeta. Che ci muove e accomuna è l'orgoglio di essere i figli di intere generazioni di agricoltori, determinati e decisi a difendere fino in fondo gli insegnamenti dei nostri nonni e dei nostri padri. Siamo per il rispetto della libertà di impresa e dei principi costituzionali".
Tuteliamo l'agricoltura
Tra le richieste quella di un maggior rispetto nei confronti dell'agricoltura italiana non abbastanza valorizzata.
"Chiediamo con forza che venga corrisposto il giusto valore dei nostri prodotti - hanno sottolineato - Oggi la maggior parte dei frutti del nostro lavoro è sottopagato, i ricavi sono abbondantemente inferiori ai costi di produzione e questo, purtroppo, perdura da decenni: non vogliamo contributi, chiediamo solo dignità del giusto prezzo. Chiediamo una profonda, vera ed immediata, abrogazione di tutte le norme nazionali ed europee che obbligano, e ingiustamente comparano, l'agricoltura ad altri settori non produttori di cibo e derrate alimentari. Noi siamo i custodi della natura, non soggetti che inquinano".
Al Governo, il coordinamento, chiede il giusto sostegno alla produzione agricola "come unica fonte di produzione di cibo e di vita, abolendo ogni forma di speculazione chimico - industriale delle multinazionali farmaceutiche, che dietro una finta e indegna sostenibilità, vogliono distruggere l'agricoltura mettendo mano sulle nostre terre".
Non solo. Riscatto Agricolo ha chiesto anche un nuovo e più profondo legame con le scuole e la riduzione dell'Iva su tutti i prodotti
agricoli e sui beni primari trasformati, compresa l'Iva sul vino, nel corretto equilibrio di consentire a tutti di nutrirsi a un giusto prezzo.
Lotta ad oltranza
"Oggi con una mobilitazione in trattore senza precedenti, inizia in tutta Italia una lotta ad oltranza, seria e rispettosa, decisa ma nelle regole, per chiedere con forza, giustizia e soluzioni - hanno concluso - Mai più leggi contro l'agricoltura, mai più norme come la direttiva nitrati, leggi su emissioni in atmosfera che equiparano un'acciaieria a una azienda agricola, quote latte, prodotti chimici e sintetici commercializzati come alimenti sostenibili, speculazioni commerciali dei Future sulle derrate alimentari".
La manifestazione, infatti, continuerà anche nei prossimi giorni quando gli agricoltori decideranno come proseguire nella loro protesta.
No alle politiche comunitarie
"Siamo qui oggi a manifestare contro le misure europee che ci vengono imposte - ha spiegato la mozzanichese Alessandra Oldoni per Riscatto Agricolo - Cerchiamo di farci sentire per poter difendere l'Italia e la nostra agricoltura, dato che siamo il settore primario ma non ci sentiamo tutelati né dal Governo né dall'Europa".
A mettere in ginocchio il settore sono "le politiche agrarie comunitarie relative all'uso dei terreni", ha aggiunto Oldoni senza contare i problemi di approvvigionamento delle materie prime e l'aumento dei costi del carburante.
"Sono i consumatori che pagano il prezzo di questa politica sbagliata - ha concluso - Vedono i rincari ma non sono giustificati, il plus non va in tasca a noi, non siamo noi che speculiamo ma la grande distribuzione, la catena è troppo lunga".