Ok al marchio per i prodotti made in Caravaggio, istituita la De.Co
In Aula giovedì 28 settembre stato approvato all'unanimità il regolamento per la tutela e la valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali locali.
Istituita la «Denominazione Comunale di Origine» (De.Co), la proposta avanzata un anno fa da «Caravaggio popolare e solidale» è arrivata giovedì 28 settembre, in Aula, dove è stato approvato all'unanimità il regolamento per la tutela e la valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali locali.
Il Consiglio comunale dice sì alla De.Co
E' stato un voto unanime quello che giovedì sera ha dato il via libera all'istituzione della De.Co. Una vittoria per il presidente del Consiglio Carlo Mangoni, leader della lista civica «Caravaggio popolare e solidale», che crede molto in questa certificazione che può essere attribuita da un Comune per riconoscere, promuovere e tutelare i prodotti agroalimentari e artigianali, locali e particolarmente caratteristici del proprio territorio, come il salame di Caravaggio, cavallo di battaglia dell’associazione «Terre del Caravaggio», che ha fondato.
"Può essere davvero un’opportunità per spingere prodotti che hanno una storia, una tradizione, che nascono dalla cultura del territorio - afferma - Il regolamento prevede una commissione nominata dal sindaco, che il compito di valutare il disciplinare che regola la produzione e decidere se concedere la De.Co., che resta soggetta a vigilanza da parte del Comune e viene formalizzata con un marchio"
Il marchio sarà lo stemma della città
Quello sognato era il volto di Michelangelo Merisi, ma il titolare della proprietà è un istituto di Firenze.
"La questione era troppo complessa e abbiamo lasciato perdere optando per lo stemma della nostra città - spiega ancora Mangoni - Approvato il regolamento, potrà essere presentato alla commissione anche il salame di Caravaggio: il disciplinare è pronto da un paio d’anni".
Ma l’obiettivo di Mangoni è più ampio, nasconde una visione di sviluppo in controtendenza alla cementificazione che da anni sta divorando la Bassa.
"Riconoscere i prodotti tipici e incentivare la storia e la cultura del territorio significa orientare lo sviluppo del territorio - ha detto - quello agroalimentare, a cui si lega la nostra tradizione, rispetto a quello delle logistiche e dell’asfalto. Diecimila metri di capannoni danno un guadagno immediato alle imprese edili ma sono le attività manifatturiere ed artigianali che possono offrire continuativamente lavoro ai giovani".