Dopo 43 anni si chiude l’esperienza del gruppo Pro loco «Arti e Tradizioni»
Per decenni anima delle iniziative culturali del paese: "Abbiamo fatto tutto sempre col cuore"
Dopo una cavalcata durata 43 lunghi anni la fantastica avventura di «Pro loco Arti e Tradizioni» è arrivata ai titoli di coda.
La Pro loco «Arti e Tradizioni» saluta
Sembra incredibile ma Giancarlo Lecchi - l’uomo simbolo del sodalizio che finora ha saputo custodire il patrimonio materiale e immateriale del paese - e i suoi, dall’anno prossimo non saranno più nei cortili, nelle strade o nelle piazze a organizzare mostre, feste o sagre, non si occuperanno più di conservare il patrimonio storico-artistico cittadino, di girare filmati e pubblicare libri di storia locale che sono veri e propri scrigni colmi di fotografie e documenti preziosissimi per la memoria collettiva. Il tempo passa inesorabile e i volontari sono andati via via calando mentre i «vecchi leoni», pur mantenendo intatta la loro passione, non possono più farcela a mantenere il ritmo di un programma intenso, che animava la vita sociale canonichese tutto l’anno, senza nuovi innesti. E così cala tristemente il sipario, l’associazione che più di ogni altra ha lavorato per Canonica ed è conosciuta anche fuori dai suoi confini chiude i battenti. Un opuscolo che ripercorre i tratti salienti del suo incredibile percorso è stato allegato al tradizionale calendario che da anni il sodalizio distribuisce alle famiglie.
"Quello che siamo riusciti a fare in questi anni, l'abbiamo fatto con il cuore e per amore del nostro paese - si legge tra le altre cose - Ultimamente, il modo di vivere è cambiato e in modo troppo veloce, inoltre per alcuni iscritti sono cominciati i malanni. Di questa straordinaria esperienza umana e culturale e di tutte le iniziative partecipate con gioia da tanta gente resta un indelebile, nostalgico, indimenticabile ricordo ma anche la riconoscenza, la soddisfazione, il compiacimento e la sincera amicizia di tante persone. A tutti i canonichesi grazie di cuore".
Una storia da incorniciare
Un’era che si chiude dunque. E Lecchi ripercorre con la mente la storia dell’associazione che lui stesso fondò insieme all’amico Alessandro Crippa nell’ormai lontano 1979.
"A Canonica mancava “un qualcosa” per invogliare le persone a uscire dalle loro case, per ritrovarsi, parlare, ricordare, conoscere – ha sottolineato – così abbiamo rispolverato la nostra storia e le nostre tradizioni per riproporle ai più anziani e farle conoscere ai più giovani».
E da allora con i suoi collaboratori ha dato vita a tali e tante iniziative che l’elenco risulta lunghissimo, ma basti ricordare le gettonatissime sagre della ciliegia e del pesce, la festa dell’uva, il suggestivo presepio vivente e la simpatica Befana. Il gruppo si è sempre dato da fare anche per consentire il restauro di opere d’arte, ha costruito la cappella a San Rocco e collocato targhe in cotto in ogni cortile con sopra scritto il suo nome in dialetto, sempre per citare solo alcune delle tante iniziative portate a termine".
Un impegno alacre, ripagato da grandi soddisfazioni ma che ha prosciugato le energie fisiche dei volontari, causandogli anche qualche infortunio, come nel caso di Lecchi.
"Nel 1995 durante la sagra dei turtèi un movimento brusco mi ha costretto a un intervento all’ernia del disco – ha ricordato - Nel 2004, durante l’organizzazione del presepe vivente, sono caduto da una scala rompendo due costole… Nel 2015, al termine della Festa dell’uva, mi ha colpito anche una forte aritmia cardiaca, mentre nel 2019 allestendo la mostra dei presepi un asta di legno è finita in un occhio e nel 2022 al termine delle iniziative natalizie ho dovuto sottopormi a un altro intervento per i dolori a schiena, gamba e piede".
Lecchi ha dato davvero tutto per la comunità, ora è tempo di salutare.
"A malincuore devo fermarmi, con grande sofferenza e tanta nostalgia per quello che ho sempre fatto ma porto dentro ricordi bellissimi e incancellabili – ha concluso sereno – In questi 43 anni ho trovato collaborazione e sincera amicizia, voglia di fare, apprezzamento, serietà, entusiasmo e riconoscenza, ma ho incontrato anche invidia e cattiveria. Non importa, sono arrivati premi, riconoscimenti e anche tanti semplici grazie da parte dei concittadini che ci hanno spinto a continuare. Ringrazio l’attuale presidente Antonio Dendena e tutte le persone che hanno collaborato con me negli anni, e porto nel cuore la gratificazione e l’orgoglio per avere dedicato parte della mia vita al mio paese: Canonica d’Adda".