Quattro nuovi diaconi per la diocesi di Cremona: Claudio Mario, Alex, Andrea e Jacopo rispondono "Eccomi"
Sono Claudio Mario Bressani di Caravaggio, Andrea Bani di Agnadello, Alex Malfasi di Castelleone e Jacopo Mariotti di Cremona.
«Oggi si decide chi siete. Con l’ordinazione presbiterale si vedrà cosa farete. Gli impegni che oggi assumete sono radicali e fondanti: su di essi si radica, si fonda e si identifica la vostra vita». Così il vescovo di Cremona Antonio Napolioni si è rivolto ai quattro giovani che, nel pomeriggio di domenica 18 settembre, hanno ricevuto l’ordinazione diaconale diventando, a tutti gli effetti, nuovi "ministri del Vangelo". Il rito si è tenuto nel cortile del Santuario di Caravaggio, città d'origine peraltro di uno dei quattro nuovi diaconi, che sono Claudio Mario Bressani, di Caravaggio, Andrea Bani della parrocchia “San Vittore martire” di Agnadello, Alex Malfasi, della parrocchia “Santi Filippo e Giacomo apostoli” a Castelleone, e Jacopo Mariotti, della parrocchia “Cristo Re” di Cremona.
«Stiamo celebrando un grande evento ecclesiale ‒ così lo ha definito il vescovo Napolioni ‒ che ci ricorda il valore comunitario dell’esperienza cristiana. Essa non è semplicemente legata al clero, ma abbraccia tutta l’umanità». Umanità che si è manifestata nei volti emozionati degli ordinandi e delle loro famiglie, oltre che nell’entusiasmo dei numerosi fedeli presenti per condividere insieme questo momento di grande gioia.
"L'Eccomi" di Claudio Mario, Alex, Andrea e Jacopo
Il cambio radicale di vita a cui i quattro giovani sono stati chiamati viene simbolizzato, nel rito, con il passaggio fisico dall’assemblea al presbiterio. Chiamati nome, ciascuno dei nuovi diaconi risponde: "Eccomi". Poi, i candidati vengono presentati al vescovo da parte di don Marco D’Agostino, rettore del seminario vescovile di Cremona. Insieme a lui c'era anche il vescovo emerito Dante Lafranconi, i sacerdoti delle parrocchie d’origine degli ordinandi, e una foltissima rappresentanza del clero cremonese.
Alla prostrazione ed il canto delle litanie, al termine dell’omelia, è seguita l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione, da parte del vescovo, sui candidati al diaconato. Quindi è stato il momento della vestizione: i quattro hanno indossato stola e dalmatica, che sono gli abiti liturgici propri dei diaconi. Dopo la consegna dei Vangeli, i riti esplicativi si sono poi conclusi con l’abbraccio di pace con il vescovo e gli altri diaconi della diocesi. Da questo momento, tradizionale, ma sempre emozionante, i quattro seminaristi sono entrati a far parte del clero diocesano.
Il pellegrinaggio diocesano
L'occasione era il pellegrinaggio diocesano a Caravaggio: un momento di preghiera e condivisione per numerosi fedeli provenienti da tutto il territorio. Tanti i pellegrini provenienti dalle comunità parrocchiali della diocesi che hanno visto nascere, e successivamente hanno accompagnato, il percorso di risposta dei quattro nuovi diaconi, prima di prepararsi ad accoglierli nuovamente come ministri del Vangelo. A guidare nel canto un’assemblea estremamente partecipe ed entusiasta è stata l’unione corale «Don Domenico Vecchi», diretta dal maestro Roberto Grazioli. Al termine della celebrazione, poi, i nuovi diaconi hanno condiviso, insieme al vescovo, un particolare momento di preghiera di fronte al Sacro Speco, "per mettere nuovamente la loro vita nelle mani del Signore ed affidarsi all’intercessione di Santa Maria del Fonte".
Il 26 di ogni mese una preghiera in memoria dell'Apparizione
"Come profondo gesto di gratitudine nei confronti della Madre del Signore, monsignor Napolioni ha infine indetto un particolare momento di preghiera presso il Santuario - conclude una nota della Diocesi sulla giornata - Che si terrà il 26 di ogni mese, alla sera, in memoria del giorno dell’apparizione di Maria a Giannetta.
Verso l'ordinazione sacerdotale
L’insistenza sull’identità dei ministri del Signore è stata dunque più volte richiamata da Napolioni, che, durante l’omelia, ha ribadito come «il sacramento dell’Ordine chieda di prendere una decisione fondamentale: fidarsi di Dio o degli uomini?». La risposta, secondo il vescovo, «è da ricercare nel Vangelo di cui ‒ ha detto rivolgendosi direttamente agli ordinandi ‒ diventate ministri, ovvero servitori della Verità».
“Servitore” è il significato vero e profondo del termine “diacono”, «ma è Gesù stesso a dirci che non ci chiama più servi, bensì amici ‒ ha ricordato Napolioni ‒ ed è per questo che vi invito a rispondergli come tali: cercate con lui una relazione profonda, che si rispecchi nei vostri rapporti con la comunità e con i fratelli».
Non è mancato poi, da parte del vescovo, un riferimento al rito di ordinazione vero e proprio: «Tra poco vi prostrerete, invocando la preghiera della Chiesa celeste. Ma poi vi rialzerete, starete nuovamente in piedi, risusciterete nel nome di Cristo».