Vittime del Covid, entra nel vivo la causa civile: mercoledì la prima udienza
Sono oltre 600 i familiari delle vittime del Covid che, da tutta Italia, chiedono il risarcimento del danno parentale
Sono oltre 600 i familiari delle vittime del Covid che, da tutta Italia, chiedono il risarcimento del danno parentale a Regione Lombardia, Ministero della Salute e Presidenza del Consiglio. Entra nel vivo - con la prima udienza fissata per mercoledì - la causa civile.
Covid, al via la causa civile
Il periodo contestato dai cinque avvocati Consuelo Locati, Giovanni Benedetto, Luca Berni, Piero Pasini e Alessandro Pedone, che il 23 dicembre 2020 hanno intrapreso questo procedimento giudiziario, comprende sia la primissima fase quando a inizio 2020 gli enti chiamati a rispondere - secondo gli avvocati - non misero in atto tutta una serie di adempimenti di legge causando la morte di migliaia di persone, sia le fasi successive di gestione della pandemia fino a fine febbraio 2021.
“Tra questi morti ci sono molti nostri cari - spiegano dal direttivo dell’Associazione dei familiari delle vittime del Covid19 #Sereniesempreuniti, che partecipano e sostengono la causa - per cui chiediamo giustizia e il risarcimento delle loro morti evitabili”.
Mercoledì la prima udienza
Da quel 23 dicembre diversi familiari si sono uniti alla causa civile anche grazie all'attività di sensibilizzazione di #Sereniesempreuniti. Lo hanno fatto con altri tre interventi, di cui l’ultimo perfezionato giovedì scorso. Ora dunque i legali, l’Avvocatura dello Stato e le assicurazioni che si sono costituite per Regione Lombardia, potranno fare le prime mosse davanti al Giudice del Tribunale Civile di Roma. Mercoledì 24 maggio 2023 infatti, come previsto da mesi, si terrà la prima udienza: sarà a trattazione scritta, come previsto dalla recente Legge Cartabia.
“Abbiamo preparato le note da depositare in udienza - spiega Consuelo Locati - ossia quello che chiediamo al Giudice assumendo sommaria posizione sulle contestazioni che sono state mosse dalle assicurazioni e dalle controparti. Chiederemo inoltre i termini istruttori, ovvero i termini per depositare gli atti in cui dovremo contestare dettagliatamente tutte le argomentazioni avversarie, depositare le perizie dei nostri periti e citare i testimoni”.
"Confidiamo nella giustizia"
Di fatto l’udienza servirà proprio per la concessione dei termini istruttori, per tutte le parti in causa. Il Giudice farà sapere la sua decisione con il deposito dell’ordinanza a scioglimento della riserva. I familiari non saranno a Roma fuori dal Tribunale Civile, com'era successo l’8 luglio 2021 quando si erano costituiti il Ministero della Salute e la Presidenza del Consiglio.
“Il nostro supporto - continuano dal direttivo di #Sereniesempreuniti - è costante, come lo è stato per la Procura di Bergamo che ha lavorato anche grazie ai nostri esposti. Riteniamo che i nostri avvocati e il giudice debbano lavorare in serenità e confidiamo nella giustizia, viste le schiaccianti evidenze documentali che dimostrano le responsabilità di tutti gli enti chiamati in causa”.
La zona rossa
Da una parte dunque si contestano all’allora premier Giuseppe Conte e all’allora Ministro della Salute Roberto Speranza di non aver messo in campo le misure previste dalla legge, come il piano pandemico nazionale. Contestata anche la responsabilità concorrente di Regione Lombardia per non aver adeguato e attuato il piano pandemico regionale né aver istituito la zona rossa in bergamasca.
“Questi punti sono noti all'opinione pubblica grazie anche al mastodontico lavoro della Procura di Bergamo che ha chiuso l’indagine penale con 19 indagati - conclude Locati -. L’informativa è stata depositata anche a Roma a sostegno di tutta la documentazione che abbiamo prodotto a favore dei nostri assistiti. Ricordiamo infine che gli atti del procedimento civile sono visibili solo alle parti in causa perciò i dettagli possono essere forniti solo dai procuratori delle parti che agiscono in giudizio e non da terzi estranei”.