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Welfare di comunità, un tavolo di confronto tra sanità e volontariato

Sono cinque le strutture già attive a afferenti alle Asst Papa Giovanni XXIII e Asst Bergamo est. Ora inizia la fase due.

Welfare di comunità, un tavolo di confronto tra sanità e volontariato
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Un tavolo di confronto tra gli attori della sanità territoriale e gli enti del terzo settore e del volontariato, per la fase due del progetto “Verso un Welfare di Comunità”. L'incontro si è tenuto ieri, 20 luglio, nella sala Lombardia di Ats Bergamo con la partecipazione di Massimo Giupponi direttore generale ATS Bergamo, Letizia Moratti vicepresidente Regione Lombardia (in collegamento), Marcella Messina presidente del Consiglio di rappresentanza dei sindaci di Bergamo, Isabella Trezzi responsabile di progetto per ATS Bergamo, Maria Beatrice Stasi direttore generale ASST Papa Giovanni XXIII, Francesco Locati direttore generale ASST Bergamo Est, Peter Assembergs direttore generale ASST Bergamo Ovest.

Welfare di comunità: parte la fase 2

Dopo la sottoscrizione della lettera di intenti, avvenuta lo scorso 8 aprile alla presenza della vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti, e l’inizio della fase operativa del 23 maggio, ATS Bergamo ha implementato i contenuti condivisi, nell’ottica di un percorso finalizzato a mettere in risalto la strategicità del ruolo del terzo settore e delle associazioni di volontariato, valorizzando la loro partecipazione alla co-progettazione di servizi e attività, in stretta correlazione con le Case di Comunità.

Le Case di comunità già attive

Case di comunità che sul territorio sono attive con 5 strutture: CdC Borgo Palazzo (ASST Papa Giovanni XXIII), CdC Calcinate,  CdC Gazzaniga e CdC Grumello e CdC Vilminore di Scalve (ASST BG EST).
Domani, venerdì 22 luglio sarà inaugurata la CdC di Sant’Omobono Terme, a cura dell’ASST Papa Giovanni XXIII, mentre entro fine anno sarà attivo il primo Ospedale di Comunità, a San Giovanni Bianco, sempre afferente al Papa Giovanni.

"Per il Papa Giovanni il coinvolgimento degli enti del terzo settore e del volontariato nel percorso di istituzione delle Case di Comunità è già attivo e in fase avanzata - ha sottolineato Maria Beatrice Stasi - A Borgo Palazzo la presenza del volontariato è preziosa per assicurare il Punto informativo e per i servizi rivolti ad utenza particolarmente fragile. Anche a Sant'Omobono, la seconda Casa di Comunità di imminente attivazione e che presenteremo alla cittadinanza e alle istituzioni, il contributo del terzo settore è prezioso per arricchire una presenza qualificata durante le attività socio-sanitarie. Per il futuro valuteremo le disponibilità che provengono da altre associazioni del territorio anche in previsione delle prossime aperture di Case della Comunità che in ordine di tempo avverranno per quanto riguarda la ASST Papa Giovanni a Zogno e a Villa d'Almé".

“La costruzione di un’assistenza territoriale di prossimità, che integri le funzioni sanitarie con quelle sociali è un processo complesso e anche il mondo del terzo settore e volontariato giocheranno un ruolo determinante, co-programmando e co-progettando con le istituzioni e gli altri attori coinvolti le risorse offerte dalla Casa di Comunità - ha evidenziato Francesco Locati - Porterà la sua esperienza in tema di supporto, di accompagnamento, di aiuto, di monitoraggio delle situazioni di disagio sociale. Abbiamo attive quattro Case di Comunità, come da cronoprogramma: Gazzaniga, Calcinate, Grumello, Vilminore di Scalve. E’ in corso la realizzazione della Casa di Comunità di Sarnico, operativa entro fine anno. In totale, apriremo undici Case di Comunità e due Ospedali di Comunità”.

La Casa di Comunità è pensata in particolare come il luogo in cui si riconosce il significato della sussidiarietà orizzontale, dove il cittadino trova le risposte ai suoi bisogni. È il luogo in cui trovano naturalmente collocazione le associazioni di volontariato che, a vario titolo, concorrono al soddisfacimento dei bisogni socio-assistenziali, secondo le rispettive competenze.

Oltre 60 progetti

La ricognizione delle disponibilità di enti del terzo settore e associazioni di volontariato, a partecipare alla realizzazione di progetti proposti dalle ASST presso le CdC del territorio già avviate o in avvio nel 2022, ha evidenziato 60 adesioni ai 18 progetti proposti dalle tre ASST bergamasche, e la candidatura di 39 progetti da parte delle associazioni.

E' iniziata ieri, quindi, la fase di co-progettazione dei lavori tra ASST ed enti del terzo settore e associazioni di volontariato, attraverso la definizione di un piano di progetti e azioni sostenibili, da realizzare nelle CdC avviate e in avvio nel 2022. Attraverso l’istituzione di un Comitato di Monitoraggio, ATS Bergamo accompagnerà lo sviluppo del piano di co-progettazione, monitorando lo sviluppo dei lavori. Il piano complessivo sarà condiviso con ATS entro il 25 ottobre 2022.

Il valore dell'associazionismo

“Come Consiglio di rappresentanza dei sindaci, nel processo di individuazione e implementazione delle Case di Comunità, abbiamo sin da subito percepito la portata di questa innovazione per i territori, soprattutto a favore dei cittadini - ha commentato Marcella Messina - Gli Enti del Terzo Settore e le associazioni di volontariato hanno un ruolo storicamente fondamentale nei nostri territori, dove affiancano le istituzioni nel rispondere ai bisogni della cittadinanza. Siamo consapevoli che la costruzione di un’assistenza territoriale di prossimità e l'integrazione in essa delle funzioni sanitarie con quelle sociali non sarà un processo immediato, ma è per questo che riteniamo di dover costruire sin da subito forti alleanze, anche attraverso l'attivazione di sperimentazioni che vanno monitorate e valutate: è proprio la capacità di adattamento dimostrata dagli enti del terzo settore e dalle associazioni di volontariato bergamasche che ci darà la possibilità di co-programmare e co-progettare le azioni di cura e di supporto alla comunità”.

“Con questo progetto ATS vuole sostenere e garantire il riconoscimento di tutti quei soggetti che proprio in rete possono esprimere un importante valore per la salute, verso la realizzazione di un welfare che sia effettivamente di comunità - ha aggiunto Massimo Giupponi - Si tratta di un lavoro innovativo, iniziato un anno fa per amplificare la funzione delle Case della Comunità, che producono il loro valore se riescono a far fruire al territorio quanto disposto a livello normativo”.

Un importante punto di partenza

"Importantissima riunione oggi in ATS dove è stato possibile un incontro di sintesi fra le rappresentanze dei sindaci, delle ASST. ATS e soprattutto del mondo dell'associazionismo: sono le associazioni che collaboreranno con noi nei prossimi anni nelle case di comunità - ha commentato Peter Assembergs - È stata un'ottima occasione e un'opportunità per iniziare quello che sarà un lungo percorso di lavoro insieme. Nel mio intervento ho voluto sottolineare l'importanza di nominare i direttori dei distretti che sono e saranno i punti focali di tutta la nuova organizzazione (ai distretti afferiscono le case di comunità, gli ospedali di comunità e le COT). Regione Lombardia ci ha dato ieri la possibilità con una nota di iniziare le procedure concorsuali per la loro nomina".

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