Arte

"Ecce Covid": 32 artisti raccontano l'angoscia della primavera nera in Bergamasca

Una mostra itinerante sulla tragedia collettiva del Covid, dedicata al periodo più buio della pandemia. Arriverà anche nella Bassa, a Spirano

"Ecce Covid": 32 artisti raccontano l'angoscia della primavera nera in Bergamasca
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Raccontare l'inquietudine e lo sgomento dei primi mesi della pandemia da Covid-19 in provincia di Bergamo, attraverso gli occhi di trentadue artisti bergamaschi e bresciani. È l'intento di "Ecce Covid", una mostra collettiva che aprirà alle visite sabato 3 febbraio in Sala Manzù, a Bergamo: 32 opere d'arte che condensano lo straniamento collettivo, l'angoscia, ma anche la rabbia e l'incredulità di fronte alla più grave tragedia collettiva del nostro secolo, che è costata migliaia di morti.

L'angoscia dei lockdown secondo 32 artisti: "Ecce Covid"

"Ecce Covid" è stata curata da Elisabetta Longhi in collaborazione con l’ "Associazione per Voi” (il presidente Pierangelo Volpini e uno degli scultori in mostra) con la consulenza di Manuel Bonfanti. Sculture, dipinti, opere grafiche si differenziano per linguaggi e stili, ma sono accomunati dal fil-rouge del racconto e dell'espressività, fotografando ciascuno un aspetto distinto della stessa, e indicibilmente complessa, catastrofe umana e civile piombata sulla Bergamasca (e poi su tutta Italia e sul Mondo intero) nei primi mesi del 2020.

Arriverà anche a Spirano

A patrocinare l'evento, oltre alla Provincia di Bergamo, sono stati cinque Comuni bergamaschi e bresciani, in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura: Adro, Calusco, San Giovanni Bianco, Sarnico e Spirano. Con loro anche l'associazione PromoIsola, e l'azienda "Montello". Sarà infatti una mostra itinerante: nel corso dell'anno raggiungerà tutti e cinque i Comuni coinvolti.

Ecce Covid è "dedicata al periodo più buio della pandemia, quando ancora non si sapeva come reagire a questa tragedia" scrivono gli organizzatori. "L’ inizio di un flagello collettivo che ha toccato le radici di Bergamo e Brescia che, sconvolte dall’ inatteso virus Covid 19, hanno dovuto far leva sulle loro capacità storiche di tenacia ed identità culturale, per un’ immediata reazione di sopravvivenza".

I trentadue artisti in mostra

I trentadue artisti in mostra sono Viveka AssemBergs, Giorgio Bertazzoli, Elio Bianco, Beppe Bonetti, Manuel Bonfanti, Walter Briola, Giancarlo Defendi, Ferrario Freres, Primo Formenti, Giacomo Grilli, Francesco Invernici, Elisabetta Longhi, Francesco Lussana, Antonio Mangone, Gio’ Manzoni, Petruska Merisio, Daniela Mologni, Renzo Nucara, Laura Orlandini, Alda Eleonora Piantoni, Ivan Picenni, Carlo Previtali, Luigi Radici, Maurizio Radici, Federica Ravasio, Almerto Salmoiraghi, Francesco Savinelli, Dario Tironi, Muriel Villa, Bruno Visinoni, Carla Volpati e Pierantonio Volpini.

Alcune delle opere esposte

Ecco alcune delle opere esposte, dal catalogo diffuso nel pomeriggio di oggi 30 gennaio 2023 dalla Provincia di Bergamo.

Freres Ferrario
Foto 1 di 5

Freres Ferrario - Piazza metamedica

Carlo Previtali
Foto 2 di 5

Carlo Previtali - Metamorfosi, Inferno c. XIII

Foto 3 di 5

Viveka Assembergs - C.C.M.M.

Luigi Radici
Foto 4 di 5

Luigi Radici - Ecce Ovo

manuel bonfanti
Foto 5 di 5

Manuel Bonfanti - The twilight of Pippi Pop

Venerdì 3 febbraio l'inaugurazione

La mostra resterà aperta dal 3 al 12 febbraio: da lunedì a domenica dalle 16 alle 18.30, il sabato e la domenica anche dalle 10.30 alle 12. L'inaugurazione, venerdì 3 febbraio 2023 alle 17.30, sarà accompagnata da un trio d'archi: Irene Forlanelli al violino, Flavio Bombardieri al violoncello e Flavia Giordanengo alla viola. La Sala Manzù si trova in via Camozzi - passaggio via Sora.

"La memoria che si consuma"

"La memoria è una risorsa preziosa, ma che si consuma. Possiamo paragonarla ad una fiaccola che passa di mano in mano, ma la sua fiamma lentamente diminuisce. Quindi essa non si conserva, né si tramanda" scrive nel saggio critico che accompagna il catalogo della mostra la storica dell'arte Orietta Pinessi. "Queste immagini, belle e provocatorie, che testimoniano un’epoca senza precedenti, sono tutte opere che ci permettono innanzitutto di approcciare l’arte in generale, quindi di entrare nel mondo degli artisti venendone sorpresi, perché quanto esposto è anche un qualcosa che ci appartiene e che ci fa correlare l’arte alla vita, alla vita nostra e di tutti coloro che con noi hanno interagito e ancora interagiscono, per un più pieno sviluppo del nostro cammino".

Malanchini: "I caratteri bergamasco e bresciano sono emersi in tutta la loro forza"

"Come ha sostenuto George Bernard Shaw: 'Si usano gli specchi per guardarsi il viso e si usa l’arte per guardarsi l’anima'. Una citazione a me tanto cara e che in questa collettiva, così intimista, trova la sua massima espressione. Dopo l’enorme sofferenza patita dai nostri territori, i caratteri bergamasco e bresciano sono emersi in tutta la loro forza e la loro determinazione, con ancora più voglia di ricostruire e collaborare per ripartire insieme. È con questo spirito che la mostra itinerante, che unisce artisti bergamaschi e bresciani, molti dei quali riconosciuti a livello mondiale, darà la possibilità di ammirare opere di grande rilievo ai cittadini delle due Province coinvolte e delle aree interessate dalle tappe dell’iniziativa" è il commento del consigliere regionale Giovanni Malanchini, che apre il catalogo della mostra.

"Trentadue artisti bergamaschi e bresciani, che si sono espressi attraverso la pittura, la scultura e le più recenti forme d’arte, e che hanno creato rispondendo alla precisa domanda, posta dal curatore, su cosa hanno provato durante i lockdown e durante la prima fase della pandemia, quando regnava l’incertezza assoluta, seguita poi dal dolore per le tante morti da essa sono derivate" aggiunge la consigliera delegata alla Cultura della Provincia di Bergamo Romina Russo.

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