"Mio figlio abbandonato con la sua disabilità": botta e risposta tra una residente e l'Amministrazione comunale
Una morenghese ha scritto una lettera aperta per raccontare le sue difficoltà con il figlio autistico e il mancato aiuto da parte del Comune.
"Mio figlio, abbandonato con la sua disabilità". Si intitola così la lettera aperta poi commentata dalla 38enne, originaria di Romano ma residente a Morengo da 12 anni, A.S.
A suo figlio servirebbe un trasporto da scuola a Romano
Suo figlio, che qui chiameremo con il nome di fantasia Andrea, frequenta la prima media e necessiterebbe di un trasporto al termine delle lezioni fino alla vicina Romano, dove abitano i nonni e dove lui ha necessità di stare per un paio d’ore, finché sua madre non rientra da lavoro.
Purtroppo, però, pare che ottenere questo tipo di servizio sia impossibile – ha raccontato la mamma di Andrea, che si è rivolta senza successo agli uffici e all’Amministrazione comunale – Mio figlio è autistico, affiancato a tempo pieno da un’insegnante di sostegno e un’educatrice. Purtroppo, però, qui a Morengo manca da sei anni un assistente sociale di ruolo a cui rivolgersi: la ragazza che attualmente presta servizio alcune ore a settimana ha cercato di aiutarmi, ma tutte le varie possibili soluzioni, per un motivo o per l’altro, sono state bocciate. - Così A.S., che si è anche detta disponibile a pagare per il servizio richiesto, ha iniziato a lamentare la propria situazione - Quando son venuti a saperlo, il sindaco e l’assessore ai Servizi Sociali Laura Gualandris mi han convocato: mi hanno rinfacciato di aver raccontato la mia storia e mi hanno parlato dei problemi economici dell’ente dicendomi che era già tanto che il Comune riuscisse a garantirmi sostegno ed educatrice. Ma siamo seri?
L'assessore Gualandris: "Servizio non dovuto, ma facciamo il possibile"
Diversa l’interpretazione dei fatti data dall’assessore Gualandris, che ha invece raccontato come stia da giorni cercando una soluzione al problema, ma come, al contempo, ciò non sia affatto facile.
Partendo dal presupposto che il Comune è tenuto a garantire a tutti l’accesso a scuola, quello del rientro non è un servizio che come ente dobbiamo assolutamente fornire – ha esordito Gualandris – Comprendo benissimo il problema della mamma in questione, che ci è stato riferito tra fine agosto e inizio settembre, e subito ho cercato una soluzione: dalle prime telefonate a varie cooperative, però, è emersa la problematica legata alla minore età del bambino in questione, oltre al fatto che ha una forma di autismo piuttosto importante, per la quale è necessario, oltre all’autista, un accompagnatore. Mi spiace che la signora non colga il tema: l’abbiamo incontrata una settimana fa perché sapevamo che lamentasse la nostra mancanza di volontà ad agire, e ciò francamente mi ha infastidito perché cerchiamo sempre di risolvere i problemi. Dire che non vogliamo aiutarla è una falsità, ed è anche grave. Quando ci siamo visti le ho spiegato il tema e la difficoltà nel trovare trasporto ed educatore avendo al contempo un prezzo che sia ragionevole per lei. Ribadendo che non è una cosa che siamo tenuti a fare, continuiamo comunque a fare il possibile per aiutarla, anche se, visto come si è organizzata con i nonni, mi sembra una pretesa più finalizzata a far polemica, che realmente necessaria.