Morì a 24 anni alla Volvo Truck Center, a processo l'Ad
Sono trascorsi sei anni dal tragico incidente che costò la vita a Leonardo Scarpellini
Da una settimana aveva firmato il contratto indeterminato con la "Volvo Truck Center" di Boltiere dove lavorava già da due anni. Era felice, aveva solo 24 anni e una vita davanti ancora da costruire. Sono trascorsi sei anni da quel tragico giorno e lo scorso 31 gennaio si è tenuta la nuova udienza del processo per la morte di Leonardo Scarpellini, vittima di un incidente sul lavoro che vede imputato Giovanni Lo Bianco, amministratore delegato di "Volvo Group Italia" per la mancata vigilanza sul rispetto delle procedure.
Morì sul lavoro, Ad a processo
Nel fascicolo, ora in mano al pm Raffaella Latorraca, l’Ad – non direttamente ma attraverso i preposti, che hanno scelto il patteggiamento in sede di udienza preliminare nel 2019 – si parla della violazione del dovere di richiedere ai lavoratori con la mansione di addetto di officina l’osservanza delle indicazioni operative e una mancanza nella cura della formazione.
La perizia dell'accusa
Ed è proprio sulle procedure che si è focalizzata la perizia del consulente del pm, l’ingegner Paolo Panzeri, che ha escluso difetti nei componenti utilizzati. Quel 19 gennaio del 2017 Leonardo stava posizionando una molla pneumatica tra il telaio e la ruota del camion che stava sistemando. Per aiutarsi avrebbe utilizzato dell’aria compressa, ma il componente è esploso centrandolo in pieno petto e rendendo vana la corsa disperata in ospedale. Il 24enne è deceduto nel giro di poche ore.
Procedura non rispettata
Un’operazione non contemplata nelle procedure adottate da "Volvo" e consultabili da tutti gli operai attraverso un terminale presente in azienda. L’utilizzo di aria compressa è sconsigliato anche dall’adesivo di alert che si trova sul componente. L’aria, infatti, può essere utilizzata in sicurezza solo dopo aver posizionato la molla manualmente. Dalle testimonianze pare, però, che Leonardo non fosse l’unico ad adottare questa procedura per "facilitare" l’operazione.
"Un profondo dispiacere che non posso dimenticare"
Durante l’udienza è stato ascoltato anche l’Ad Lo Bianco che ha parlato della morte di Scarpellini come l’unico evento drammatico della sua carriera e "un profondo dispiacere che non posso dimenticare". Ma sulle procedure ha chiarito: "Nessuno mi ha mai segnalato un omesso rispetto alle procedure".
A stabilire l’eventuale responsabilità di Lo Bianco sarà il giudice Patrizia Ingrascì: la prossima udienza è prevista per il 21 febbraio.