"Grande raccolta di abiti usati", occhio alla truffa porta a porta: "Così si alimenta il mercato nero"
I volantini, che non riportano nessun riferimento all'ente promotore, sono stati avvistati in molti Comuni della Bassa bergamasca
Interi paesi tappezzati con volantini che richiamano a una "Grande raccolta" di indumenti usati e accessori destinati, però, a non si sa quale futuro. E non è l’unica incognita perché sul foglio che si trova affisso su porte e cancelli di moltissime abitazioni, non c’è alcun riferimento all’ente promotore dell’iniziativa.
Raccolta di abiti usati, ma è una truffa
Una mancanza di trasparenza che ha insospettito il sindacalista e attivista del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Rinaldi, residente a Cologno, dove ha trovato i primi volantini.
"Il messaggio è chiaro, si propone una raccolta porta a porta di indumenti e accessori come borse, cinture, coperte, lenzuola e tendaggi, da lasciare in strada con affisso il volantino - ha spiegato Rinaldi - Non c’è nessuna indicazione né dello scopo della raccolta né di chi l’ha organizzata. Questo fa pensare solamente che si tratti di una truffa".
Per questo motivo Rinaldi si è rivolto al Comune chiedendo dei controlli.
"Mi sono recato all’Ufficio del territorio e alla Polizia locale dove mi hanno confermato che non esisteva alcuna autorizzazione per questa raccolta - ha aggiunto - Lunedì mattina, mi hanno poi fatto sapere, la Polizia locale ha svolto dei controlli senza, però, riuscire a individuare nessuno intento a raccogliere sacchi o scatole con indumenti usati".
Volantini in tanti Comuni della Bassa
Il volantino, però, non segna una data in particolare ma si parla di "lunedì" (potrebbe quindi essere il prossimo, 25 settembre, ndr) o in un altro caso anche "martedì". Gli stessi volantini si trovano, inoltre, anche in altri Comuni della Bassa. Ne sono stati segnalati a Castel Rozzone, Pontirolo, Arzago, Pagazzano, Cologno e Bariano.
"Con il mio lavoro mi sposto molto sul territorio e quando li ho visti affissi anche in altri paesi non ho avuto dubbi che si trattasse di una truffa. Ho contattato i Comuni e la Polizia locale dei vari paesi ricevendo sempre la conferma della mancanza di autorizzazioni di qualsiasi tipo. Da Romano mi hanno assicurato che non c’è nulla che parli di una raccolta di indumenti - ha detto Rinaldi - Bisogna prestare molta attenzione perché, con l’idea di fare del bene e di aiutare chi è in difficoltà, si va invece ad alimentare il mercato nero. Senza autorizzazioni queste persone non possono ritirare proprio nulla, ma dobbiamo essere noi per primi a diffidare di queste iniziative che non riportano contatti, responsabili e destinazione dei beni raccolti".
Senza contare il danno d’immagine nei confronti di chi organizza e promuove lecitamente queste attività per aiutare le famiglie in difficoltà.