Duvan Zapata rimbalzato dai vigilantes davanti alla banca: "Non può entrare"
L’attaccante atalantino (fermo per infortunio da parecchio tempo) si è avvicinato all'ingresso in tuta e felpa con cappuccio e lì è stato fermato dal personale.
"Questo posto non è per lei". Ne erano sicuri, i vigilantes dell'istituto di sicurezza in servizio presso la sede della banca Fideuram a Bergamo, piazza Matteotti. Quell'uomo di colore in tuta e felpa con cappuccio non avrebbe dovuto entrarci, in banca, vestito in modo sportivo e chissà - devono aver pensato - forse persino con l'intenzione di piantare qualche grana. Peccato che il cliente al bussolotto non fosse un questuante, né un rapinatore, né un piantagrane: era il giocatore dell'Atalanta Duvan Zapata, che ieri, mercoledì, voleva semplicemente incontrare un personal banker.
Zapata rimbalzato dai vigilantes
L’attaccante atalantino (fermo per infortunio da parecchio tempo) si è avvicinato all'ingresso in tuta e felpa con cappuccio e lì è stato fermato dal personale.
"Dove pensa di andare? Questo non è un posto per lei, vada da un’altra parte", sembrano essere state le parole rivolte al giocatore, riporta PrimaBergamo. Lui, senza parole: "Sono Zapata, fatemi entrare". Ma come? Chi? Figuriamoci... Gli operatori della vigilanza non gli ha creduto.
Vigilantes troppo zelanti
C'è voluto un po' perché Zapata riuscisse a risolvere l'equivoco, e a conquistare - modello Rosa Parks - il diritto a entrare in un ufficio aperto al pubblico. La banca, da par sua, ha subito chiarito di essere del tutto estranea all'accaduto: i responsabili sono i soli vigilantes, forse un po' troppo "zelanti" volendo pensare bene. Il direttore Marco Beri ha poi cercato di spiegare l'equivoco spiegando che "generalmente ogni cliente ha un suo personale consulente finanziario con cui si interfaccia previo appuntamento". Ma forse l'unico antico proverbio dimenticato, che probabilmente spiega tutta la vicenda, è quello che parla di monaci e di abiti (anche sportivi).