Cologno al Serio

Fare Verde denuncia: "Basta con il grilletto (della motosega) facile"

L'associazione ambientalista ha presentato un esposto in Procura dopo lo scempio perpetrato lungo la Provinciale Francesca.

Fare Verde denuncia: "Basta con il grilletto (della motosega) facile"
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Lo sciame di polemiche dopo lo scempio ambientale perpetrato lungo la Francesca nel territorio di Cologno al Serio non si è ancora placato. L’associazione "Fare Verde» richiama le Amministrazioni Pubbliche: "Stop al “grilletto” facile (della motosega) contro gli alberi".

L'esposto in Procura presentato da "Fare Verde"

Il taglio massivo di una ventina di alberi d’alto fusto sani, perpetrato dalla Provincia dalla rotonda con Urgnano fino al ponte sul Serio a partire dal 6 fino al 22 dicembre, continua a far discutere. Come Legambiente a sobbalzare è stata anche la sezione di Bergamo dell’associazione «Fare Verde».

"In relazione al taglio degli alberi del diametro fino a 70 cm siamo venuti a conoscenza a mezzo stampa - ha fatto sapere il sodalizio ambientalista con una nota a firma del segretario Elvio Valerio De Matteis - abbiamo inviato al Comune di Cologno, ai carabinieri forestali e alla Procura di Bergamo un esposto a mezzo pec il 19 dicembre scorso per verificare che le circostanze individuate dalla Provincia per il taglio fossero in linea con le normative vigenti, viste la taglia e la natura delle piante, fra cui alcuni bagolari, storicamente presenti su quel tracciato. Purtroppo fino al 23 gennaio non abbiamo ottenuto alcuna risposta, gli alberi sono stati tagliati e i ceppi perfino lasciati in loco fino a che le rimostranze della popolazione hanno portato la provincia a rimuoverli. L’assessorato comunale competente in materia ci ha inviato gli atti relativi al provvedimento di via Tasso a cui il Comune, essendo la Provincia ente preposto alla cura delle strade provinciali, non ha ritento di opporsi essendo stati citati genericamente pericoli per la sicurezza della sede stradale ex articoli 16 e 2 del Codice della strada, ed essendo stato promesso il ripristino in diversa sede della massa arborea rimossa".

"Ci sono i guardrail"

"Obiettivamente alcuni degli alberi rimossi erano molto vicini alla sede stradale e la loro potatura doveva essere frequente e anche posizionare una barriera di protezione era complicato, tuttavia altri erano ad una distanza che consentiva opere provvisionali atte ad evitarne l’abbattimento - continua nella nota “Fare Verde” - non per nulla quelli protetti da guardrail li hanno risparmiati. Sarebbe stato possibile posizionarne altri o installare schermature con pannelli, perché gli alberi aventi fra i 50 e i 70 anni erano precedenti l’articolo 892 del Codice civile che prevede una distanza di tre metri dal ciglio delle strade per alberi d’alto fusto e 1,5 per gli altri".

"Nessun confronto con la popolazione"

Poi un bacchettata per aver messo di fronte i cittadini di Cologno la fatto compiuto e non essere dotati degli strumenti previsti dalla legge.

"Vista la taglia e la natura degli alberi sia la Provincia sia il Comune avrebbero potuto dedicare alla questione un po’ di riflessione e confrontarsi con la popolazione - si prosegue - nel rispetto del paesaggio, della vita stessa delle piante e dei residenti. Sicuramente un Piano del verde pubblico approvato insieme a un regolamento, a un censimento degli alberi e a un bilancio arboreo come previsto dai «Criteri ambientali minimi» istituiti dal Ministero della Transizione ecologica avrebbe consentito al Comune una maggiore consapevolezza dei suoi diritti e dei suoi interessi. Questo vale per tutti i Comuni della Bergamasca: persino Bergamo, Dalmine, Treviglio e Seriate non ce l’hanno e Milano se n’è dotato nel 2021, a un anno dall’istituzione".

"I cittadini spingano le Amministrazioni ad adeguarsi alle normative"

In chiusura l’appello ai cittadini affinché spingano le Amministrazioni comunali a progredire su questa strada.

"Consigliamo a tutti i cittadini della Bergamasca di richiedere alle Amministrazioni di adeguarsi alla normativa vigente per conoscere e proteggere il verde pubblico, e alle Amministrazioni di avere meno il “grilletto” della motosega facile con le piante - si rimarca - perché ad abbatterle ci vuol poco mentre per farle crescere ci vuole molto più tempo e cura: il ripristino di un albero come i grandi bagolari abbattuti può avere un costo sul lungo periodo di svariate migliaia di euro, mentre mettere un guardrail e potarle ha un costo notevolmente ridotto".

In piena crisi climatica e con la qualità dell’aria non invidiabile che si registra in Pianura padana, forse sarebbe ora di cambiare registro.

"La salute pubblica passa anche per il sequestro di CO2 e per la climatizzazione che la volta arborea da agli ambienti in cui è presente - ricorda “Fare Verde” - senza contare gli aspetti floristici e faunistici e i loro riflessi nel benessere delle persone e dell’ambiente".

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