Nonna Teresa taglia il traguardo dei cento anni e festeggia alla Fondazione Balicco
La centenaria, ospite della Balicco di Martinengo, è nata il 7 agosto 1922 a Calcinate, alla cascina Brasile.
La casa di riposo di Martinengo in festa: Teresa Locatelli ha spento domenica 100 candeline. La centenaria, ospite della Balicco di Martinengo, è nata il 7 agosto 1922 a Calcinate, alla cascina Brasile.
La guerra e la vita nei campi
Quarta di sei figli, già da bambina accudiva le mucche, si occupava dei lavori domestici. Scoppiata la guerra, due dei fratelli maggiori Angelo e Pino furono chiamati alle armi, così Teresa ha rinunciato al posto in fabbrica per prendere posto a lavorare la terra e accudire la stalla con la sorella Colomba. La fatica e il lavoro non era ripagato abbastanza con il contratto di mezzadria. Un brutto periodo, perché vennero a mancare il papà e il fratello Angelo che morì in Russia: dopo solo tre giorni dalla partenza arrivò il telegramma che fu ucciso.
"Ho frequentato la scuola fino alla quinta, per recarmi a scuola percorrevo con gli zoccoli ai piedi ogni mattina due chilometri e tornavo il tardo pomeriggio – ha raccontato – Ricordo il grembiulino nero profilato di giallo e la cartella di pezza fatta dalla mamma e cucita dal calzolaio con il ref, filo molto resistente. A seconda della classe che frequentavi la scuola era dislocata in diverse parti del paese: al convento, sotto il comune o all’asilo. Mi divertivo a giocare con le “ciche” che mi comprava papà al mercato del lunedì, per risparmiare me ne dava una alla volta. Strano a dirsi mi divertivo anche ad attingere l’acqua dal pozzo, era un’acqua speciale, che persino da Milano venivano a prendere".
Il matrimonio (sotto la neve) con Giacomo
La dote di Teresa era costituita da quattro lenzuola, due sopra e due sotto, quattro federe, quattro salviette e "ol tacù" da usare durante il parto.
"Avevo il fidanzato, Giacomo, ma lontano perché militare e in guerra in Russia; sei mesi senza notizie, non si sapeva se era vivo o morto. Per due lunghi anni fu dato per disperso – ha raccontato – Terminata la guerra, tornato a casa era irriconoscibile. Nel periodo della sua assenza mi raccontò, nonostante fosse finita la guerra, di trovarsi al confine in quarantena e di essere stato inviato in Sardegna, a causa della malaria. Nel 1947 il giorno di san Valentino ci siamo sposati, c’erano 40 centimetri di neve, in chiesa sono arrivata con il carretto trainato dal cavallo. Dopo sei anni di paziente convivenza ci siamo trasferiti a Mornico al Serio, mio marito ha intrapreso un nuovo lavoro in fabbrica ed io continuavo a fare la contadina a chiamata e la domestica in alcune famiglie. Ha avuto cinque figli, due dei quali nati morti e Walter a un anno e mezzo. Sono rimasti Rosa e Carlo".
Festeggiata alla Balicco
Nonostante le difficoltà, la vita di Teresa è stata un susseguirsi di soddisfazioni.
"Il 24 giugno del 2020 a causa di una caduta si è fatta tante fratture importanti, non operabile per età e fragilità delle condizioni cliniche – hanno spiegato i parenti – Dopo il ricovero ospedaliero siamo stati costretti, perché impossibilitati a gestirla a casa, di scegliere l’Rsa. Sembrava che la sua vita stesse volgendo al termine invece ha superato tutto il periodo del Covid e i vaccini, riprendendosi brillantemente".