Cent'anni con le mani in pasta, chiude il panificio Ballerini Lapris
A dare il colpo di grazia sono state le bollette salate degli ultimi mesi. I titolari: "Grazie a tutti, ci avete emozionato molto".
Chiude, dopo 152 anni di attività, cento dei quali trascorsi a Boltiere, lo storico forno della famiglia Ballerini Lapris. Sabato scorso, tantissimi clienti - ormai amici - si sono presentati nel piccolo negozio di via Ronchetti dove, per l’ultima volta Rosanna Farina e il marito Romano Ballerini Lapris hanno alzato la serranda e sfornato i loro ormai rinomati prodotti da forno.
Chiude il panificio Ballerini Lapris
A decretare la fine di un’attività storica e ormai conosciutissima nella bergamasca è stato il caro energia che negli ultimi mesi sta mettendo in ginocchio molte attività. Bollette troppo alte per riuscire a far fronte a tutte le spese e, messa mano ai risparmi, a conti fatti il gioco non valeva la candela. Per Romano, d’altra parte è giunta anche l’età della pensione, anche se la coppia non riesce a nascondere la sua amarezza nel dover dire addio a quello che non era un semplice lavoro, ma una passione tramandata ormai per quattro generazioni.
Una storia iniziata nel 1870
La storia del panificio Ballerini Lapris, infatti, affonda le sue radici nel lontano 1870 quando Lorenzo - bisnonno di Romano - aprì il primo forno a Caravaggio, in via Seriola. Nel 1910, alla sua morte nell’attività subentrò il figlio Ambrogio che spostò il forno prima a Verdello, nel 1914, poi a Ponteranica nel 1919 fino ad arrivare a Boltiere nel 1922, cent’anni fa.
Già da bambino, a 12 anni, il figlio Renzo è in negozio accanto al padre e nel 1977 alla morte di Ambrogio, prosegue la sua lunghissima attività di panificatore con la moglie Giuseppina. Sessant’anni trascorsi con le mani negli impasti a far crescere sempre di più l’attività di famiglia mentre il suo pane veniva sempre più richiesto anche fuori paese.
Appassionato di ciclismo, Renzo, scomparso nell’ottobre del 2015, fu per molto presidente dell’associazione "Fiorenzo Magni" di Boltiere e divenne una vera e propria istituzione.
Un secolo di "pane quotidiano"
Nel 1992 l’attività passa ufficialmente nella mani dei figli, Fiorenza e Romano che vi lavorano fin da giovanissimi.
Con Romano e la moglie Rosanna si chiude un cerchio durato oltre un secolo, ricette tramandate e piccoli segreti passati di padre in figlio per sfornare quello che per tanti è il "pane più buono della provincia di Bergamo".
"È doveroso ringraziare l’ex sindaco Giovanni Testa per essere venuto con molti altri amici sabato a salutarci - hanno sottolineato i due titolari - Ringraziamo anche l’ex sindaco Armida Forlani per il caro messaggio visto che si trovava fuori regione. E poi ancora grazie a tutti i clienti e amici per i regali e per essere venuti davvero in tanti. Ci avete emozionato molto".