Intervista

La paura di fallire in un mondo che corre: "Comunicare con i giovani per aiutarli a crescere"

I dati rilasciati dal Ats Bergamo sugli adolescenti apre a una nuova riflessione. Ne abbiamo parlato con la psicologa Michela Corti

La paura di fallire in un mondo che corre: "Comunicare con i giovani per aiutarli a crescere"
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Quali sono i disturbi che colpiscono gli adolescenti? E quali, invece, le buone pratiche da mettere in campo per aiutarli ad attraversare questo delicato periodo della vita? Ne abbiamo parlato con la dottoressa Michela Corti, psicologa e psicoterapeuta esperta in clinica sistemica dell’adolescenza, lavora in ambito privato con adolescenti e famiglie e nelle scuole del territorio.

Le psicopatologie in adolescenza

"Dalle ricerche emerge un aumento di psicopatologie in adolescenza - conferma Corti - Da una parte si riscontrano disturbi internalizzanti come ansia generalizzata, attacchi di panico, disagio psicologico in generale, fobia scolare e ritiro sociale. In aumento anche disturbi esternalizzanti come disturbi alimentari, autolesionismo e condotte suicidarie".

I dati del report di Ats Bergamo segnalano tra le principali richieste dei ragazzi agli sportelli psicologici ansia, problemi legati alla famiglia e relazioni con i coetanei.

"Anche la mia esperienza nelle scuole conferma questi dati - sottolinea - L’ansia è spesso legata alla performance, i ragazzi sentono molto le aspettative delle figure adulte sia rispetto al rendimento scolastico, sia anche in ambito extrascolastico (sportivo, ricreativo, ecc.)".

L'importanza della comunicazione in famiglia

Sempre più spesso gli adolescenti riportano disagi conseguenti a problemi che nascono in famiglia.

"Ciò che riscontro sono problematiche connesse ai conflitti coniugali nei quali i figli vengono involontariamente coinvolti - evidenzia - La relazione con l’adolescente di oggi risulta sempre più complessa. I genitori faticano ad aprire canali conversazionali e spesso non conoscono le cause delle chiusure e dei ritiri, sempre più frequenti".

Ma la ricerca del contatto, della comunicazione e del confronto risulta oggi ancora più importante per accompagnare l’adolescente nella ricerca di sé.

"Entrare in contatto significa saper cogliere le sfide della relazione che si co-costruisce nel corso del tempo e che può diventare uno strumento, a volte l’unico, per far leva sul cambiamento e sulla motivazione - spiega - Gli adolescenti di oggi vivono in una sorta di “accelerazione esistenziale” in cui il tempo non si ferma mai. È un’adolescenza molto diversa da quella vissuta dai genitori, sono bombardati da informazioni in diversi ambiti, alcune anche non richieste. C’è un continuo “fuori” che spesso non lascia spazio al “dentro”. Per questo è importante garantire loro momenti in cui possano confrontarsi con il mondo adulto, in uno spazio di riflessione che serva loro a costruire l’identità e l’unicità".

La paura di fallire e l'ansia delle aspettative

I giovani devono, poi, fare i conti con le aspettative del mondo adulto, spesso troppo pressanti.

"Si riscontra una pervasiva paura di fallire e il timore di trovarsi di fronte ad aspettative interne ed esterne fortemente idealizzate - chiarisce - In generale ciò che emerge nel lavoro con gli adolescenti e le loro famiglie è una difficoltà nei processi separativi con i genitori, soprattutto nelle situazioni in cui si sviluppa una patologia. Molto spesso i malesseri portati dall’adolescente sono dovuti anche alla gestione dei fallimenti nel ruolo di studenti o di figli, oppure legati ad una mancata appartenenza al gruppo dei pari, aspetto fondamentale in questa fase evolutiva".

"Conflitto e indipendenza: lasciamoli crescere"

Cosa possono fare, quindi, le figure che intervengono nella loro educazione e crescita personale?

"E’ importante da parte delle famiglie e dei docenti aiutare i ragazzi nell’individuazione di un percorso unico e personale, rafforzare la loro autostima ed essere più consapevoli delle aspettative del mondo adulto che ricadano sulle loro identità - conclude - Come è importante accogliere le spinte all’autonomia, lasciarli crescere e anche imparare a stare nel conflitto con loro, parte fisiologica del rapporto genitori-figli in adolescenza. Da parte delle Istituzioni e dei Servizi è fondamentale offrire azioni mirate ad individuare il disagio in un’ottica preventiva, al fine di non cronicizzare i disturbi e offrire ai ragazzi e alle loro famiglie un sostegno psicologico nel momento in cui si presenta il malessere".

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