E se Fara d'Adda, Canonica e Pontirolo diventassero un unico, grande Comune?
Nascerebbe il terzo Comune della Bassa per popolazione: 17.200 abitanti (più di Caravaggio) circa su 25 chilometri quadrati
E se Fara d'Adda, Canonica e Pontirolo diventassero un unico, grande Comune? A "gettare il sasso nello stagno" è stata la minoranza consigliare canonichese "Uniti per unire", guidata dal consigliere ed ex sindaco per due mandati Graziano Pirotta. L’idea, audace, è di ragionare su una fusione tra i tre Comuni, al fine di crearne uno solo con il corretto dimensionamento per garantire maggiori servizi. "L’idea, ne siamo ben consapevoli, rasenta l’utopia, ma per noi rappresenta la linea ideale da seguire: quella della collaborazione e della sempre maggiore integrazione tra i tre Comuni".
Un mega Comune dell'Adda?
Se l'idea di Pirotta andasse mai in porto, nascerebbe di fatto il terzo Comune della Bassa per popolazione: 17.200 abitanti circa, riunendo i circa 4200 di Canonica, i 5000 di Pontirolo e gli 8000 di Fara d’Adda. Supererebbe Caravaggio, davanti solo a Treviglio e Romano. Il nuovo Comune si estenderebbe su una superficie abbastanza vasta, 25 chilometri quadrati, lambita dall'Adda lungo quasi tutto il confine est: confinerebbe con Cassano, Vaprio, Boltiere, Ciserano, Brembate, Capriate, Arcene e Treviglio. Oltre ai tre centri abitati principali comprenderebbe anche la frazione di Badalasco (Fara) e la località di Fornasotto (Pontirolo).
Le reazioni: sindaci possibilisti (non tutti)
Un'idea futuribile? Difficile dirlo ora, ma diversi amministratori locali si sono detti possibilisti. Sulla stessa lunghezza d’onda di Pirotta, ad esempio, sono i primi cittadini di Fara Gera d’Adda e Pontirolo Nuovo, che, pur sottolineando che un simile passo necessiti di anni di avvicinamenti, non escludono l’utilità di una fusione in un non meglio precisabile futuro.
"Sinceramente è la prima volta che ne sento parlare e ammetto che nessuno di noi si è mai posto la questione – ha dichiarato la sindaca pontirolese Gigliola Breviario – Si potrebbe iniziare parlando di integrare altri servizi oltre a quelli già condivisi, ma da qui a una fusione vera e propria il passo è lungo e, mi sembra, un po’ azzardato. Non sono comunque contraria a lavorare insieme per unire le forze e collaborare".
"E’ chiaro che la sfera di cristallo non l’ha nessuno, e giocoforza in un futuro magari lontano le cose potrebbero definirsi in modo più compiuto – ha commentato invece Raffaele Assanelli, sindaco di Fara – Sicuramente alcune funzioni vanno integrate già da ora, perché siamo un territorio che già in diversi ambiti è unito, tra parrocchia, scuola e sub-ambito. E’ chiaro anche che un legame c’è e le interlocuzioni sono frequenti: la strada può essere quella, anche se sicuramente non è percorribile nell’immediato. Per esempio, già adesso noi cooperiamo con Pontirolo per la Polizia locale, e nulla impedisce a Canonica di intavolare un’interlocuzione per unirsi a noi nella gestione di questo servizio".
Porte chiuse invece da Gianmaria Cerea, sindaco di Canonica, che guarda invece oltre Adda.
"Non è una questione di schieramenti, ma di praticità e servizi... – esordisce invece il sindaco canonichese – E’ vero che condividiamo già parrocchia e Istituto Comprensivo, ma guardando i numeri due Comuni sono pochi e tre sono tanti. All’atto pratico siamo tre realtà geograficamente contigue, ma senza servizi di vicinato e comunque distinte. Mettere insieme tre quartieri di Treviglio o Milano è molto più facile in virtù di contiguità territoriale e servizi. Al di sopra di ogni colore – ha concluso Cerea – Se dovessi dire il Comune con cui fonderei Canonica sarebbe Vaprio, cui siamo storicamente più legati da parentele, mercato e parrocchie. Poi è vero che siamo decanati e province diverse, ma se uno dovesse decidere a rigor di logica, praticità e convenienza dei cittadini, i conti per me guardano verso Vaprio".