La complicata faccenda dell'IVA sulle zucche di Halloween
L'Agenzia delle entrate ha prodotto un dotto trattato di "zuccologia fiscale", per rispondere al quesito di un'azienda italiana che si occupa di commercio all'ingrosso di ortofrutta.
Quale aliquota IVA va applicata sulla vendita delle zucche di Halloween? Difficile pensare che il problema tolga il sonno alla maggior parte di noi, ma per le decine di migliaia di punti vendita che anche in Italia, in questi giorni, stanno commercializzando in gran quantità zucche di ogni colore e forma, il problema si pone davvero. E anche la soluzione dell'Agenzia delle entrate, espressa a mezzo di un dotto trattato di zuccologia fiscale di cinque pagine, è interessante.
L'Agenzia delle entrate e il problema delle zucche di Halloween
Il parere (disponibile online, è il numero 523 della Direzione centrale Piccole e medie imprese) è stato pubblicato settimana scorsa, il 21 ottobre, sul sito dell'Agenzia, a partire da un quesito posto da un'azienda che si occupa di commercio all'ingrosso di prodotti ortofrutticoli. E sviscera la questione posta da un contribuente dirimendo (quasi) ogni dubbio. E visto che ad Halloween mancano poche ore, sarà il caso di farsi una cultura.
L'Iva, com'è noto, è un'imposta che si applica sul "valore aggiunto" di ogni fase della produzione e di scambio di beni e servizi. In Italia l'aliquota ordinaria è del 22%, ma alcune categorie di prodotti godono di aliquote ridotte. Per giurisprudenza della Corte di Giustizia UE, l'utilizzo di queste riduzioni costituisce "un'eccezione" all'applicazione dell'aliquota IVA ordinaria "e pertanto il loro impiego, per principio generale, deve essere oggetto di interpretazione restrittiva" spiega l'Agenzia delle entrate.
Tra le tipologie speciali di beni con un regime fiscale vantaggioso per produttori, commercianti e consumatori ci sono gli ortaggi e la frutta destinati all'alimentazione (che godono di un'aliquota al 4%) ma anche alcune "parti di piante destinate ad ornamento", come i fiori, che sono tassati al 10%.
La Nomenclatura dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli
Ma quali ortaggi sono compresi nella riduzione al 4%? E in che forma? E quali parti di piante, di preciso, godono invece dell'aliquota al 10%? Ma soprattutto: la zucca ornamentale è più una zucca o più un ornamento? Qui sta il dilemma.
Il parere fa riferimento ad un altro parere tecnico rilasciato dall'Agenzia delle Accise, dogane e monopoli, che l'Agenzia delle entrate ha preso come base per esprimersi.
Il discrimine principale è, sostanzialmente, la commestibilità. Normalmente le zucche commercializzate come "zucche di Halloween" sono etichettate nei supermercati come "non destinate all'alimentazione", talvolta perché particolarmente dure, altre volte proprio perché appartenenti a specie non commestibili o tossiche. Molte altre, invece, sono semplici zucche. Che volendo si possono anche mangiare.
Le zucche di Halloween commestibili
È questo il caso delle zucche della specie Cucurbita maxima: "un frutto generalmente di forma tonda e di colore giallo-arancio, che può raggiungere anche grandi dimensioni" spiega l'Agenzia delle entrate, che è tuttavia "edibile e può essere usata anche in cucina". È sostanzialmente la zucca gialla "classica".
Stesso discorso per la Cucurbita Lagenaria, il cui frutto è caratterizzato "da una forma a fiasco", che spesso è utilizzato, svuotato e trattato, come contenitore, ma che di per sé è commestibile e può essere cotto e mangiato.
Aliquota al 4% solo se si possono mangiare
In questi due casi, l'Agenzia delle entrata fa proprio il parere dell'Agenzia delle dogane, secondo cui si tratta effettivamente di ortaggi classificabili nel Capitolo 7 della Tariffa Doganale "Ortaggi o legumi, piante, radici e tuberi mangerecci" - sottovoce numero 070993 "Altri ortaggi, freschi o refrigerati - altri - zucche e zucchine". Insomma: per queste due varietà l'aliquota è al 4%.
Ma come? Se sono utilizzati come ornamenti, non dovrebbe valere invece la classificazione del Capitolo 6, che norma invece le tariffe per "Alberi vivi e altre piante, bulbi, radici e simili, fiori recisi e fogliame ornamentale", che richiederebbe l'IVA al 10%. No, secondo l'Agenzia delle dogane. E a certificarlo è uno specifico punto delle "Note esplicative del sistema armonizzato - Considerazioni generali - Capitolo 6".
E le zucche di Halloween non commestibili?
Tutt'altro discorso per le zucche di Halloween non appartenenti alle due specie citate. In questo caso, il contribuente che aveva sottoposto il quesito all'Agenzia delle entrate ipotizzava che potesse valere la classificazione applicata per una speciale categoria di vegetali tassati al 10%: quelli normati da un altro punto del "Capitolo 6" della ormai mitica nomenclatura. Che applica la riduzione a:
"bulbi, tuberi, radici tuberose, zampe e rizomi, allo stato di riposo vegetativo, in vegetazione o fioriti, altre piante e radici vive, comprese le talee e le marze, fiori e boccioli di fiori recisi, per mazzi o per ornamenti, freschi, fogliami, foglie, rami ed altre parti di piante, erbe muschi, licheni per mazzi o per ornamenti".
E quindi anche alle zucche? No. Perché le zucche - tutte - sono un frutto. Parte delle piante non citate nell'ultimo elenco. Quindi niente riduzione: l'Iva sulle zucche di Halloween non commestibili, e quindi su tutte le specie diverse dalla "Maxima" e della "Lagenaria", è al 22%, senza sconti.
"Si ritiene, pertanto, che l'aliquota del 4 per cento possa essere applicata solo ed esclusivamente alle zucche commestibili benché utilizzabili anche per scopi ornamentali, quali le due tipologie oggetto del parere di Agenzia delle Dogane e dei monopoli - conclude l'Agenzia - Per le altre zucche ornamentali, invece, non commestibili o addirittura tossiche (...) si dovrà applicare l'aliquota IVA ordinaria, nella misura del 22 per cento".