Gli affreschi della Chiesa di San Rocco tornano a splendere grazie agli allievi del Fantoni
L'inaugurazione si terrà sabato 21 ottobre alle 10.30 al termine di anni di lavoro intenso
Si terrà sabato 21 ottobre alle 10.30 l'inaugurazione della restaurata Chiesa di San Rocco a Verdellino, grazie all’intervento voluto dalla Parrocchia di S. Ambrogio Vescovo e Dottore, al contributo della Fondazione della Comunità Bergamasca, e soprattutto al lavoro degli allievi del corso post diploma di Tecnico del Restauro dei Beni Culturali della Scuola d’Arte A. Fantoni di Bergamo, impegnati qui in due esperienze di cantiere scuola sotto la guida della docente – restauratrice Carla Bonomi.
Sabato l'inaugurazione del restauro
L’intervento, coordinato dall’architetto Francesca Gamba, ha visto l’autorizzazione della Soprintendenza dei Beni artistici e storici di Brescia. Al termine dei lavori è stata recuperata la decorazione e tutti gli affreschi dell’edificio, a compimento di un intervento di restauro conservativo.
"L’inaugurazione vuole essere l’occasione per presentare a tutti il recupero di un bene importante per la comunità - ha commentato con soddisfazione il parroco don Stefano Piazzalunga - La piccola chiesa si trova nella piazza principale del paese, ma con il tempo era finita in stato di degrado ed era stata aperta solo saltuariamente. Ora il recupero interno è completo. Mi sono rivolto alla scuola Fantoni perché avevo già avuto un’esperienza di collaborazione positiva in precedenza. La scuola si è resa disponibile e dunque con l’approvazione della Diocesi e della Soprintendenza il progetto ha preso il via. L’interno è davvero splendido, per l’anno nuovo c’è il desiderio di recuperare al meglio anche la facciata e tutto l’esterno".
L'esperienza "sul campo"
"Il corso post diploma – spiega Mario Bossi direttore CFP Scuola d’Arte Fantoni – è un progetto nel quale la nostra scuola investe da moltissimi anni. L’esperienza su beni reali è quello che contraddistingue tutte le fasi di laboratorio, costituendo uno degli elementi fondamentali per l’eccellenza del percorso e, al termine del triennio, anche ad esiti lavorativi che registrano percentuali altissime. Ci auguriamo che la Regione garantisca il finanziamento dando continuità ai fondi destinati ad un progetto di tale valore".
"L’incontro tra scuola Fantoni e Parrocchia ha consentito il restauro di un piccolo gioiello, grazie al lavoro fatto sono state recuperate anche le decorazioni novecentesche che erano state coperte nel tempo - ha aggiunto l’architetto Francesca Gamba, responsabile del progetto - Il contributo degli allievi è stato il valore aggiunto di tutto il progetto. Oggi, con una nuova illuminazione, lo spazio è suggestivo e intimo nella sua semplice bellezza".
Un progetto pluriennale
Negli anni la scuola d'Arte Fantoni ha recuperato sia in città che in provincia decine di dipinti, molti affreschi, ma anche sculture grazie proprio grazie alle attività di stage-cantiere previste nell'ambito del progetto formativo del corso di Tecnico per il restauro dei Beni Culturali. Il lavoro nella Chiesa di San Rocco a Verdellino porta a compimento un progetto pluriennale che ha visto impegnati gli allievi del corso nella prima e seconda annualità (triennio di studi 2021-2024). L’esperienza di cantiere scuola degli allievi si è conclusa lo scorso giugno per un totale di 500 ore (150 ore il primo anno e 350 ore il secondo).
"Sono molteplici - spiega Paola Carminati coordinatrice del corso - i vantaggi di questa operazione: le realtà territoriali possono conservare e valorizzare i loro beni e metterli nuovamente a disposizione delle proprie comunità. Gli studenti e i docenti del corso possono sfruttare eccezionali occasioni di esercitazioni su beni reali di grande pregio artistico e mettere le loro competenze al servizio del vasto patrimonio della nostra provincia".
Il restauro della Chiesa di San Rocco
La piccola Chiesa di San Rocco (denominata anche Oratorio dei SS. Rocco e Sebastiano) è situata nel centro storico di Verdellino. L’origine dell’edificio è antichissima, forse addirittura risalente al XIV secolo Nel 1583, il cardinale Carlo Borromeo, nel corso della visita pastorale, invita a restaurare l’edificio e lo assegna come sede alla Compagnia di “Scolaris Disciplinati”.
L’attuale edificio prende forma da tre corpi di fabbrica distinti: la Cappella campestre (sec. XIV – XV), corrispondente all’abside; l’aggregazione dell’avancorpo con arco trionfale (sec. XVI), corrispondente all’attuale presbiterio; l’aggiunta di una navata, innalzamento dei rispettivi corpi di fabbrica e ampliamento della sacrestia (sec. XVIII – XIX).
L’edificio, a pianta rettangolare, si compone di un’unica navata, divisa in due campate da due lesene e dalla relativa arcata.
"L’edificio - spiega l’architetto Francesca Gamba, a capo del progetto - si contraddistingue per la presenza di una serie di dipinti cinquecenteschi, dalle cromie intense, forse di Scuola Bergognonesca o, secondo altri studiosi, in parte attribuiti al pittore Antonio Boselli. La carenza di costante manutenzione, associata ad alcuni interventi manutentivi estemporanei e non sempre congrui con il contesto, ha contribuito al degrado della struttura".
Si è dunque resto necessario un intervento di restauro e risanamento conservativo sui principali elementi decorativi, sugli intonaci e gli stucchi delle pareti perimetrali e sugli affreschi, che manifestavano un insufficiente stato di conservazione.
"Gli affreschi - continua l’architetto Gamba - si presentavano in discreto stato di conservazione e la struttura muraria non presentava alterazioni di particolare gravità: si rilevavano lievi fessurazioni degli strati costitutivi causate da movimenti ed assestamenti strutturali, patine biancastre ossidative, tracce di sali, lacune con sollevamento e caduta della pellicola pittorica; si evidenziavano anche alcuni resti di scialbi non rimossi e segni della rimozione meccanica, attribuibili al restauro del 1930".
Un lavoro certosino
Nei mesi del cantiere scuola, gli allievi del Corso post diploma di Tecnico del Restauro per i Beni Culturali della Scuola d’Arte Fantoni, coordinati dalla restauratrice e docente Carla Anna Bonomi (abilitata MiBact) e dalla sua collaboratrice la restauratrice Elena Radavelli, hanno proceduto all’intervento conservativo.
"Gli interventi previsti – spiega Carla Bonomi - sugli interni della Chiesa di San Rocco hanno previsto un restauro conservativo degli affreschi cinquecenteschi dell’abside e delle cornici di contorno; un restauro conservativo e il reintegro degli intonaci degradati e del cornicione del presbiterio e della navata; il recupero e reintegro delle decorazioni pittoriche del 1930 delle pareti e delle volte".
"Previa esecuzione di rilievi puntuali anche fotografici – continua Bonomi – e di tutte le analisi necessarie per una valutazione accurata dello stato degli affreschi (analisi chimica della pellicola, analisi del quadro fessurativo, analisi delle superfici e delle stratigrafie, analisi dei depositi salini e delle patine), si è proceduto alle operazioni di pulitura a secco per rimuovere depositi superficiali; di pulitura per eliminare sporco, tracce di scialbi e ridipinture e desalinizzazione per rimuovere le patine biancastre; di consolidamento in profondità delle porzioni interessate da distacco; della stuccatura, previa rimozione di stuccature incongrue; dell’integrazione pittorica, mantenuta leggermente sottotono rispetto alle cromie originali per rendere distinguibili le integrazioni".
Il corso di Tecnico per il Restauro
Il corso (3000 ore in 3 anni) ha valore nazionale, ma è di competenza regionale: "La Scuola – spiega Mario Bossi - crede in questo progetto e ha deciso di dargli continuità negli anni, ci auguriamo che la Regione garantisca il finanziamento dando continuità ai fondi destinati ad un percorso di eccellenza".
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