Siccità, il punto sull'agricoltura: minacciato anche il bacino delle Rogge trevigliesi
Mentre la Bassa bolle e si infrangono diversi record locali di temperature massime, la situazione dell’agricoltura è sempre più precaria. La mancanza di precipitazioni invernali nelle valli bergamasche ha letteralmente messo in crisi il sistema irriguo della pianura, che non vede un’estate tanto secca almeno da 70 anni, da quando cioè esiste il Consorzio di bonifica della Media pianura. La situazione è piuttosto drammatica.
Le rogge trevigliesi: servono più rilasci sul Brembo
La «Moschetta» e la «Vignola» sono le due principali rogge che bagnano il Trevigliese. Entrambe si diramano dal Brembo, che è uno dei fiumi più colpiti dalla siccità. «La situazione che registriamo qui è la più precaria - spiega il presidente del Consorzio Franco Gatti (sopra, a destra) - Perché a differenza che su altri bacini, non abbiamo ancora raggiunto un accordo con i derivatori di montagna, che producono energia idroelettrica, per concederci ulteriori rilasci di acqua».
La «Moschetta» è la meno sofferente delle due rogge: può contare infatti sui rilasci derivanti dal laghetto di Pontirolo, realizzato proprio da Consorzio di bonifica a partire da due cave abbandonate, negli anni scorsi. «Pompiamo acqua 24 ore al giorno - spiega Gatti - Ma anche quel bacino, piano piano, si sta esaurendo, scende di una ventina di centimetri al giorno. Un aiuto potrebbe arrivare dalla concessione di una deroga al Deflusso minimo vitale, che potrebbe dare una mano». Si tratta del «minimo» di acqua che dev’essere, per legge, lasciata scorrere nelle rogge, per consentire il mantenimento della biodiversità delle «rive». Pochi metri cubi al secondo, complessivamente, che tuttavia potrebbero rivelarsi fondamentali nelle prossime settimane.
Il Serio e l’Adda
Meno preoccupante invece la situazione per il bacino del Serio, pure grave dato che il fiume, in sé, è ormai sostanzialmente inesistente. La poca acqua è quasi completamente derivata per bagnare quel che si può nei campi.
«Abbiamo già ottenuto qualche deroga, e stiamo cercando di aiutare un po’ tutti - afferma - Anche se continuiamo, come ormai da settimane, a chiudere a turno tre delle sei derivazioni dalle rogge del Serio in bassa Val Seriana, perché tutte insieme non è possibile tenerle aperte».
Anche l’Adda soffre, e parecchio.
«Siamo a circa il 50% della portata normale - chiosa Gatti - Una situazione mai vista e molto seria, in particolare nelle zone in cui non si utilizzano tecniche irrigue di precisione, come l’irrigazione a pioggia che sfrutta acqua di falda. Nell’Isola, dove questa tecnologia è diffusa, i problemi sono più ridotti. Altrove invece abbiamo dovuto riaprire pozzi che erano chiusi da decenni».
Nuovi (vecchi) pozzi
È il caso di Verdello e Ghisalba, dove il Consorzio di bonifica in queste ore sta lavorando per riaprire complessivamente quattro impianti. Il primo, a Verdello, è già attivo, gli altri a breve. «Forniture permettendo - precisa però Gatti - Perché i ritardi nelle consegne degli ordini per le pompe si fanno sentire, e abbiamo registrato qualche difficoltà anche su questo fronte». In generale, i giorni che seguiranno saranno determinanti.
«Al momento possiamo dire di poter garantire un minimo di acqua per l’agricoltura fino al 25 luglio, non oltre. Poi, se non pioverà... Saranno guai, anche più seri di quelli che abbiamo visto sinora».