Appartamenti fantasma a Romano, occhio alla truffa
E’ ancora allarme truffa sugli affitti: la Polizia locale è intervenuta per sequestrare dei cartelli che annunciavano la disponibilità di case in realtà inesistenti.
E’ ancora allarme truffa sugli affitti a Romano, la Polizia locale è intervenuta per sequestrare dei cartelli che annunciavano la disponibilità di case in realtà inesistenti.
Finti affitti
Professori, liberi professionisti, ma anche privati cittadini interessati a cambiare casa e a venire ad abitare a Romano: sono diverse le vittime dei truffatori, ancora a piede libero. E’ ancora allarme affitti a truffa in città. Nei giorni scorsi, la Polizia locale è intervenuta per sequestrare dei cartelli che annunciavano la disponibilità di affitto di appartamenti. Gli agenti hanno rimosso i cartelli in via Pascoli, dove veniva reso disponibile un appartamento, in realtà non esistente, ad un prezzo irreale per le metrature descritte.
I precedenti
Una truffa già nota e la cui modalità di raggiro era emersa nel settembre del 2022 quando presunti immobiliaristi affittavano direttamente "da privato" splendidi appartamenti a Romano, già arredati e a prezzi stracciati. Peccato che non esistessero, né loro né gli appartamenti: avevano rubato l'identità di un'ignara signora milanese, e semplicemente, incassata la cauzione da 500 euro, sparivano nel nulla. Ad indagare sulla vicenda era stata anche allora la Polizia locale della Bassa orientale, che ha aperto un fascicolo contro ignoti. Tutto è cominciato quando al comando sono arrivate le prime segnalazioni da parte di potenziali inquilini truffati. Si trattava di parecchie persone: stando a quanto emerso, molti liberi professionisti, o professori, che si trovano nella Bassa per motivi di lavoro. Cercando un alloggio, si erano imbattuti in due cartelli di "Affittasi", il primo in zona Cappuccini e il secondo nella zona di via Garavelli.
Come funziona la truffa
Contattando il numero di cellulare indicato, avevano fatto la conoscenza dei presunti locatori, e avevano cominciato a prendere informazioni sugli appartamenti in vendita. Questi avevano pensato a tutto: via WhatsApp condividevano foto dei locali, e informazioni sull'immobile (inesistente) perfettamente coerenti e verosimili. Poi chiedevano una caparra da 500 euro per "bloccare" l'affitto. Non solo. Per rassicurare gli inquilini - che non li avevano mai visti in faccia - sulla loro identità e sulle loro "buone intenzioni", trasmettevano via WhatsApp anche la foto della carta d'identità della presunta proprietaria degli appartamenti che affittavano. Era effettivamente un vero documento, di una distinta signora residente nella provincia di Milano. In parecchi ci sono cascati: hanno pagato, e quando è arrivato il momento di prendere possesso dei locali, hanno cercato inutilmente di rimettersi in contatto con gli intermediari: spariti. Era emerso che la fantomatica proprietaria esisteva davvero, e non c'entrava nulla con i fatti: si tratta di una signora di Milano, cui ignoti mesi prima avevano rubato il portafogli con dentro i documenti.
L'appello del comandante
"Bisogna diffidare sui cartelli recanti la scritta affittasi. In città la disponibilità per questo tipo di locazione è davvero minima e l’opportunità di avere abitazioni a canoni troppo bassi per gli standard medi cittadini dev’essere un campanello d’allarme per chi cerca casa. Questi truffatori poi agiscono facendo pressione sulle vittime dei raggiri che, in tempi brevi, hanno bisogno di un appartamento in città - ha detto il comandante Arcangelo Di Nardo - Invitiamo chiunque riconosca le modalità con cui agiscono ad agire con cautela. Innanzitutto, occorre richiedere di visionare l'appartamento, e poi una volta trovato l’accordo economico, sottoscrivere il regolare contratto e pretendere la registrazione. Qualora questo non avvenisse devono segnalare e denunciare, in modo tale da non cadere nella trappola dei truffatori".