Legramandi: "Pubblicità all’iniziativa antiabortista? No, a tutto il volontariato cittadino, come sempre"
Polemica per una foto dello stand per «Un cuore che batte», che chiede una modifica alla legge 194, apparsa tra le altre sul profilo social del vicesindaco
Il vicesindaco di Caravaggio fa pubblicità all’iniziativa antiabortista? Un post con le foto dei volontari impegnati sul campo nelle loro diverse attività scatena rumors velenosi - soprattutto negli ambienti del Pd, non solo cittadino - che vedono al centro Ivan Legramandi, militante del partito fino a qualche anno fa.
Iniziativa antiabortista e post della discordia
Tra i banchetti apparsi sul profilo Facebook di Legramandi lo scorso 22 ottobre c’è anche quello per la raccolta firme a favore della discussa proposta di legge di iniziativa popolare «Un cuore che batte». Vista la storia politica dell’ingegnere che ricopre anche gli assessorati ai Lavori pubblici e alle Associazioni, la vicenda ha sollevato perplessità, in città e fuori. Ma lui, che pure ha lasciato il Pd anni fa ed è ora un civico, fa spallucce:
"Da sempre sostengo chi dedica del tempo per portare avanti le proprie idee nel rispetto degli altri. Quanto alla campagna in sé non entro nel merito".
Dunque solo un fraintendimento: ma se non c’è dubbio che il vicesindaco abbia sempre dato ampio al mondo del volontariato e dell’attivismo in genere, indipendentemente dal gruppo o dall’associazione in questione, non stupisce nemmeno che, di fronte a un tema delicato come quello dell’aborto, la scelta di dare visibilità all’iniziativa possa essere stata interpretata da qualcuno come una condivisione della battaglia invisa al centrosinistra, di cui Legramandi è considerato pur sempre un uomo di riferimento.
"Molto meno di prima - ha però precisato lui - del resto chi si pone questo problema dovrebbe chiedersi prima come mai ho lasciato il Pd cinque anni fa: una scelta molto dolorosa per me, che è maturata proprio di fronte a vedute ristrette come quella che ha partorito le critiche al mio post".
In ogni caso la campagna affronta un argomento spinoso e di grande impatto sulla società, tale da meritare un approfondimento, che il vicesindaco ammette di non aver fatto.
"Non conosco il testo della proposta di legge e quindi non commento" ha detto.
Il banchetto
A non entrare nel merito sono anche il consigliere comunale della Lega Rocco Lombardo, e le due consigliere di maggioranza Laura Lonati e Mariella Sapelli, rispettivamente appartenenti a «Lista civica Per Caravaggio con Bolandrini» e «Lista civica Bolandrini sindaco per Caravaggio», che erano presenti al banchetto in veste di vidimatori. Promotori della raccolta firme sono stati invece Flavio Rozza, ex presidente del circolo cittadino di Fratelli d’Italia e referente dell’associazione «Pro Vita e Famiglia», e Daniela Tovo, vicepresidente del Consiglio pastorale. Del resto il gazebo è stato allestito sul sagrato della chiesa, come annunciato dal foglio informativo della parrocchia: la diocesi di Cremona ha deciso infatti di dare visibilità all’iniziativa, a differenza di altre. A riprova di quanto la tematica sia controversa, nemmeno la chiesa cattolica ha una posizione unitaria.
Cosa dice la proposta di legge
Il 16 maggio 2023 è stata depositata in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare che punta a modificare l’articolo 14 della legge 194 del 1978, quella che legalizzò e regolamentò il diritto all’interruzione di gravidanza. In sostanza, i sostenitori della proposta chedono che il medico che effettua la visita che precede l’interruzione sia obbligato a far vedere alla donna intenzionata ad abortire il feto che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso tramite l’ecografia. Una tortura legalizzata, secondo molti, che punta a far «cambiare idea» alle donne intenzionate ad abortire inducendo sensi di colpa, peraltro in un momento già delicato e potenzialmente doloroso per le donne, utilizzando un esame strumentale senza alcuna motivazione medica.
Il Pd locale prende posizione
Il circolo del Pd cittadino sulla questione tiene a dichiarare ufficialmente la sua posizione in merito, per bocca del segretario Mirko Gatti.
"Ivan Legramandi se deve rendere conto a qualcuno delle sue scelte quello è il suo elettorato di centrosinistra, non sicuramente a noi perché ha lasciato il partito - ha affermato - impegnandosi in una lista civica concorrenziale alla nostra all’interno della maggioranza, a una storia con noi ma è finita. Noi pensiamo a portare avanti le nostre politiche e non ci preoccupiamo di ex esponenti. Dal nostro punto i vista la proposta di legge è violenta verso le donne che, un ricatto emotivo su donne che, nel momento in cui decidono di interrompere la gravidanza, non lo fanno a cuor leggero e vivono un momento difficile. Quanto a chi ha validato la raccolta firme è parte della democrazia, nessun giudizio da parte nostra".